16 OTT 2001

Cecenia Basta!: Anche i consiglieri regionali del Piemonte firmano l'appello del Prt

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Ventitré consiglieri regionali del Piemonte hanno sottoscritto la petizione del Partito Radicale Transnazionale "contro le violazioni dei diritti umani in Cecenia e per l’apertura di negoziati fra il presidente russo Putin e il presidente ceceno Maskhadov" Torino, 16 ottobre 2001 - "Cecenia: una guerra dimenticata, un genocidio rimosso".

Questo il titolo dell'incontro organizzato a Torino dall’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, cui sono intervenuti Nikolaj Khramov, ex-segretario dell’Associazione russa antimilitarista, coordinatore delle attività del Partito Radicale
Transnazionale in Russia, dal 1995 impegnato nella denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cecenia, e Giampiero Leo, esponente di Forza Italia ed assessore alla Cultura della Regione Piemonte.

L'occasione è stata la firma da parte di ventitré consiglieri della Regione Piemonte della petizione promossa dal Prt "contro le violazioni dei diritti umani in Cecenia e per l’apertura di negoziati fra il presidente russo Putin e il presidente ceceno Maskhadov".

No alla 'soluzione finale della questione cecena' voluta dalla Russia"Le firme dei consiglieri regionali - ha spiegato Khramov -, l’intervento appassionato dell’assessore Leo testimoniano che basta un minimo di informazione sul reale stato delle cose in Cecenia per ottenere risposte significative, per incrinare il muro dell’indifferenza e della rimozione".

"Ogni firma sulla nostra petizione è un 'no' al tentativo della Russia di usare la sua dichiarata partecipazione alla 'Santa Alleanza Anti-terrorismo' di oggi per giustificare davanti all’opinione pubblica dell’Occidente una vera e propria 'soluzione finale della questione cecena': in sei anni, 100.000 ceceni (un decimo della popolazione) è stato sterminato.

Si tratta di un vero e proprio genocidio di un popolo che non ha niente a che fare con le organizzazioni internazionali dei terroristi"."Purtroppo, quello che è accaduto in Bosnia non ha insegnato nulla all’Occidente: se si lasciano intere popolazioni in balia del 'terrorismo di Stato' (in Bosnia quello di Milosevic, in Cecenia quello di Putin), si lascia spazio al proselitismo dei fondamentalisti islamici e dei delinquenti che usano il Corano per coprire i loro crimini".

"Ecco perché - ha concluso Khramov - è importante che i cittadini del mondo democratico sostengano l’appello internazionale alla Commissione ed al Consiglio d’Europa perché inizino da subito i negoziati tra il presidente Putin ed il presidente legittimo ceceno Maskhadov per la decolonizzazione ed il riconoscimento internazionale della Repubblica Cecena d’Ichkeria".I consiglieri regionali che hanno firmato l'appelloLa petizione contro la guerra in Cecenia può essere firmata ai tavoli radicali o sul sito del Partito Radicale Transnazionale (www.radicalparty.org), dove è possibile trovare documentazione sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia.

I consiglieri regionali che hanno sottoscritto la petizione sono: Giampiero Leo (assessore alla Cultura, Forza Italia); Angelo Burzi (Assessore al Bilancio, FI); Mariangela Cotto (Assessore alle politiche sociali, FI); Valerio Cattaneo, Daniele Cantore, Enrico Costa, Emilio Bolla, Cristiano Bussola, Pierluigi Marengo, Pierluigi Gallarini, Luca Pedrale, Luca Caramella (Forza Italia); Ennio Galasso, Gianluca Godio, Patrizia D’Onofrio, Cesare Valvo (AN); Claudio Dutto e Oreste Rossi (Lega Nord); Rosa Anna Costa e Sergio Deorsola (CDU-PPE); Antonello Angeleri (CCD); Giacomo Rossi (Federalisti Liberali); Domenico Mercurio (Per il Piemonte).L'impegno dei radicali russiL'incontro di oggi arriva dopo la manifestazione dei radicali dinanzi all'ambasciata russa per ricordare l'assassinio di Antonio Russo, il 'radicale giornalista' assassinato in Georgia che da tempo denunciava le violenze commesse in Cecenia.

"Stamane eravamo a Roma, davanti all'ambasciata russa - dichiara Khramov - per ricordare il nostro compagno Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, ucciso un anno fa in Georgia.

