30 APR 2001

Marco Pannella al Comitato dei Radicali: Siamo un pericolo per la classe dirigente italiana

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 52 min 9 sec
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Milano, 30 aprile 2001, h.17:30 - "Oggi l'intervento di Emma rappresenta il punto più alto della storia a cui continuiamo a dare vita".

Ad affermarlo è Marco Pannella che, intervenendo al Comitato dei Radicali, tenutosi quest'oggi nel capoluogo lombardo, spiega i contenuti della "drammatica domanda" posta dalla lotta non-violenta condotta da venerdì notte.

Quello che oggi giunge al 4° giorno, è innanzitutto un satyagraha caratterizzato dalla particolare compattezza delle iniziative dei militanti - afferma innanzitutto Pannella.

Anche per questo, secondo il leader radicale, l'annuncio delle
iniziative non-violente di Emma Bonino e di Luca Coscioni, a cui si sono unite 383 persone, ha sortito molte reazioni autorevoli.

In modo "gentile e inadeguato", il capo dello Stato, in maniera "molto più intelligente e pertinente", il presidente del Consiglio, seppure con "un po' di straripante deontologia professionale", il ministro della Sanità, "invece di fare un bagno cinico nella loro verità storica", hanno accompagnato la lotta radicale.

A questo punto, spiega il leader, riprendendo le parole di Giuliano Amato, occorre "non guardare l'unghia di chi digiunando indica"; ma piuttosto osservare quel che i radicali, con misure estreme, hanno tentato di mettere in luce.

"Dall'84 ad oggi non siamo riusciti a far riflettere, a far fare un dibattito" - dichiara.

Ed il problema - dopo 4 giorni di lotta non-violenta - resta fondamentalmente questo.

Nel nostro Paese, secondo Marco Pannella, non ci si è non ancora accorti che esiste una "morte all'italiana", "una morte col rantolo", per iniziare.

Sul sesso vige ancora un diffuso proibizionismo, che si traduce in una "cultura sessuofobica" e nella materiale abdicazione alla "burocrazia vaticana".

I temi spaziano dall'eutanasia, all'aborto terapeutico, al finanziamento dei partiti, al rispetto della costituzione formale.

A questi, negli ultimi mesi, si è aggiunta la questione della clonazione terapeutica, ennesima prova di una limitazione alla ricerca scientifica che non scaturisce da una scelta responsabile dei cittadini, ma dalle determinazioni del Vaticano.

Per questo "il radicale è pericoloso".

Pannella, spiega così di essersi accorto, negli ultimi dieci mesi, anche attraverso i dati sull'informazione che mostravano il "progressivo oscuramento" dei radicali e dei temi da loro proposti, che la classe dirigente italiana ha questa consapevolezza.

Non si tratta di "un calcolo", non c'è un complotto, "un grande vecchio".

Si tratta piuttosto di "un riflesso antropologico", un riflesso "etnico".

Il messaggio, secondo Pannella, è semplice: il radicale "non va tollerato", è "pericolo a sé e agli altri", "la sua parola in televisione è esplosiva".

Dunque, va espulso dal sistema informativo italiano.

Il disinteresse per alcuni temi riceve nuova conferma dopo le dichiarazioni (su eutanasia, donazioni terapeutiche e biotecnologie) di Celentano e Gaber.

Fatte dinanzi a 10 milioni di italiani, non hanno provocato alcuna reazione dei rappresentanti dei partiti politici.

Gli unici a protestare, oltre all'Associazione Trapianti: Umberto Veronesi e i Radicali.

Uniti nel tacere: Francesco Rutelli e Silvio Berlusconi.A fronte di tutto questo la misura non-violenta intrapresa da Emma Bonino appare "necessaria", così come necessaria appare la sua prosecuzione.

Anzi, aggiunge Pannella: "Da oggi al 13 maggio nessuno di noi parteciperà a nessun programma di quelli diretti da Biagi, Vespa, Santoro, Costanzo, eccetera".

Non collaborare "con le strutture ufficiose di Raiset", sarà il modo, suggerito dalla stessa Emma Bonino, di spiegare ancora una volta che non era questo l'intento del satyagraha.

"Che non difendevamo i nostri diritti, ma solo il contraddittorio" - conclude Pannella.

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