Palermo, 8 maggio 2001, h.10.55 - La storica battaglia per la giustizia giusta dei radicali, la politica ed i partiti "che hanno corrotto anche la mafia", ma anche il tema dell'eutanasia rimbalzato prepotentemente all'onore della cronaca, dopo l'annuncio di Pannella dell'intenzione di essere "pronto e determinato all'eutanasia di Emilio Vesce".
Tutto questo al centro della conferenza stampa a Palermo di Marco Pannella, insieme al senatore Pietro Milio e a Bruno Contrada.
Proprio Bruno Contrada, a quattro giorni dalla sentenza che l'ha assolto in appello dall'accusa di associazione mafiosa dopo … nove anni, è intervenuto per esprimere parole di ringraziamento ai radicali: "E' stato grazie a loro, alla loro vicinanza, al fatto che abbiano creduto in me mentre mi accusavano di tradimento dello Stato, che sono riuscito ad andare avanti e a lottare per il mio onore, per quello dei miei figli e per quello delle istituzioni che per tanti anni ho rappresentato".
Contrada ha spiegato che senza questo appoggio non sarebbe riuscito a sopportare la lunga carcerazione protrattasi "oltre i limiti di uno Stato di diritto", ed ha aggiunto: "Il nostro ordinamento giuridico ha bisogno al più presto di essere adeguato ai principi dello Stato di diritto.
Non esisteva alcuna condizione né presupposto perché io rimanessi in carcere.
Ed ora che è stata ristabilita la verità, ritengo che occorre fare ogni cosa perché lo Stato di diritto sia finalmente ristabilito".
Ancora prima di Contrada, era intervenuto l'avvocato Piero Milio , difensore del funzionario del Sisde ed unico senatore radicale nella legislatura che si chiude.
Affermando che "il concetto di indipendenza della Magistratura e' divenuto un sospetto'', Milio ha posto in luce i danni concreti di una stretta interdipendenza, soprattutto in sede di commissione parlamentare, tra il potere giurisdizionale e quello legislativo.
Due esempi per tutti: la legge sulla difesa d'ufficio e quella sulla difesa dei non abbienti, definite "due capolavori di impraticabilità", dinanzi alle quali si è scatenata l'"opposizione robusta" di un solo senatore, lo stesso Milio.
Marco Pannella - che ha concluso la conferenza stampa - ha accusato soprattutto il sistema dei partiti che in questi anni è arrivato a corrompere persino la mafia.
Il leader radicale ha sottolineato l'ennesima prova della sopravvivenza del consociativismo, a partire dall'affermazione fatta ieri da Berlusconi a proposito di Fassino.
Per il candidato-premier del Centrodestra il ministro della Giustizia uscente, sarebbe un interlocutore valido: ''Piero Fassino - ha commentato con una battuta Pannella - é l'oppositore di sua maestà''.
Tra i principali responsabili del cattivo funzionamento della giustizia nel nostro Paese, secondo Marco Pannella, anche il cosiddetto "partito dei giudici".
Il leader radicale, esprimendo forti critiche all'operato di Giancarlo Caselli, ha spiegato che Giovanni Falcone aveva idee diverse da quelle prevalse poi nella procura di Palermo.
Inoltre, dichiarando che "si è fatto l'impossibile per non eleggere Filippo Mancuso alla Corte Costituzionale" e che "la stessa cosa non accadrà per Luciano Violante'', ha aggiunto che i radicali si opporranno fermamente alla nomina dell'ex presidente della Camera perché questa procede nella stessa linea della ''distruzione della giustizia''.
Secondo Pannella, invece, le assoluzioni di Musotto, Andreotti, Contrada dimostrano che il garantismo ''aveva ed ha ragione d'essere''.
Ora ''ci sarà l'assoluzione di Mannino.
E' come le ciliegie, una tira l'altra'' - ha affermato.
Ma il leader dei Radicali è intervenuto compiendo importanti dichiarazioni anche sulla questione dell'eutanasia.
"Faro' l'impossibile perché sia cancellata una barbarie di Stato per rendere almeno in morte il corpo a chi é stato tolto" - ha affermato.
Pannella, a questo proposito, ha raccontato la vicenda di Emilio Vesce, condannato a 13 anni di carcere per banda armata, assolto dopo averne scontati più di 5, ed eletto nel 1987 alla camera nelle file del Partito Radicale.
Vesce, dall'8 novembre scorso giace in coma in "una condizione senza speranza che potrebbe durare anni".
A chi, tra i giornalisti ha chiesto se "l'impossibile" per Vesce comprenda anche "staccare la spina", Pannella ha risposto: "Spero che non ve ne sia bisogno.
Studieremo tutte le soluzioni possibili.
Dico pero' una cosa.
