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Governo, Confindustria e Guardia di Finanza approntano un piano contro il lavoro nero.
Ad illustrarlo alla stampa, all'indomani dell'approvazione definitiva in Parlamento, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Alberto ZignaniRoma, 11 ottobre 2001 - "Quella che lanciamo oggi è una grande alleanza su un progetto di grande importanza in cui tutti confidiamo, perchè l'economia sommersa indebolisce la stessa tenuta del sistema civile del paese".
Giulio Tremonti dichiara di avere molta fiducia … nel provvedimento che fa parte del pacchetto dei 100 giorni.
"Le ragioni del provvedimento - spiega il ministro dell'Economia - non sono fiscali: è una partita di giro perchè tutto quello che entrerà, poi uscirà".
Il potenziale gettito dovrebbe indicativamente consistere di 2000-3000 miliardi, che - sottolinea ancora Tremonti - "andrà a riduzione delle aliquote".Le aziende avranno tempo fino a primavera per scegliere se emergere o meno.
Secondo il ministro dell'Economia il termine entro il quale le imprese dovranno presentare la dichiarazione di emersione sarà intorno ai 6 mesi.
"Ne dovremo discutere con le parti sociali" - sottolinea Tremonti.Si tratta in ogni caso di una proroga obbligatoria visto che le nuove norme per favorire il ritorno della legalità delle aziende, approvate ieri dal Parlamento, prevedevano come termine ultimo il 30 novembre.
"Ma poi basta - aggiunge il ministro - in ogni caso dopo non ci saranno più proroghe per nessuno".
Il provvedimento per Tremonti è "un atto di civiltà", un investimento sulla "credibilità complessiva del sistema" senza una contro partita per le casse dello Stato.
"Non ci prendiamo una lira - dichiara l'esponente del Governo - si tratta di una partita di giro visto che tutti i gettiti fiscali che ne deriveranno andranno a ulteriore riduzione delle aliquote agevolate di cui beneficeranno le imprese che sceglieranno di emergere".
I motivi che hanno portato il Governo a varare nuove norme sul sommerso non sono stati fiscali.
"Non siamo talebani fiscali" - ironizza il ministro.
"Siamo convinti che molte aziende potranno emergere.
Con questa legge abbiamo fatto il possibile".
Tremonti conferma che gli emendamenti concordati con le forze sociali e non recepiti dal pachetto dei 100 giorni saranno comunque inseriti all'interno del prossimo decreto sull'euro.
"Si ritorna così a un testo concordato" - conclude il ministro.
Secondo Confindustria, il sommerso in Italia assorbe una quota del Pil doppia rispetto a quella degli altri partner europei: 27-28% contro il 12-13% di Francia e Germania.
Tradotto in cifre ne deriverebbe un incasso potenziale nell'ordine dei 100-120 mila miliardi a regime.La verifica sul campo delle situazioni anomale e in nero toccherà alla Guardia di Finanza.
"Procederemo per via informatica - spiega Alberto Zignani - incronciando i dati dell'anagrafe tributaria, dell'Enel, di Telecom, delle società di telefonia mobile, delle società erogatrici di acqua e gas per fare dei controlli incrociati e individuare un indizio, anche uno solo, in base al quale andare a fare le verifiche".
Per questo compito lo Stato ha investito in formazione e specializzazione del personale.
"Da febbraio - ricorda Zignani - abbiamo iniziato a fare corsi di specializzazione che ancora vanno avanti.
Vi hanno partecipato 30 ufficiali e oltre 200 sottufficiali".
Ad illustrarlo alla stampa, all'indomani dell'approvazione definitiva in Parlamento, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Alberto ZignaniRoma, 11 ottobre 2001 - "Quella che lanciamo oggi è una grande alleanza su un progetto di grande importanza in cui tutti confidiamo, perchè l'economia sommersa indebolisce la stessa tenuta del sistema civile del paese".
Giulio Tremonti dichiara di avere molta fiducia … nel provvedimento che fa parte del pacchetto dei 100 giorni.
"Le ragioni del provvedimento - spiega il ministro dell'Economia - non sono fiscali: è una partita di giro perchè tutto quello che entrerà, poi uscirà".
Il potenziale gettito dovrebbe indicativamente consistere di 2000-3000 miliardi, che - sottolinea ancora Tremonti - "andrà a riduzione delle aliquote".Le aziende avranno tempo fino a primavera per scegliere se emergere o meno.
Secondo il ministro dell'Economia il termine entro il quale le imprese dovranno presentare la dichiarazione di emersione sarà intorno ai 6 mesi.
"Ne dovremo discutere con le parti sociali" - sottolinea Tremonti.Si tratta in ogni caso di una proroga obbligatoria visto che le nuove norme per favorire il ritorno della legalità delle aziende, approvate ieri dal Parlamento, prevedevano come termine ultimo il 30 novembre.
"Ma poi basta - aggiunge il ministro - in ogni caso dopo non ci saranno più proroghe per nessuno".
Il provvedimento per Tremonti è "un atto di civiltà", un investimento sulla "credibilità complessiva del sistema" senza una contro partita per le casse dello Stato.
"Non ci prendiamo una lira - dichiara l'esponente del Governo - si tratta di una partita di giro visto che tutti i gettiti fiscali che ne deriveranno andranno a ulteriore riduzione delle aliquote agevolate di cui beneficeranno le imprese che sceglieranno di emergere".
I motivi che hanno portato il Governo a varare nuove norme sul sommerso non sono stati fiscali.
"Non siamo talebani fiscali" - ironizza il ministro.
"Siamo convinti che molte aziende potranno emergere.
Con questa legge abbiamo fatto il possibile".
Tremonti conferma che gli emendamenti concordati con le forze sociali e non recepiti dal pachetto dei 100 giorni saranno comunque inseriti all'interno del prossimo decreto sull'euro.
"Si ritorna così a un testo concordato" - conclude il ministro.
Secondo Confindustria, il sommerso in Italia assorbe una quota del Pil doppia rispetto a quella degli altri partner europei: 27-28% contro il 12-13% di Francia e Germania.
Tradotto in cifre ne deriverebbe un incasso potenziale nell'ordine dei 100-120 mila miliardi a regime.La verifica sul campo delle situazioni anomale e in nero toccherà alla Guardia di Finanza.
"Procederemo per via informatica - spiega Alberto Zignani - incronciando i dati dell'anagrafe tributaria, dell'Enel, di Telecom, delle società di telefonia mobile, delle società erogatrici di acqua e gas per fare dei controlli incrociati e individuare un indizio, anche uno solo, in base al quale andare a fare le verifiche".
Per questo compito lo Stato ha investito in formazione e specializzazione del personale.
"Da febbraio - ricorda Zignani - abbiamo iniziato a fare corsi di specializzazione che ancora vanno avanti.
Vi hanno partecipato 30 ufficiali e oltre 200 sottufficiali".
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