10 OTT 2001

Cecenia: I pericoli della "santa alleanza" antiterrorismo

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Un anno fa veniva assassinato in Georgia Antonio Russo.

Il radicale giornalista da tempo si occupava della questione cecena.

Dopo l'11 settembre, la Cecenia torna d'attualità anche per Vladimir Putin Roma, 11 ottobre 2001 - Il 16 ottobre di un anno fa veniva assassinato in Georgia Antonio Russo.

Da tempo il giornalista era impegnato a denunciare le atrocità perpetrate da ambo le parti in Cecenia, in una guerra che non è mai finita.

Durante gli ultimi 7 anni, almeno 150.000 ceceni (il 15% della popolazione) hanno perso la vita, 250.000 rifugiati si trovano in condizioni disumane, decine di
migliaia di civili e membri della resistenza vivono la realtà dei gulag della Russia "democratica", dei campi di concentramento, delle torture, delle estordioni e delle esecuzioni sommarie.

Il Partito Radicale Transnazionale sta cercando di portare l'attenzione delle autorità dell'Unione Europea sulla questione.

Il disegno di PutinDopo gli attentati alle Twin Towers, la Cecenia in effetti è tornata d'attualità, ma sotto tutt'altra angolazione.

Il presidente russo Vladimir Putin, appoggiando la guerra internazionale al terrorismo, sta cercando di inserirvi i suoi "problemi" in Cecenia.

Qualche giorno fa il presidente Bush si è dichiarato pubblicamente d'accordo con Putin sul fatto che il terrorismo legato a Osama bin Laden sta combattendo l'esercito russo nella repubblica a maggioranza musulmana e ha detto che i ceceni devono essere "portati alla giustizia".

La questione è stata ripresa anche dal Washington Post, che ha notato come l'amministrazione Bush da allora abbia iniziato "in punta di piedi" a prendere una concreta posizione in supporto a Mosca.

Il presidente americano ha infatti mandato un duro messaggio al ministro degli esteri ceceno in esilio chiedendo che la direzione ribelle rompesse le relazioni con i due comandanti ceceni che rappresentano la fazione fondamentalista islamica del movimento.Ma la Cecenia non è un gruppo terroristico"Putin - scrive il Washington Post - vorrebbe che il mondo credesse che i passi degli Stati Uniti siano equiparabili al suo supporto all'offensiva americana contro Osama bin Laden e al regime talebano in Afghanistan.

Ma non lo sono; e prima dell'amministrazione Bush si spinga oltre nel supportare le politiche di Putin in Cecenia, vale la pena rivedere perché quel conflitto, e il terrorismo associato ad esso, sono differenti.

La Cecenia non è un gruppo terroristico o un movimento islamico ma una nazione occupata dalla Russia nel 19mo secolo e che per più di 10 anni ha cercato di riottenere un governo autonomo.

Il leader ceceno, Aslan Maskhadov, non è un islamico estremista e nemmeno un soldato ma un politico filo-occidentale, democraticamente eletto nel 1997, due anni prima chePutin scelse di ribaltare l'accordo di pace e mandare 80.000 truppe russe ad invadere la repubblica cecena".Le più brutali atrocità del conflitto ceceno - conflitto che sarebbe stata evitato se la Russia avesse concesso l'autodeterminazione alla nazione cecena - sono state perpetrate non da terroristi internazionali ma dalle forze russe di Putin.

Oltre ad Antonio Russo, molti gruppi per i diritti civili occidentali e russi hanno documentato i crimini di guerra perpetrati.

E' anche a causa di questa situazione che in Cecenia negli ultimi anni sono comparse formazioni che includono i combattenti arabi o i comandanti e che sono supportati dai fondi dei militanti islamici (tra cui presumibilmente anche Usama bin Laden).

Questi gruppi hanno avuto un rapporto difficile con Maskhadov e i principali comandanti ceceni che vorrebbero uno stato laico con stretti legami con la Russia e l'Occidente.

Per questa ragione la richiesta che i leader ceceni prendano le distanze dai militanti islamici è largamente superfluo perché sono già nemici e rivali per il potere.

Il vero problema in Cecenia è stato il rifiuto da parte della Russia a considerare i diritti politici dei Ceceni e di negoziare con Maskhadov, combinato alla violazione sistematica dei diritti umani, ha portato un'interminabile guerra e anarchia che ha causato un'apertura per il terrorismo straniero.

Solo un mese fa Putin ha rifiutato l'idea di negoziare con Maskhadov; adesso il suo portavoce afferma che sta cercando fortemente un dialogo con il Presidente ceceno come "rappresentante di forze moderate".

"In un certo senso - scrive ancora il Washington Post - questo cambiamento da parte di Putin è radicale quanto il cambiamento nella politica dell'amministrazione Bush per quanto riguarda la Cecenia, e offre alcune giustificazioni per le recenti prese di posizione americane piuttosto che un semplice quid pro quo in cambio del supporto russo in Asia centrale.

Ma non è ancora chiaro se Putin stia cercando seriamente una risoluzione politica - e questo è il punto cruciale.

Chiaramente, gli Stati Uniti supportano la distruzione della rete di Osama bin Laden in Cecenia e dovunque essa esista.

Tuttavia l'amministrazione Bush deve anche ricordare - e renderlo chiaro a Mosca - che fino a quando il governo russo non raggiungerà un accordo con il governo Maskhadov e concluderà le sue campagne militari contro le popolazioni civili cecene, non ci sarà nessuna possibilità di raggiungere questo scopo".Un ruolo fondamentale potrebbe spettare all'Unione Europea Sulla questione Radio Radicale ha sentito il parere di Nodar Gabashvili, esperto di politica internazionale e viceministro degli esteri in Georgia.

Gabashvili sottolinea quanto sia rischioso consentire al presidente Putin di ricondurre la questione cecena ad una lotta contro un movimento di terroristi, in cambio dell'impegno della Russia nella coalizione internazionale nata all'indomani dell'attentato negli Usa.

L'ex ministro georgiano risponde anche a quanti hanno fatto circolare notizie sulla provenienza da campi di guerriglieri ceceni di quattro tra gli attentatori delle Twin Towers.

Ricorda che la Cecenia è completamente chiusa, isolata dal mondo e che il tentativo di screditare il movimento di resistenza degli indipendentisti è stato una caratteristica costante dell'atteggiamento dei servizi segreti russi.

Questo atteggiamento è stato funzionale al rafforzamento del l'immagine di Putin, che s'impegnò nella seconda guerra cecena per garantirsi la rielezione.

Gabashvili cita anche un libro pubblicato di recente da due ex-membri dei servizi segreti russi, che ricostruiscono il clima creatosi a Mosca nel 1999, all'indomani degli attentati attribuiti ai ceceni: anche in quel caso, secondo gli autori del libro, fu un'operazione dello stesso FSB, il nuovo servizio segreto.

La popolazione russa fu sconvolta da quegli attentati e Putin cavalcò e fomentò quel terrore per essere rieletto.

Parallelamente, per raggiungere questo risultato, diede più potere ai generali dell'esercito russo e ai servizi segreti impegnati nel Caucaso.

Dunque: "Attenzione ai proclami anti-terroristici di Putin", ammonisce l'ex ministro georgiano.

E' chiaro l'intento, da parte di Putin, di strumentalizzare la questione cecena, gettandola nel gran calderone dell'Islam radicale.

Bisogna evitare questa colpevole confusione.

Ed un ruolo di primo piano potrebbe spettare all'Unione europea di cui invece, finora, si è misurata una incommensurabile debolezza politica.

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  • L'intervista a Nodar Gabashvili