03 SET 2001

Il futuro dei Ds: Violante, «Non bisogna portare i sindacati nello scontro del partito»

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Roma, 3 settembre 2001 - "L'obiettivo più ambizioso che possono darsi le diverse anime dei Ds per l'imminente congresso del loro partito è di non arrecare danni troppo devastanti".

E' il monito lanciato ai Ds da Paolo Franchi, autorevole editorialista del Corriere della Sera, solo qualche giorno fa.

Franchi non è il solo a pensare che il confronto in vista dell'appuntamento di questo autunno è "partito malissimo", nel segno di un "personalismo esasperato, espressione non tanto di un'aperta e dura lotta per la leadership, quanto piuttosto di un'irresistibile voglia di regolamento di
conti".

Lo confermano i dibattiti a cui si è assistito nel corso degli incontri della Festa dell'Unità, per esempio.

Non solo per le dichiarazioni incrociate dei leader, che testimoniano la poca serenità del momento che vive il partito, ma soprattutto per le numerose ammissioni udite in questi giorni.

Questa sera è la volta di Luciano Violante.

L'ex presidente della Camera dichiara: "Un partito litigioso non serve a nessuno" e se la prende in particolar modo con i sindacati, che non devono entrare nello "scontro".

"Non bisogna portare i sindacati nello scontro del partito"Parla a Cofferati, Luciano Violante, replicando alle accuse formulate dal leader della Cigl, ancora una volta dalle colonne del quotidiano di Via Solferino.

Cofferati ipotizzava un tesseramento fasullo a Torino per alcuni iscritti alla Uil in vista del Congresso.

Che si tratti o no di una "questione morale", Violante risponde spiegando che "non bisogna portare i sindacati nello scontro".

Perché, in caso contrario, si attivano "processi degenarativi" sia per l'una che per l'altra parte.

Più tardi, rispondendo alle domande dei cronisti, Violante aggiungerà una distinzione puntuale tra il Cofferati iscritto ai Ds ed il segretario della Cigl: il primo, titolare di "tutti i diritti" rispetto ad un dibattito che anima il suo partito, il secondo soggetto ad "una serie di limitazioni".

" E' come se - dirà l'ex magistrato - un partito si occupasse del congresso della Cgil: sarebbe sbagliato".

Quindi: l'iscritto Cofferati può fare tutto quello che vuole, il segretario deve stare "un po' più attento".

"Un'opposizione seria si fa tanto in parlamento, quanto nel paese"Ma il futuro del partito dipende da molti altri fattori.

In cantiere c'è il progetto di un documento comune su cui tutti e tre i firmatari delle mozioni potrebbero convenire.

Finito il tempo delle solite riflessioni sulla sconfitta - "abbiamo spostato migliaia di quadri dal partito alle istituzioni", spiega Violante, e in fondo, rispetto al 1996, la sinistra ha conquistato "due milioni di voti in più" - è il momento di rimboccarsi le maniche e "combattere", perchè "solo in questo modo si conserva una possibilità di vincere".

Il partito visto dal capogruppo diessino alla Camera deve sapere anche interpretare correttamente il ruolo dell'opposizione, "per far prevalere alcune idee e limitare i danni che può fare la maggioranza e concordare con essa se la maggioranza propone cose serie e accettabili".

Per questo "un'opposizione seria si fa tanto in Parlamento, quanto nel paese: è un'operazione a tutto campo".

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