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L'europarlamentare radicale commenta amaramente i fatti di Mosca: "Purtroppo una parte degli indipendentisti hanno scelto il ricorso agli stessi strumenti usati dai russi contro i ceceni" "E' una tragedia prevedibile e prevista".
Questo l'amaro commento di Olivier Dupuis alla notizia dell'assalto da parte di guerriglieri ceceni ad un teatro di Mosca con il sequestro di circa 700 persone.
L'europarlamentare radicale che negli scorsi mesi si era battuto a lungo per la causa della popolazione cecena e per cercare di richiamare l'attenzione dell'Europa sul massacro in corso contro la popolazione … civile nella repubblica caucasica ha chiamato in causa Mosca, ma anche Bruxelles.
"La situazione che si è creata a Mosca - ha detto Dupuis - è il risultato della politica russa, del rifiuto da parte di Putin di ogni tipo di dialogo con Mashkadov, ma è anche il risultato dell'assenza di politica dell'Ue e anche degli Usa dopo l'11 settembre".
Il Partito Radicale ha cercato analogamente di dare voce in sede Onu e di Unione Europea agli esponenti del governo di Aslan Mashkadov, legittimamente eletto nel 1997 sotto l'egida dell'Osce e poi disconosciuto da Mosca due anni dopo.
L'obiettivo, rilanciato anche la scorsa primavera era quello di ottenere pressioni su Putin per aprire ai negoziati.
Putroppo la sordità europea e la politica della forza scelta da Putin hanno fatto naufragare questa prospettiva.
Per Dupuis, la scelta dell'ala militare del movimento indipendentista è tragica: "E' successo che una parte del movimento indipendentista ha scelto di ricorrere allo stesso tipo di mezzi che i russi usano contro i ceceni, dove da tre anni si assiste a rapimenti, torture, uccisioni di civili".
"Questa scelta è una tragedia per gli ostaggi civili russi, ma anche per tutti noi che abbiamo tentato di portare all'attenzione del mondo occidentale e dell'Europa, affinchè si esercitassero pressioni su Putin per aprire il negoziati".
Dupuis si trovava a L'Aja dove oggi è stato presentato "Chechen Times" un giornale della diaspora cecena, "che - spiega Dupuis - di fronte all'assenza di informazione, stanno tentando di rompere la cappa del silenzio, anche in vista del primo congresso della diaspora cecena previsto fra due settimane in danimarca".
L'europarlamentare radicale non nasconde la sua preoccupazione: "Putin si è infilato una via così stretta con la rinuncia al dialogo e con la concessione del campo libero alla lobby militare russa.
Questo mi fa temere il peggio".
"Sarebbe invece fondamentale un risveglio dei governi occidentali affinchè l'inevitabile non accada, affinchè si trovi una soluzione politica per gli ostaggi, ma che sia da preludio per un'analoga soluzione per il milione di ceceni da anni sono ostaggio dei russi nel loro paese".
Questo l'amaro commento di Olivier Dupuis alla notizia dell'assalto da parte di guerriglieri ceceni ad un teatro di Mosca con il sequestro di circa 700 persone.
L'europarlamentare radicale che negli scorsi mesi si era battuto a lungo per la causa della popolazione cecena e per cercare di richiamare l'attenzione dell'Europa sul massacro in corso contro la popolazione … civile nella repubblica caucasica ha chiamato in causa Mosca, ma anche Bruxelles.
"La situazione che si è creata a Mosca - ha detto Dupuis - è il risultato della politica russa, del rifiuto da parte di Putin di ogni tipo di dialogo con Mashkadov, ma è anche il risultato dell'assenza di politica dell'Ue e anche degli Usa dopo l'11 settembre".
Il Partito Radicale ha cercato analogamente di dare voce in sede Onu e di Unione Europea agli esponenti del governo di Aslan Mashkadov, legittimamente eletto nel 1997 sotto l'egida dell'Osce e poi disconosciuto da Mosca due anni dopo.
L'obiettivo, rilanciato anche la scorsa primavera era quello di ottenere pressioni su Putin per aprire ai negoziati.
Putroppo la sordità europea e la politica della forza scelta da Putin hanno fatto naufragare questa prospettiva.
Per Dupuis, la scelta dell'ala militare del movimento indipendentista è tragica: "E' successo che una parte del movimento indipendentista ha scelto di ricorrere allo stesso tipo di mezzi che i russi usano contro i ceceni, dove da tre anni si assiste a rapimenti, torture, uccisioni di civili".
"Questa scelta è una tragedia per gli ostaggi civili russi, ma anche per tutti noi che abbiamo tentato di portare all'attenzione del mondo occidentale e dell'Europa, affinchè si esercitassero pressioni su Putin per aprire il negoziati".
Dupuis si trovava a L'Aja dove oggi è stato presentato "Chechen Times" un giornale della diaspora cecena, "che - spiega Dupuis - di fronte all'assenza di informazione, stanno tentando di rompere la cappa del silenzio, anche in vista del primo congresso della diaspora cecena previsto fra due settimane in danimarca".
L'europarlamentare radicale non nasconde la sua preoccupazione: "Putin si è infilato una via così stretta con la rinuncia al dialogo e con la concessione del campo libero alla lobby militare russa.
Questo mi fa temere il peggio".
"Sarebbe invece fondamentale un risveglio dei governi occidentali affinchè l'inevitabile non accada, affinchè si trovi una soluzione politica per gli ostaggi, ma che sia da preludio per un'analoga soluzione per il milione di ceceni da anni sono ostaggio dei russi nel loro paese".
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