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Marco Pannella interviene a RadioRadio e spiega la posizione dei radicali sull'art.18.
"Come mai economisti anche di sinistra hanno posizioni assolutamente sulla nostra linea anche se la stampa padronale non lo dice?" - si chiede il leader radicale.
La risposta è immediata: "Una sinistra conservatrice dei garantiti mette sul lastrico in Italia una percentuale di disoccupati che non conosce l'Europa".
Il leader radicale, inoltre non manca di far notare come per i dipendenti di sindacati e associazioni no-profit l'articolo 18 non sia applicabile.Roma, 10 settembre 2001 - In Italia per i … lavoratori dipendenti delle aziende private sono in vigore due differenti discipline, a seconda che il lavoratore sia assunto in un'azienda con più o meno di quindici dipendenti.
In ogni caso il licenziamento individuale deve essere motivato da "giusta causa" o "giustificato motivo".
Qualora il magistrato stabilisca che non sussista nessuna di queste due motivazioni, nel caso di licenziamento operato in azienda con più di quindici dipendenti, viene decretato automaticamente il reintegro del lavoratore nel posto di lavoro, con condanna del datore di lavoro al pagamento di tutte le retribuzioni e di tutti i contributi relativi al periodo dal licenziamento alla sentenza, che spesso giunge dopo numerosi anni.
Tale meccanismo di automaticità del reintegro è riscontrabile solo in Italia.
Il licenziamento senza giusta causa operato da un datore di lavoro con meno di quindici dipendenti viene invece sanzionato dal giudice con la corresponsione al lavoratore licenziato di un indennizzo monetario, non essendo in questo caso applicabile l'art.
18 dello Statuto dei Lavoratori.
Da tempo i radicali si battono per l'abolizione dell'articolo 18.
L'attuale disciplina è vista come la fontedi un'ingiustificabile disparità di trattamento nell'ambito del lavoro dipendente privato.
Ma soprattutto, secondo i radicali, determina una situazione di estrema rigidità del mercato del lavoro che è una delle principali cause dell'elevato tasso di disoccupazione in Italia - in particolare tra i giovani -, di un ricorso, fin troppo massiccio ormai, ai contratti atipici nonché dell'elevatissima percentuale di disoccupati di lungo periodo.
Sul fronte delle imprese più grandi, l'art.
18 funziona come potente deterrente a nuove assunzioni con "normali" contratti a tempo indeterminato; per le aziende più piccole, invece, l'art.18 costituisce un disincentivo alla crescita degli addetti oltre le quindici unità.
Il prossimo 21 settembre Radicali Italiani comincerà la raccolta delle firme per 25 proposte di legge che contengono tra l'altro una nuova disciplina dei licenziamenti individuali (con l'abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) e una delega al Governo per l’istituzione del sussidio di disoccupazione e per l’integrazione dei sistemi di protezione sociale e promozione del lavoro.
Nel filodiretto che proponiamo, andato in onda quest'oggi su RadioRadio, Marco Pannella risponde ai quesiti degli ascoltatori.
"Bossi, Maroni e Bertinotti sono ormai una sola linea - dichiara il leader radicale.
"Non esiste nulla di equiparabile all'articolo 18 in nessun paese democratico al mondo.
Dunque: o tutti i paesi socialdemocratici sono reazionari o altrimenti in Italia c'è una stranezza.
Del resto che questa norma sia una norma anti-lavoratori perché li considera incapaci di fare delle scelte serie é dimostrato dal fatto (che la gente non conosce) che Cofferati, il sindacato, tutte le confederazioni anche padronali, il no-profit, hanno proibito per loro l'art.18".
"Come mai economisti anche di sinistra hanno posizioni assolutamente sulla nostra linea anche se la stampa padronale non lo dice?" - si chiede il leader radicale.
La risposta è immediata: "Una sinistra conservatrice dei garantiti mette sul lastrico in Italia una percentuale di disoccupati che non conosce l'Europa".
Il leader radicale, inoltre non manca di far notare come per i dipendenti di sindacati e associazioni no-profit l'articolo 18 non sia applicabile.Roma, 10 settembre 2001 - In Italia per i … lavoratori dipendenti delle aziende private sono in vigore due differenti discipline, a seconda che il lavoratore sia assunto in un'azienda con più o meno di quindici dipendenti.
In ogni caso il licenziamento individuale deve essere motivato da "giusta causa" o "giustificato motivo".
Qualora il magistrato stabilisca che non sussista nessuna di queste due motivazioni, nel caso di licenziamento operato in azienda con più di quindici dipendenti, viene decretato automaticamente il reintegro del lavoratore nel posto di lavoro, con condanna del datore di lavoro al pagamento di tutte le retribuzioni e di tutti i contributi relativi al periodo dal licenziamento alla sentenza, che spesso giunge dopo numerosi anni.
Tale meccanismo di automaticità del reintegro è riscontrabile solo in Italia.
Il licenziamento senza giusta causa operato da un datore di lavoro con meno di quindici dipendenti viene invece sanzionato dal giudice con la corresponsione al lavoratore licenziato di un indennizzo monetario, non essendo in questo caso applicabile l'art.
18 dello Statuto dei Lavoratori.
Da tempo i radicali si battono per l'abolizione dell'articolo 18.
L'attuale disciplina è vista come la fontedi un'ingiustificabile disparità di trattamento nell'ambito del lavoro dipendente privato.
Ma soprattutto, secondo i radicali, determina una situazione di estrema rigidità del mercato del lavoro che è una delle principali cause dell'elevato tasso di disoccupazione in Italia - in particolare tra i giovani -, di un ricorso, fin troppo massiccio ormai, ai contratti atipici nonché dell'elevatissima percentuale di disoccupati di lungo periodo.
Sul fronte delle imprese più grandi, l'art.
18 funziona come potente deterrente a nuove assunzioni con "normali" contratti a tempo indeterminato; per le aziende più piccole, invece, l'art.18 costituisce un disincentivo alla crescita degli addetti oltre le quindici unità.
Il prossimo 21 settembre Radicali Italiani comincerà la raccolta delle firme per 25 proposte di legge che contengono tra l'altro una nuova disciplina dei licenziamenti individuali (con l'abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) e una delega al Governo per l’istituzione del sussidio di disoccupazione e per l’integrazione dei sistemi di protezione sociale e promozione del lavoro.
Nel filodiretto che proponiamo, andato in onda quest'oggi su RadioRadio, Marco Pannella risponde ai quesiti degli ascoltatori.
"Bossi, Maroni e Bertinotti sono ormai una sola linea - dichiara il leader radicale.
"Non esiste nulla di equiparabile all'articolo 18 in nessun paese democratico al mondo.
Dunque: o tutti i paesi socialdemocratici sono reazionari o altrimenti in Italia c'è una stranezza.
Del resto che questa norma sia una norma anti-lavoratori perché li considera incapaci di fare delle scelte serie é dimostrato dal fatto (che la gente non conosce) che Cofferati, il sindacato, tutte le confederazioni anche padronali, il no-profit, hanno proibito per loro l'art.18".
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