04 MAR 2003

Indultino: Conferenza stampa Radicali Italiani, «Gravissima decisione al Senato»

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SOMMARIO / Roma, 4 marzo 2003 - Capezzone, Bernardini e D'Elia hanno convocato una conferenza stampa per denunciare le decisioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo al Senato, in base alle quali il cosiddetto 'indultino' potrà approdare in aula solo il prossimo 6 aprile.Per i radicali quella in corso al Senato è una "penosa, squallida pantomima", ma il vero scandalo "è che il Senato della Repubblica sta affossando ciò che la Camera dei Deputati aveva approvato a maggioranza larghissima, e lo sta facendo nel modo più indecoroso: decidendo di non decidere".

"E’ letteralmente ridicolo
- hanno denunciato gli esponenti radicali - oltre che vergognoso, infatti, dire che, se la Commissione Giustizia non concluderà il suo lavoro, il provvedimento sarà calendarizzato in Aula dopo il 6 aprile.

E’ noto, infatti, che a partire dal 13 aprile, il Senato sarà praticamente chiuso per un mese, tra vacanze di Pasqua ed elezioni amministrative.

Seguiranno il secondo turno delle amministrative e i referendum.

In ultima analisi, di indultino (nel frattempo presumibilmente fatto a pezzi dalla Commissione Giustizia) si tornerà a parlare a giugno inoltrato, per poi rinviare tutto alla Camera".Capezzone, Bernardini e D'Elia parlano di "tristezza", e "pena".

"Prendono in giro non solo i detenuti, che, con noi, hanno offerto una straordinaria testimonianza di nonviolenza e amore civile, o il Papa, che pure il 14 novembre scorso si spellarono le mani ad applaudire, ma anche se stessi.

E’ assolutamente rispettabile l’atteggiamento di chi è contrario a questo provvedimento: ma si deve avere il coraggio di andare in Aula e votare contro".

I radicali stigmatizzano il comportamento sia della maggioranza "la stessa - ricordano - che impose ritmi forsennati per la legge Cirami, preferisce rinviare alle calende greche (e spiace il comportamento pilatesco dell’Udc, di fatto connivente con i truci proclami di Lega e An, mentre Forza Italia è ormai al centro dell’affossamento di ogni proposta liberale in campo)", ma anche dell’opposizione che "si mostra strutturalmente incapace di lottare, su qualsiasi obiettivo".

"Quanto al Presidente del Senato, ciascuno può fare un confronto tra le dichiarazioni rese a dicembre, incontrandoci, e i risultati di queste ore".

Per i radicali quello in corso è il tentativo "di redigere un certificato di morte per i provvedimenti di clemenza", ma - aggiungono - "esiste anche la morte apparente" e dunque promettono di continuare a dare battaglia: "Noi, dopo i 47 giorni di sciopero della fame condotti insieme a migliaia di detenuti, non cesseremo, nonostante tutto, di fare il possibile -a volte, andando anche ben oltre il possibile- perché di morte apparente, e non di altra morte, si tratti".

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