Roma, 28 maggio 2001, h11:30 - Nel corso della consueta conversazione settimanale con il direttore di Radio Radicale, Marco Pannella commenta i risultati dei ballottaggi di ieri e alla luce di questi propone una diversa interpretazione del voto alle elezioni politiche del 13 maggio.
Il leader radicale riconosce l'evidente superiorità politica dei candidati proposti dall'Ulivo.
"E' indubbio che secondo tutti i canoni, liberali, borghesi, non c'è confronto tra Veltroni e il povero Tajani.
Non c'è confronto tra Martusciello e la Rosa Russo Iervolino, che magari - se non ci fosse stata Emma … Bonino e poi Ciampi - sarebbe stata la prima Presidente donna della Repubblica" - dichiara Pannella.
Ed aggiunge: "Hanno avuto peso e importanza le caratteristiche di attendibilità come governanti di una grande città.
E non è che possiamo dire che sono stati contrapposti dei quadri socialmente rivoluzionari e molto diversi tra loro".
Ribadendo che la vera vincitrice delle due tornate elettorali resta l'associazione partitocratica, Pannella mette in luce i punti deboli della Casa delle Libertà.
"A destra - rileva - c'è stata una unità di comando per anni, accentuatasi negli ultimi mesi.
Ora l'unità di comando va bene nel breve o nel medio periodo.
Poi però non regge.
La mia sensazione era che la Casa delle Libertà fosse a un passo dalla sconfitta, e non è che ritenessi la loro sconfitta un'ottima notizia.
Anzi.
Magari la continuità del sistema sarebbe stata una notizia peggiore.
Forse a salvare la destra è stato il ministro Bianco.
O forse - se si fosse votato due giorni dopo - magari il risultato sarebbe stato diverso.
E questo sarebbe accaduto perchè l'"unità di comando" qualche volta la si paga".
Pannella torna però anche sulla questione dei seggi non ancora assegnati alla Camera, e ripropone la sua soluzione: ripartirli anche fra i partiti che non hanno superato lo sbarramento del quattro per cento.
Pannella premette di condividere l'impostazione della Corte di Cassazione, che ha fatto una scelta di ''giustizia procedurale'', sia pure col paradossale risultato che ''oltre due milioni di cittadini che hanno votato Fi contro l'Ulivo, contro i comunisti, eleggeranno in parlamento, oltre a tre di An, tre dei Ds e due di Rifondazione''.
Nel caso però in cui la giunta delle elezioni della Camera dovesse fare una scelta di carattere ''sostanziale'', Pannella avverte che a quel punto bisognerà ''riconoscere pari valore a tutti i voti degli elettori italiani, sotto e sopra il 4, e si dovrà rifare la distribuzione con il criterio proporzionale.
''Questo perchè - conclude il leader radicale - occorre fare in modo che il principio e la norma costituzionale siano fatte salve, anche sacrificando altro".
Pannella, inoltre, fa il punto sull'ordine del giorno dinanzi al quale si riunirà giovedì prossimo il Comitato Nazionale dei Radicali.
Le questioni più importanti riguardano l'organizzazione del partito dopo la sconfitta elettorale, il ruolo del Comitato stesso e del Partito Radicale Transnazionale.
La dialettica che si instaurerà per qualche giorno prenderà il posto del dibattito "on-line" che quotidianamente interessa centinaia di cibernauti e militanti radicali sul forum telematico di Radicali.it, e che Pannella stesso definisce «la realtà di una casa che vive in una città stravolta, interessata ad altre forme di convivenza e di durata e di governo di se stessa».
Prima di discuterne off-line, dunque, la possibilità di conoscere e confrontarsi on-line.
«Da 40 anni - spiega Pannella - c'è una direzione sulla bussola ed è quella di diffondere conoscenza come premessa alla possibilità di operare.
L'antipatizzante radicale possiede degli elementi d'informazione sulla vita della propria organizzazione che non hanno nemmeno i dirigenti negli altri partiti».
In studio: Massimo Bordin.
Il leader radicale riconosce l'evidente superiorità politica dei candidati proposti dall'Ulivo.
"E' indubbio che secondo tutti i canoni, liberali, borghesi, non c'è confronto tra Veltroni e il povero Tajani.
Non c'è confronto tra Martusciello e la Rosa Russo Iervolino, che magari - se non ci fosse stata Emma … Bonino e poi Ciampi - sarebbe stata la prima Presidente donna della Repubblica" - dichiara Pannella.
Ed aggiunge: "Hanno avuto peso e importanza le caratteristiche di attendibilità come governanti di una grande città.
E non è che possiamo dire che sono stati contrapposti dei quadri socialmente rivoluzionari e molto diversi tra loro".
Ribadendo che la vera vincitrice delle due tornate elettorali resta l'associazione partitocratica, Pannella mette in luce i punti deboli della Casa delle Libertà.
"A destra - rileva - c'è stata una unità di comando per anni, accentuatasi negli ultimi mesi.
Ora l'unità di comando va bene nel breve o nel medio periodo.
Poi però non regge.
La mia sensazione era che la Casa delle Libertà fosse a un passo dalla sconfitta, e non è che ritenessi la loro sconfitta un'ottima notizia.
Anzi.
Magari la continuità del sistema sarebbe stata una notizia peggiore.
Forse a salvare la destra è stato il ministro Bianco.
O forse - se si fosse votato due giorni dopo - magari il risultato sarebbe stato diverso.
E questo sarebbe accaduto perchè l'"unità di comando" qualche volta la si paga".
Pannella torna però anche sulla questione dei seggi non ancora assegnati alla Camera, e ripropone la sua soluzione: ripartirli anche fra i partiti che non hanno superato lo sbarramento del quattro per cento.
Pannella premette di condividere l'impostazione della Corte di Cassazione, che ha fatto una scelta di ''giustizia procedurale'', sia pure col paradossale risultato che ''oltre due milioni di cittadini che hanno votato Fi contro l'Ulivo, contro i comunisti, eleggeranno in parlamento, oltre a tre di An, tre dei Ds e due di Rifondazione''.
Nel caso però in cui la giunta delle elezioni della Camera dovesse fare una scelta di carattere ''sostanziale'', Pannella avverte che a quel punto bisognerà ''riconoscere pari valore a tutti i voti degli elettori italiani, sotto e sopra il 4, e si dovrà rifare la distribuzione con il criterio proporzionale.
''Questo perchè - conclude il leader radicale - occorre fare in modo che il principio e la norma costituzionale siano fatte salve, anche sacrificando altro".
Pannella, inoltre, fa il punto sull'ordine del giorno dinanzi al quale si riunirà giovedì prossimo il Comitato Nazionale dei Radicali.
Le questioni più importanti riguardano l'organizzazione del partito dopo la sconfitta elettorale, il ruolo del Comitato stesso e del Partito Radicale Transnazionale.
La dialettica che si instaurerà per qualche giorno prenderà il posto del dibattito "on-line" che quotidianamente interessa centinaia di cibernauti e militanti radicali sul forum telematico di Radicali.it, e che Pannella stesso definisce «la realtà di una casa che vive in una città stravolta, interessata ad altre forme di convivenza e di durata e di governo di se stessa».
Prima di discuterne off-line, dunque, la possibilità di conoscere e confrontarsi on-line.
«Da 40 anni - spiega Pannella - c'è una direzione sulla bussola ed è quella di diffondere conoscenza come premessa alla possibilità di operare.
L'antipatizzante radicale possiede degli elementi d'informazione sulla vita della propria organizzazione che non hanno nemmeno i dirigenti negli altri partiti».
In studio: Massimo Bordin.
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