03 SET 2001

Vertice Fao: Diouf, Sì allo spostamento fuori Roma, ma si rispetti la data

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 4 min

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Il vertice della Fao non si farà a Roma.

Ad annunciarlo è il direttore generale dell'Agenzia Onu in una conferenza stampa al termine di un incontro con il Premier Silvio Berlusconi e con il Ministro degli Esteri Renato Ruggiero, tenutosi in Via del Plebiscito.

"Abbiamo confermato la disponibilità della Fao a spostare il summit al di fuori della Capitale - dichiara Diouf - a patto che venga mantenuta la data prevista".

La conferenza stampa è anche l'occasione per spiegare gli obiettivi del World Food Summit di novembre.

Fondamentale, la necessità di reperire finanziamenti per
un'organizzazione che ha uno scopo - combattere la fame nel mondo - nemmeno troppo contrastante con quelli dei movimenti antiglobalizzazioneRoma, 3 settembre 2001 - Si sono incontrati a Palazzo Grazioli il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il Ministro degli Esteri Renato Ruggiero ed il Direttore Generale della Fao Jaques Diouf, per parlare della data e del luogo in cui si terrà il World Food Summit, inizialmente previsto per il 5-9 novembre a Roma.

Già stamani si era infittita la serie di anticipazioni e commenti sulla possibile soluzione della questione.

Il Sottosegretario all'Interno Carlo Taormina ai microfoni di Radio Radicale aveva definito "probabile" il trasferimento e la scelta di Fiuggi.

Il portavoce del Presidente del Consiglio, al termine dell'incontro in Via del Plebiscito, ha spiegato che Silvio Berlusconi era "molto soddisfatto".

Anche più eloquente il pollice alzato mostrato dal ministro Renato Ruggiero all'uscita.

Sì allo spostamento fuori Roma, a patto che venga mantenuta la data previstaAlle 17, presso la sede della Fao, è stata la volta di Jacques Diouf.

Il direttore generale della Fao in una conferenza stampa ha confermato il suo sì allo spostamento del vertice in una città diversa da Roma, a patto, però, che siano fornite precise garanzie sul mantenimento della data fissata.

"Decideremo presto, non abbiamo parlato di luoghi in particolare, ma abbiamo confermato la disponibilità della Fao a spostare il summit al di fuori della Capitale.

A patto che venga mantenuta la data prevista" - ha dichiarato.

La ragione di questa richiesta di garanzia è presto detta: differire il calendario degli incontri di quasi settemila persone, centocinquanta delegazioni ufficiali, più un centinaio di capi di Stato e di Governo, a due mesi dal vertice, sarebbe impresa pressoché impossibile.

Il diplomatico senegalese ha anche sottolineato di aver "fatto presente i requisiti chiesti dalla Fao per la sede del vertice": gli alloggi, la sicurezza, le esigenze dei luoghi di riunione sia per il vertice che per le tavole rotonde, gli aeroporti, il catering per migliaia di persone, le strutture per i media, eccetera.

In ogni modo, ha manifestato la sua - e del Consiglio generale della Fao, cui spetta l'ultima parola - disponibilità a trattare.

"Ci sono molti problemi da vagliare, restiamo aperti a tutte le possibilità".Il deficit della Fao: sfamare 150 Paesi con 651 milioni di dollariLa conferenza stampa di oggi è stata anche una buona occasione per riconsiderare i problemi finanziari che affliggono da anni la stessa istituzione Fao.

Tra gli obiettivi del vertice di novembre c'è quello fondamentale di reperire finanziamenti.

La Food and Agricolture Organization delle NU dispone infatti attualmente di un budget di 650 milioni di dollari, per due anni.

Per comprendere l'esiguità di questa somma - ha spiegato Diuof - basti considerare che "nel 1999 il sostegno per l'agricoltura da parte dei Paesi dell'Ocse, per i propri agricoltori, è stato di 651 milioni di dollari, per un anno".

Soprattutto però va considerato lo scopo stesso che l'organizzazione in questione si propone: curare una piaga micidiale come la fame in oltre 150 Paesi in via di sviluppo.

La Fao e i Popoli di SeattleQuestione probabilmente molto sentita anche dai movimenti antiglobalizzazione, che pure, essendo fonte diretta o indiretta della minaccia di violenze, hanno posto in essere la questione dello spostamento del vertice.

Diouf pur dichiarandosi "favorevole"' alle manifestazioni pacifiche, "che promuovono la partecipazione dei cittadini e non hanno nulla di negativo", ha riconosciuto in merito la vulnerabilità della Fao.

I vertici dell'organizzazione - ha detto - "non sono in grado di garantire che nei cortei non accadano cose negative come quelle accadute a Genova.

Dunque, aspetteremo che sia il governo italiano a fare delle proposte".

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riduci

  • Introduzione di Jacques Diouf, direttore generale della Fao

    <strong>Indice</strong><br>
    0:00 Durata: 24 min 39 sec
  • Il deficit della Fao e il deficit di investimenti

    <strong>Domande dei giornalisti</strong>
    0:24 Durata: 3 min 59 sec
  • Il colloquio con Berlusconi: le ubicazioni possibili del vertice

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  • Gli interessi della Fao e la lotta anti-global

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  • Gli obiettivi del vertice: il reperimento di finanziamenti

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  • Ruolo e budget della Fao nel combattere la fame nel mondo

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