12 LUG 2001

Assonime: Assemblea 2001 con Giulio Tremonti

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Roma, 12 luglio 2001, h09:58 - Semplificazione del sistema tributario, riforma del diritto societario e revisione delle autorità di regolazione.

Questi i temi oggetto della relazione del nuovo presidente all'assemblea 2001 dell'Assonime.

Ma l'assemblea - all'indomani delle rivelazioni sull'entità del 'buco' sui conti pubblici - è caratterizzata soprattutto dall'intervento, in gran parte incentrato sull'attualità, del Ministro dell'Economia e Finanza, Giulio Tremonti.

La contabilità non è oggetto di concertazione«Non credo che la contabilità sia oggetto di possibile concertazione».

Parla
a braccio, Giulio Tremonti, ma iniziando un lungo intervento tocca subito gli argomenti di stretta attualità.

Il Ministro dell'Economia replica a Sergio Cofferati, che ieri aveva duramente criticato la decisione di rendere note le cifre del buco nei conti pubblici in un'intervista televisiva.

«Abbiamo utilizzato il servizio pubblico a mercati chiusi - spiega l'economista di Fi - e riteniamo sia stata una scelta rigorosa.

D'altro canto anche al sindacato era stato detto che i numeri che i numeri non erano quelli noti e che erano significativamente peggiori».

L'entità del 'buco'Il governo precedente - ricorda poi Tremonti - si era impegnato con il Dpef a contenere quest'anno l'indebitamento allo 0,8% del Pil.

Le proiezioni fatte dalla ragioneria generale dello stato a legislazione invariata indicano invece un rapporto pari all'1,9%, ma se si tiene conto dell'andamento preoccupante del fabbisogno, sopratutto negli ultimi mesi, «la proiezione è molto sopra l'1,9».Find out, react, respectLa formula con cui il governo affronterà la questione è quella indicata ieri: find out, react, respect.

Tremonti ne illustra l'origine.

«A Bruxelles - dichiara - la discusisone si è svolta in modo informale, tra colleghi, ciascuno con i suoi problemi.

Un ministro mi ha dato la formula per affrontare il problema dei conti pubblici».

Tradurre ed applicare alla situazione italiana questa formula significa trovare i numeri al più presto e nel modo più chiaro e onesto possibile, dare subito comunicazione di quello che si vuol fare per reagire e farlo subito, rispettare il pareggio di bilancio nel 2003.

Il governo, di conseguenza - spiega il ministro - adotterà una politica di tesoreria molto rigida, con un taglio del 10% dei trasferimenti ai ministeri, allo scopo di rientrare innanzitutto entro l'1,9 di indebitamento.

Dopodiché «l'obiettivo sarà quello di scendere sotto questa percentuale, attraverso una gestione efficiente del patrimonio, una politica di privatizzazioni e di valorizzazione dei beni pubblici in tempo reale, la quale crediamo sortirà effetti significativi».

Non ci sarà dunque nessuna manovra correttiva.

Perchè, sottolinea ancora una volta Tremonti, «sarebbe suicida».

I provvedimenti in cantiereTra le novità annunciate oggi, il provvedimento che - in coincidenza con il passaggio all'euro - dovrebbe favorire il rientro dei capitali italiani dall'estero.

«Allo stato attuale - dichiara d'altra parte il ministro - sono state rimosse le ragioni politiche, fiscali e di altro tipo che avevano favorito l'esodo di capitali».

Novità in arrivo anche per fondi immobiliari ed ex municipalizzate.

Nel primo caso, annuncia Tremonti , «le norme in materia saranno equiparate a quelle che regolano gli altri tipi di fondi, allo scopo di agevolare anche la vendita di immobili pubblici».

Per quanto concerne le ex aziende municipalizzate, in sede di privatizzazione e di liberalizzazione del comparto dovrà essere prevista anche la scissione della rete delle attuali società multiservizi.

La questione delle pensioniTremonti affronta anche la questione pensioni, tracciando le direzioni nelle quali il governo intende muoversi.

L'esecutivo guidato da Silvio berlusconi procederà innanzitutto alla verifica sulla riforma Dini.

In secondo luogo abolirà il divieto di cumulo.

In terzo luogo procederà alla liberalizzazione dell'età pensionabile e l'equiparazione fra fondi chiusi ed aperti».

Su quest'ultimo punto Tremonti specifica che «i fondi collettivi sono solo una delle ipotesi di previdenza complementare».

Ed aggiunge: «Vogliamo che il lavoratore sia libero di scegliere se lasciare il tfr in azienda oppure metterlo nei fondi, ed in quest'ultimo caso dovrà essere libero anche di rivolgersi ai fondi controllati dal sindacato od a quelli sul mercato».

Gli interventi sulla spesa sanitariaUltimo punto toccato dal ministro dell'Economia e Finanza, quella della spesa sanitaria.

«Il problema - ha detto il ministro - non sta nell'abolire o meno il ticket».

Si può dire invece che la scelta fatta a suo tempo «è stata demagogica» perchè «non ha aumentato la salute dei cittadini ma soltanto consentito maggiori profitti all'industria farmaceutica».

Il problema vero - aggiunge Tremonti - consiste «nel ristrutturare la spesa, attraverso un meccanismo di trasferimenti condizionati alle Regioni».

In questo senso dunque «alcuni 'pezzi'» della Legge Bindi andrebbero sostituiti con leggi regionali, in armonia del resto con il dettato costituzionale, in quanto la costituzione indica solo i principi fondamentali entro i quali va esercitata la sovranità statale.

Al contrario, fino ad oggi si è verificata un'occupazione da parte della legislazione statale degli spazi di competenza regionale».Le posizioni dell'AssonimeLa fiducia (e le richieste) dell'Associazione nazionale delle società per azioni è espressa nella relazione del nuovo presidente Vittorio Merloni.

«Adesso - dichiara - abbiamo davanti l'opportunità di una legislatura completa, la possibilità di lavorare con un punto di riferimento preciso per cinque anni.

E ciò è importante per la nostra associazione.

E per questo, nel mio mandato biennale, mi concentrerò su tre priorità: l'imposizione sulle imprese, il cui livello è diminuito negli ultimi anni, ma che speriamo continui ancora a scendere, la riforma del diritto societario, e le autorità amministrative di regolazione.

Alle authority sono stati attribuiti compiti molto importanti, è certo, però, che deve essere fatta chiarezza sui compiti e sui poteri delle diverse autorità, altrimenti più che chiarezza si genera confusione».

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