Antonio è stato ucciso per non far conoscere la verità sulla guerra colonialista dei russi in Cecenia.

Assassinato come Andrea Tamburi sette anni fa a Mosca; Andrea era impegnato, insieme ai radicali russi, per affermare il Partito Radicale e le sue battaglie anche nel mio paese".

"Il mio impegno è quello di un cittadino russo, un radicale russo, 'transnazionale' e, quindi, anche radicale italiano.

'La guerra in Cecenia è la vergogna del mio paese': questo è lo slogan con cui noi radicali russi scendiamo nelle strade di Mosca e in altre città della Russia.

Ma sarebbe anche la vergogna dei paesi democratici occidentali, se permettessero il massacro del popolo ceceno in nome della 'Realpolitik' del nuovo millennio".

La realpolitik del nuovo millennioIl presidente russo Vladimir Putin, appoggiando la guerra internazionale al terrorismo, sta cercando di inserirvi i suoi "problemi" in Cecenia.

Qualche giorno fa il presidente Bush si è dichiarato pubblicamente d'accordo con Putin sul fatto che il terrorismo legato a Osama bin Laden sta combattendo l'esercito russo nella repubblica a maggioranza musulmana e ha detto che i ceceni devono essere "portati alla giustizia".

La questione è stata ripresa anche dal Washington Post, che ha notato come l'amministrazione Bush da allora abbia iniziato "in punta di piedi" a prendere una concreta posizione in supporto a Mosca.

Il presidente americano ha infatti mandato un duro messaggio al ministro degli esteri ceceno in esilio chiedendo che la direzione ribelle rompesse le relazioni con i due comandanti ceceni che rappresentano la fazione fondamentalista islamica del movimento."Putin - dicono al Washington Post - vorrebbe che il mondo credesse che i passi degli Stati Uniti siano equiparabili al suo supporto all'offensiva americana contro Osama bin Laden e al regime talebano in Afghanistan.

Ma non lo sono; e prima dell'amministrazione Bush si spinga oltre nel supportare le politiche di Putin in Cecenia, vale la pena rivedere perché quel conflitto, e il terrorismo associato ad esso, sono differenti".

La Cecenia però non è un gruppo terroristico o un movimento islamico ma una nazione occupata dalla Russia nel diciannovesimo secolo e che per più di 10 anni ha cercato di riottenere un governo autonomo.

Il leader ceceno, Aslan Maskhadov, non è un islamico estremista e nemmeno un soldato ma un politico filo-occidentale, democraticamente eletto nel 1997, due anni prima chePutin scelse di ribaltare l'accordo di pace e mandare 80.000 truppe russe ad invadere la repubblica cecena.Le più brutali atrocità del conflitto ceceno - conflitto che sarebbe stata evitato se la Russia avesse concesso l'autodeterminazione alla nazione cecena - sono state perpetrate non da terroristi internazionali ma dalle forze russe di Putin.

Oltre ad Antonio Russo, molti gruppi per i diritti civili occidentali e russi hanno documentato i crimini di guerra perpetrati. .

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  • Igor Boni, Associazione Adelaide Aglietta

    <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 8 min 4 sec
  • <strong>Link:</strong><br>Cecenia: I pericoli della "santa alleanza" antiterrorismo (10-10-2001)<p>Cecenia: L'archivio di Radioradicale.it<p>
    0:00 Durata: 2 ore 4 min
  • Bruno Mellano, consigliere regionale Lista Bonino (Piemonte)

    0:08 Durata: 12 min 34 sec
  • Nicolaj Khramov, Partito Radicale Transnazionale

    0:20 Durata: 45 min 52 sec
  • Igor Boni, modera

    1:06 Durata: 1 min 41 sec
  • Interventi dal pubblico

    1:08 Durata: 7 min 10 sec
  • Carmelo Palma, consigliere regionale Lista Bonino

    1:15 Durata: 3 min 46 sec
  • Giampiero Leo, assessore alla Cultura Regione Piemonte

    1:19 Durata: 11 min 19 sec
  • Bruno Mellano, consigliere regionale Lista Bonino (Piemonte)

    1:30 Durata: 4 min 28 sec
  • Irene Abigail Piccinini, ex segretario associazione "Adelaide Aglietta"

    1:34 Durata: 4 min 51 sec
  • Nicolaj Khramov, conclude

    1:39 Durata: 24 min 25 sec