06 SET 2001

Mozioni Ds: Berlinguer, "Tutto il mio impegno contro le correnti"

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 34 min 25 sec
Organizzatori: 

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Il neo-candidato illustrando la mozione del "correntone" alla presenza di Cofferati e degli altri big, richiama all'unità il partito e promette: "Se vinco, mai più coalizioni di potere"   Roma, 6 settembre 2001 - Presentata oggi in via Nazionale la terza ed ultima delle mozioni congressuali e candidature alla segreteria dei Democratici di Sinistra.

Dopo Enrico Morando e Piero Fassino, anche Giovanni Berlinguer dichiara: "Basta con i personalismi".

Essenziale, così come richiede la base, l'assoluto "accordo" dei tre a lavorare ora e soprattutto dopo il congresso nella e per la "unità del
partito".

Con l'impegno di "non trasformare dopo il congresso la mozione in corrente".Con Fassino c'è identità di vedute sull'unità del partito    Identità di vedute con Fassino sull'unità del partito e sulla necessità di non cristallizzare le mozioni in correnti dopo il congresso.

Berlinguer sottolinea di essere al di sopra di ogni sospetto se già tempo fa aveva dedicato un pamphlet ("I Duplicanti") alla causa.

"Sono d'accordo con Fassino sulla unità dei Ds e io aggiungo dell'Ulivo - afferma il professore - è la nostra casa comune e deve diventare un soggetto politico, non una coalizione di partiti, deve darsi regole condivise e orientate ad una maggiore partecipazione, a partire dalla scelta del premier.

I Ds invece devono superare le contrapposizioni e i personalismi, lavorando insieme dopo il congresso".Esaurite le premesse, però le divisioni restano    Esaurite le premesse, analisi e soluzioni per il futuro della sinistra restano distinte.

La presenza dei big del "correntone" - da Antonio Bassolino seduto in ultima fila, a Sergio Cofferati che arriva a incontro stampa già concluso, a Pietro Folena, Giovanna Melandri, Fabio Mussi, Cesare Salvi, Marco Fumagalli, Gloria Buffo, Luciano Pettinari, Giorgio Mele, Tom Benettollo - esclude ogni dubbio.

Primo nodo: la sconfitta.

Se per Fassino - spiega Berlinguer - è dipesa da un deficit riformistico, per i firmatari della mozione presentata oggi la sconfitta è stata causata piuttosto da "uno spostamento dei Ds a destra".

L'autorevole professore sottolinea l'importanza della apertura ai giovani e alle donne e insiste sulla necessità di "non farsi trovare senza una posizione" così come è stato rispetto al movimento antiglobalizzazione.

Recuperare il rapporto con "i movimenti"    Berlinguer sa che soprattutto il rapporto con i movimenti è una questione importante nel confronto con Bertinotti.

"Fassino - spiega il candidato del correntone - denuncia un 'rischio di movimentismo' a fronte della sua convinzione che invece in questi anni la sinistra 'ha favorito una perdurante stagnazione del movimentismo in Italia' con il risultato di trovarsi senza posizioni rispetto al movimento anti-globalizzazione che esiste ormai da dieci anni".

Però, nonostante le dichiarazioni susseguitesi in questi giorni, i tempi per un'apertura al Prc non sono ancora maturi.

"La condanna e la distinzione" fra politica, movimenti di idee e violenza da parte di Berlinguer è "netta" e nemmeno troppo preoccupata delle reazioni del segretario di Rifondazione.

Ma Bertinotti fa male ad andare con Agnoletto a Bruxelles     "Il Genoa Social Forum - spiega innanzitutto Berlinguer - per me ha svolto un ruolo importante.

Anche Agnoletto.

Non altrettanto le tute bianche ed altri dirigenti che hanno pronunciato parole di violenza che pesano perchè qualcuno le prende sul serio".

Se poi occorre ammettere "silenzi e corresponsabilità del socialismo europeo" rispetto ai suoi modelli di sviluppo, la sua "giustizia" e la possibilità di "partecipazione", va anche chiarito che il "no alla globalizzazione" è "retrivo".

Non è esente da critiche il comportamento di Bertinotti.

"Non capisco - dichiara Berlinguer - perchè sia andato insieme a Agnoletto in aereo a Bruxelles o viceversa: è un danno mettere un marchio politico su un movimento così nobile". .

leggi tutto

riduci