Roma, 29 maggio 2001, h10:30 - Radio Radicale il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Micheli intervistato da Roberto Iezzi sui temi dell'attualità politica.
L'intervista giunge però nel giorno in cui Il Corriere della Sera pubblica una conversazione con Franco Marini che rievoca le vicende della crisi del governo Prodi.
Micheli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio anche sotto la guida di Romano Prodi, reagisce con fastidio alle affermazioni di Marini e parla apertamente di "logica spartitoria del potere" nell'operazione condotta da D'Alema e Marini che fu alla base … della caduta dell'attuale presidente della Commissione Europea.
Micheli ha ribadito che si trattò di un grave errore politico dal momento che "la legislatura dell'Ulivo in quel momento preciso, a metà di legislatura, con la caduta del governo Prodi ha cominciato ad aver piombo sulle sue ali".
L'ex sottosegretario di Prodi ha messo in evidenza il dato politico delle affermazioni di Marini, che "parla di complotto", ma "senza raccontare la meccanica dei fatti in maniera giusta".
Infatti Micheli ha sottolineato che "il fatto politico era che sia Marini che D'Alema pensavano nella primavera del 1999 di fare il cambio della guardia, secondo una logica spartitoria del potere, nel senso che D'Alema sarebbe andato a Palazzo Chigi, Marini sarebbe andato al Quirinale attraverso uno dei suoi, un popolare, e Prodi, se capitava, poteva andare a fare il presidente della Commissione Europea.
Questo è stato un errore politico strategico veramente determinante, un errore che a quel punto ha veramente inciso sulla suggestione positiva che l'Ulivo, il governo Prodi avevano suscitato nel Paese"Sulla questione dei "seggi fantastma" Enrico Micheli ha dichiarato di attendere la decisione della Giunta elettorale che deve pronunciare la parola conclusiva sulla vicenda dell'assegnazione dei seggi vacanti, ma ha manifestato preoccupazione per un possibile ribaltamento delle decisioni dell'Ufficio nazionale centrale della Corte di Cassazione perché se ciò avvenisse "non sarebbe un segnale molto incoraggiante".
La questione dei "deputati fantasma" - ha sottolineato - è stata causata "dall'anomalia dell'abuso delle liste civetta" che è "tra i motivi per cui il centrosinistra non ha potuto fare l'accordo con Rifondazione".
Giudizio positivo sulla proposta di Cofferati: "Il governo ombra può essere una buona idea e certamente lo è.
La tentò anche il Polo all'inizio del governo Prodi" ha affermato, mentre a D'Amato ha rivolto un'accusa di ingenerosità per le dichiarazioni rilasciate a commento del voto, dimentico "che in tutte le circostanze bisogna mantenere un certo stile".Micheli ha anche fatto riferimento a possibili accordi con i Radicali: "Ritengo - ha affermato - che il mondo radicale deve dare il suo apporto al polo progressista che si deve consolidare altrimenti questo Paese tendenzialmente moderato ci ha indicato qual è la strada che preferisce".
Necessario invece trovare accordi con Rifondazione Comunista anche se convincere Bertinotti a recedere dalla sue posizioni "è più difficile di addomesticare il lupo per San Francesco" Ultima stoccata a Tremonti sulle dichiarazioni relative ai conti pubblici: "Quando si diventa ministri in pectore" - ha ricordato - è tempo di "finirla con la propaganda" perché altrimenti si danneggerebbero gli interessi di tutti gli italiani che si stanno rappresentando.
"I conti sono in ordine - ha comunque assicurato - e questa legislatura per la prima volta ha ridotto il debito".
L'intervista giunge però nel giorno in cui Il Corriere della Sera pubblica una conversazione con Franco Marini che rievoca le vicende della crisi del governo Prodi.
Micheli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio anche sotto la guida di Romano Prodi, reagisce con fastidio alle affermazioni di Marini e parla apertamente di "logica spartitoria del potere" nell'operazione condotta da D'Alema e Marini che fu alla base … della caduta dell'attuale presidente della Commissione Europea.
Micheli ha ribadito che si trattò di un grave errore politico dal momento che "la legislatura dell'Ulivo in quel momento preciso, a metà di legislatura, con la caduta del governo Prodi ha cominciato ad aver piombo sulle sue ali".
L'ex sottosegretario di Prodi ha messo in evidenza il dato politico delle affermazioni di Marini, che "parla di complotto", ma "senza raccontare la meccanica dei fatti in maniera giusta".
Infatti Micheli ha sottolineato che "il fatto politico era che sia Marini che D'Alema pensavano nella primavera del 1999 di fare il cambio della guardia, secondo una logica spartitoria del potere, nel senso che D'Alema sarebbe andato a Palazzo Chigi, Marini sarebbe andato al Quirinale attraverso uno dei suoi, un popolare, e Prodi, se capitava, poteva andare a fare il presidente della Commissione Europea.
Questo è stato un errore politico strategico veramente determinante, un errore che a quel punto ha veramente inciso sulla suggestione positiva che l'Ulivo, il governo Prodi avevano suscitato nel Paese"Sulla questione dei "seggi fantastma" Enrico Micheli ha dichiarato di attendere la decisione della Giunta elettorale che deve pronunciare la parola conclusiva sulla vicenda dell'assegnazione dei seggi vacanti, ma ha manifestato preoccupazione per un possibile ribaltamento delle decisioni dell'Ufficio nazionale centrale della Corte di Cassazione perché se ciò avvenisse "non sarebbe un segnale molto incoraggiante".
La questione dei "deputati fantasma" - ha sottolineato - è stata causata "dall'anomalia dell'abuso delle liste civetta" che è "tra i motivi per cui il centrosinistra non ha potuto fare l'accordo con Rifondazione".
Giudizio positivo sulla proposta di Cofferati: "Il governo ombra può essere una buona idea e certamente lo è.
La tentò anche il Polo all'inizio del governo Prodi" ha affermato, mentre a D'Amato ha rivolto un'accusa di ingenerosità per le dichiarazioni rilasciate a commento del voto, dimentico "che in tutte le circostanze bisogna mantenere un certo stile".Micheli ha anche fatto riferimento a possibili accordi con i Radicali: "Ritengo - ha affermato - che il mondo radicale deve dare il suo apporto al polo progressista che si deve consolidare altrimenti questo Paese tendenzialmente moderato ci ha indicato qual è la strada che preferisce".
Necessario invece trovare accordi con Rifondazione Comunista anche se convincere Bertinotti a recedere dalla sue posizioni "è più difficile di addomesticare il lupo per San Francesco" Ultima stoccata a Tremonti sulle dichiarazioni relative ai conti pubblici: "Quando si diventa ministri in pectore" - ha ricordato - è tempo di "finirla con la propaganda" perché altrimenti si danneggerebbero gli interessi di tutti gli italiani che si stanno rappresentando.
"I conti sono in ordine - ha comunque assicurato - e questa legislatura per la prima volta ha ridotto il debito".
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