Roma, 20 maggio 2001, h22.00 - Ad una settimana dalle elezioni, nel corso della consueta conversazione settimanale, Marco Pannella analizza i risultati del voto e le ragioni della sconfitta dei Radicali.
Nell'immediato futuro del partito, secondo il leader radicale, l'iniziativa politica costituita dal Comitato di Osservatori Internazionali con cui si cercherà di dare "corpo ad un monitoraggio della democrazia reale".
Anche senza rappresentanti in Parlamento, i Radicali conserveranno, dunque, un ruolo di garanzia, per "scoprire la realtà di uno Stato, attraverso le sue illegalità … costanti".
Più in generale, allargando l'analisi allo schieramento che esce vincitore dalle consultazioni del 13 maggio, Pannella segnala le incognite legate alla dicotomia "governo/potere".
Secondo il leader radicale, infatti, anche se il Centrodestra ha conquistato un ruolo di governo, non ha ancora preso il potere, per far questo dovrà necessariamente attivare contatti con il Centrosinistra.
L'atteggiamento, comunque, dei Radicali nei confronti del nuovo esecutivo è di attesa.
Pannella sottolinea il ruolo-chiave della persona del Presidente della Camera, nella valutazione del governo Berlusconi.
In particolare, il leader sconsiglia vivamente, per la terza autorità della Repubblica, la scelta di un candidato leghista, quale potrebbe essere Roberto Maroni, mentre vedrebbe di buon occhio la nomina di Antonio Martino, che potrebbe riequilibrare anche il ruolo di Mirko Tremonti nella Casa delle Libertà.
In merito, invece, alla questione dei 15 deputati mancanti in vista della prima riunione della Camera, Pannella suggerisce una soluzione alternativa.
"L'articolo per il quale non hanno rappresentanza coloro che non hanno raggiunto il 4%, in questo caso, non è applicabile" - afferma il leader radicale, spiegando che, far prevalere gli altri requisiti di legge sullo sbarramento, permetterebbe di ripristinare il metodo D'Hondt per tutti i partiti esclusi dall'assegnazione dei seggi nella quota proporzionale.
In studio, Massimo Bordin.
Nell'immediato futuro del partito, secondo il leader radicale, l'iniziativa politica costituita dal Comitato di Osservatori Internazionali con cui si cercherà di dare "corpo ad un monitoraggio della democrazia reale".
Anche senza rappresentanti in Parlamento, i Radicali conserveranno, dunque, un ruolo di garanzia, per "scoprire la realtà di uno Stato, attraverso le sue illegalità … costanti".
Più in generale, allargando l'analisi allo schieramento che esce vincitore dalle consultazioni del 13 maggio, Pannella segnala le incognite legate alla dicotomia "governo/potere".
Secondo il leader radicale, infatti, anche se il Centrodestra ha conquistato un ruolo di governo, non ha ancora preso il potere, per far questo dovrà necessariamente attivare contatti con il Centrosinistra.
L'atteggiamento, comunque, dei Radicali nei confronti del nuovo esecutivo è di attesa.
Pannella sottolinea il ruolo-chiave della persona del Presidente della Camera, nella valutazione del governo Berlusconi.
In particolare, il leader sconsiglia vivamente, per la terza autorità della Repubblica, la scelta di un candidato leghista, quale potrebbe essere Roberto Maroni, mentre vedrebbe di buon occhio la nomina di Antonio Martino, che potrebbe riequilibrare anche il ruolo di Mirko Tremonti nella Casa delle Libertà.
In merito, invece, alla questione dei 15 deputati mancanti in vista della prima riunione della Camera, Pannella suggerisce una soluzione alternativa.
"L'articolo per il quale non hanno rappresentanza coloro che non hanno raggiunto il 4%, in questo caso, non è applicabile" - afferma il leader radicale, spiegando che, far prevalere gli altri requisiti di legge sullo sbarramento, permetterebbe di ripristinare il metodo D'Hondt per tutti i partiti esclusi dall'assegnazione dei seggi nella quota proporzionale.
In studio, Massimo Bordin.
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