C'è un procuratore della Repubblica che si chiama Calogero che ha garantito 5 anni di sequestro del corpo di Emilio Vesce, assolto poi.
Io spero che sia lui a trovare nelle leggi italiane il necessario perché il corpo che fu non continui ad essere straziato".
Tutto questo al centro della conferenza stampa a Palermo di Marco Pannella, insieme al senatore Pietro Milio e a Bruno Contrada.
Proprio Bruno Contrada, a quattro giorni dalla sentenza che l'ha assolto in appello dall'accusa di associazione mafiosa dopo … nove anni, è intervenuto per esprimere parole di ringraziamento ai radicali: "E' stato grazie a loro, alla loro vicinanza, al fatto che abbiano creduto in me mentre mi accusavano di tradimento dello Stato, che sono riuscito ad andare avanti e a lottare per il mio onore, per quello dei miei figli e per quello delle istituzioni che per tanti anni ho rappresentato".
Contrada ha spiegato che senza questo appoggio non sarebbe riuscito a sopportare la lunga carcerazione protrattasi "oltre i limiti di uno Stato di diritto", ed ha aggiunto: "Il nostro ordinamento giuridico ha bisogno al più presto di essere adeguato ai principi dello Stato di diritto.
Non esisteva alcuna condizione né presupposto perché io rimanessi in carcere.
Ed ora che è stata ristabilita la verità, ritengo che occorre fare ogni cosa perché lo Stato di diritto sia finalmente ristabilito".
Ancora prima di Contrada, era intervenuto l'avvocato Piero Milio , difensore del funzionario del Sisde ed unico senatore radicale nella legislatura che si chiude.
Affermando che "il concetto di indipendenza della Magistratura e' divenuto un sospetto'', Milio ha posto in luce i danni concreti di una stretta interdipendenza, soprattutto in sede di commissione parlamentare, tra il potere giurisdizionale e quello legislativo.
Due esempi per tutti: la legge sulla difesa d'ufficio e quella sulla difesa dei non abbienti, definite "due capolavori di impraticabilità", dinanzi alle quali si è scatenata l'"opposizione robusta" di un solo senatore, lo stesso Milio.
Marco Pannella - che ha concluso la conferenza stampa - ha accusato soprattutto il sistema dei partiti che in questi anni è arrivato a corrompere persino la mafia.
Il leader radicale ha sottolineato l'ennesima prova della sopravvivenza del consociativismo, a partire dall'affermazione fatta ieri da Berlusconi a proposito di Fassino.
Per il candidato-premier del Centrodestra il ministro della Giustizia uscente, sarebbe un interlocutore valido: ''Piero Fassino - ha commentato con una battuta Pannella - é l'oppositore di sua maestà''.
Tra i principali responsabili del cattivo funzionamento della giustizia nel nostro Paese, secondo Marco Pannella, anche il cosiddetto "partito dei giudici".
Il leader radicale, esprimendo forti critiche all'operato di Giancarlo Caselli, ha spiegato che Giovanni Falcone aveva idee diverse da quelle prevalse poi nella procura di Palermo.
Inoltre, dichiarando che "si è fatto l'impossibile per non eleggere Filippo Mancuso alla Corte Costituzionale" e che "la stessa cosa non accadrà per Luciano Violante'', ha aggiunto che i radicali si opporranno fermamente alla nomina dell'ex presidente della Camera perché questa procede nella stessa linea della ''distruzione della giustizia''.
Secondo Pannella, invece, le assoluzioni di Musotto, Andreotti, Contrada dimostrano che il garantismo ''aveva ed ha ragione d'essere''.
Ora ''ci sarà l'assoluzione di Mannino.
E' come le ciliegie, una tira l'altra'' - ha affermato.
Ma il leader dei Radicali è intervenuto compiendo importanti dichiarazioni anche sulla questione dell'eutanasia.
"Faro' l'impossibile perché sia cancellata una barbarie di Stato per rendere almeno in morte il corpo a chi é stato tolto" - ha affermato.
Pannella, a questo proposito, ha raccontato la vicenda di Emilio Vesce, condannato a 13 anni di carcere per banda armata, assolto dopo averne scontati più di 5, ed eletto nel 1987 alla camera nelle file del Partito Radicale.
Vesce, dall'8 novembre scorso giace in coma in "una condizione senza speranza che potrebbe durare anni".
A chi, tra i giornalisti ha chiesto se "l'impossibile" per Vesce comprenda anche "staccare la spina", Pannella ha risposto: "Spero che non ve ne sia bisogno.
Studieremo tutte le soluzioni possibili.
Dico pero' una cosa.
C'è un procuratore della Repubblica che si chiama Calogero che ha garantito 5 anni di sequestro del corpo di Emilio Vesce, assolto poi.
Io spero che sia lui a trovare nelle leggi italiane il necessario perché il corpo che fu non continui ad essere straziato".
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