07 SET 2001

Il futuro dei Ds: D'Alema, "Ognuno deve togliersi i suoi pesi dallo stomaco"

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 53 min
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Alla Festa dell'Unità di Ravenna Massimo D'Alema spiega che la "fase recriminatoria" dei Ds non è ancora finita   Ravenna, 6 settembre 2001 - Chi vuole fare fuori D'Alema dai Ds? Il dibattito nei Democratici di sinistra questa sera vede protagonista il presidente della Quercia.

Alla Festa dell'Unità di Ravenna, intervistato dal giornalista di Repubblica Giovanni Valentini, D'Alema analizza passato, presente e futuro dei Ds e replica agli attacchi degli avversari.

"Ai miei critici dico: non siate faziosi, non trascinatemi nella battaglia, non costringetemi a menar fendenti perché non lo
voglio fare".

Prima di arrivare al congresso di Pesaro - spiega - "ognuno deve togliersi i suoi pesi dallo stomaco.

Io no...

non me lo sono tolto".

Nulla di personale nei confronti del candidato del correntone.

"La candidatura di Berlinguer - osserva D'Alema - è una garanzia di un confronto elevato che non si gioca sul piano dell'aggressione personale".

Ma restano inaccettabili attacchi che prescindono da effettive responsabilità.

"Si capisce - osserva l'ex presidente del Consiglio - che ci si volga contro un uomo che dirige un partito per dire tu hai perso, devi farti indietro.

Ma noi avevamo un altro segretario del partito, che ora fa un altro lavoro.

Allora qui c'è qualcosa di inaccettabile.

Perché siccome non si può pretendere da me che rinunci alla guida del partito (che non esercito e alla quale non mi candido) si vuole colpire una persona.

E io ritengo immodestamente che questa persona, insieme ad altre, rappresenti una parte del patrimonio della sinistra, di credibilità nel Paese".Dove dovrei andare?   "Dove dovrei andare? Io non sono candidato a nulla.

Non mi ritirerò dalla lotta politica.

Il mio patrimonio è il prestigio è il consenso che si raccoglie intorno alla mia persona.

Questo non me lo possono togliere".

Si difende Massimo D'Alema, certo di poter ancora dare un contributo importante al suo partito.

"Considerate - spiega, rivolgendosi a chi lo critica - che avete una risorsa che vuole mettersi a disposizione, voglio dare un contributo al futuro di questo partito.

Lasciatemelo fare perché penso di potere essere utile".

E sul dilemma che avvolge la presidenza Ds, aggiunge: "Io non ho chiesto di fare il presidente e non lo chiedo.

Deciderà il congresso, se sarà utile averne uno, cosa che non è obbligatoria.

Ma non mi si può chiedere di rimanere fuori e poi attaccarmi tutti i giorni.

Perché inevitabilmente questo mi trascina dentro".

Non mi ritirerò dalla lotta politica    L'attacco a D'Alema non è motivato da responsabilità politiche ma da ragioni relative alla sua persona.

"Io comunque - afferma il presidente della Quercia - non mi ritirerò dalla lotta politica.

Si capisce che ci si volga contro un uomo che dirige un partito per dire tu hai perso, devi farti indietro.

Ma noi avevamo un altro segretario del partito, che ora fa un altro lavoro.

Allora qui c'è qualcosa di inaccettabile.

Perché siccome non si può pretendere da me che rinunci alla guida del partito (che non esercito e alla quale non mi candido) si vuole colpire una persona.

E io ritengo immodestamente che questa persona, insieme ad altre, rappresenti una parte del patrimonio della sinistra, di credibilità nel Paese".

Un patromonio, spiega, che gran parte dei Ds vuole preservare.

"Se superiamo la crosta sottile di quel ceto politico-giornalistico che anima le cronache romane e andiamo verso il popolo non è minimamente vero che se io mi ritirassi questo favorirebbe l'unità.

Anzi, sarebbe percepito come un messaggio di rinuncia.

E pagheremmo un prezzo.

La mia è una riflessione fredda: io ci sono non per protervia, ma perché ci sono.

Punto e basta.

E con questo potete fare i conti".Berlinguer è una presenza rassicurante e positiva   "La candidatura di Berlinguer è una garanzia di un confronto elevato che non si gioca sul piano dell'aggressione personale.

E' una presenza rassicurante e positiva".

Nessun rancore dunque nei confronti del candidato della sinistra interna al partito, di cui D'Alema dichiara di essere è amico da trent'anni.

"Ritengo che la proposta di Piero sia più convincente per il futuro del partito, punto e basta" - spiega il presidente.

"Non ho argomenti contro nessuno guardo come un militante alle proposte politiche che sono in campo".

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  • Introduzione

    <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 7 min 50 sec
  • Chi vuole fare fuori D'Alema

    <strong>Massimo D'Alema risponde alle domande di Giovanni Valentini, giornalista de <em>La Repubblica</em></strong><br>
    0:07 Durata: 10 min 42 sec
  • La richiesta di fare un passo indietro in vista del Congresso

    0:18 Durata: 8 min 49 sec
  • La candidatura di Giovanni Berlinguer

    0:27 Durata: 11 min 15 sec
  • Rivendicare le cose fatte dalla sinistra

    0:38 Durata: 20 min 41 sec
  • Gli errori commessi

    0:59 Durata: 10 min 13 sec
  • La mancata risoluzione del conflitto d'interessi

    1:09 Durata: 16 min 41 sec
  • La solidità della democrazia nel nostro paese

    1:26 Durata: 10 min 59 sec
  • Il superamento dell'Ulivo per un grande partito democratico

    1:37 Durata: 16 min 38 sec