22 OTT 2001

Bonino: «Nel 1997 il problema Afghanistan era sotto gli occhi di tutti»

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Contro la politica estera obsoleta della comunità internazionale e la «santa alleanza» antiterrorismo, Emma Bonino propone una seria riforma dell'Onu ed un'organizzazione mondiale delle democrazieRoma, 22 ottobre 2001 - Siamo all'interno di una capanna di fango divisa in due da una tenda con al centro un buco di soli cinque centimentri.

Dietro la tenda, una donna che sta male.

Sui gradini della capanna è seduto suo figlio, un bambino di pochi anni che è chiamato a fare da intermediario puramente verbale tra la madre ed il medico che la visita.

Ripete le domande e le risposte della donna e
del medico, poichè i talebani vietano alle donne di parlare con gli uomini che non appartengano alla loro famiglia.

E' una scena di Viaggio a Kandahar, il film di Mohsen Makhmalbaf, alla cui presentazione qualche settimana fa a Roma, partecipò anche Emma Bonino, una dei pochi leader politici che, in Italia e all'Estero, oggi avrebbe il diritto di pronunciare una "brutta" frase: Io l'avevo detto.

Quel giorno, a Niloufar Pazira, la protagonista del film iraniano, che accusava l’Occidente di gettare bombe anziché investire in scuole afghane, Emma Bonino replicò duramente.

L'ex commissaria europea responsabile degli aiuti umanitari, ha tentato di portare la questione afghana all'attenzione della comunità internazionale sin dal momento del suo incarico.

«I talebani rendevano impossibile portare aiuti umanitari»L'8 marzo 1998 lo dedicò alle donne di Kabul, sortendo un importante risultato: il regime talebano non fu riconosciuto come governo legittimo dalle Nazioni Unite.

Ma la situazione era difficile.

E che lo fosse, spiega oggi Emma Bonino, i suoi colleghi «degli esteri» lo sapevano certamente meglio di lei.

«In Afghanistan era impossibile svolgere aiuti umanitari.

I talebani non volevano donne che portassero aiuto, costringendoci a violare noi la convenzione di Ginevra».

Gli aiuti umanitari, tuttavia, avrebbero potuto più facilmente arrivare sulla sponda del Pakistan o in Iran, per i milioni di rifugiati che vivevano (e vivono) in condizioni disumane.

«Quelli li potremmo aiutare, da anni» - sottolinea l'ex commissario Ue.

«Quelli all'interno non li possiamo aiutare, da anni.

E non perché gli americani sganciano le bombe.

Già ce ne hanno otto di volontari in ostaggio, l'accusa è di proselitismo, l'arma del delitto una bibbia».Contro una politica internazionale obsoletaQuello dipinto da Emma Bonino é un quadro che rappresenta una politica internazionale obsoleta, dove maggiori imputate sono l'Unione Europea e le Nazioni Unite.

Proprio a quest'ultima organizzazione è andato l'ultimo Nobel per la pace...

La leader radicale non fa una piega.

«Vorrei viverlo come auspicio ad una profonda riforma delle Nazioni Unite» - spiega.«Sono passati 50 anni e le Nazioni Unite sono rimaste quelle di 50 anni fa».

Ed aggiunge: «Almeno Kofi Annan ha riconosciuto che le Nazioni Unite a Sebrenica, in Bosnia e in Ruanda non si sono comportate nel modo più eccellente.

E' già qualcosa».Per quanto riguarda l'Ue, ma il discorso - spiega Bonino - vale anche per l'Italia, si permette «il lusso di non esserci e di criticare gli altri».

Un atteggiamento «irresponsabile» che ha molto da invidiare al pragmatismo di Tony Blair, che, al contrario, «si assume delle responsabilità e dei rischi importanti».

Nel nostro paese, la leader radicale sente soprattutto la mancanza di uno confronto democratico.

«Qui bisogna essere tutti uniti.

Ma io non voglio essere unita ad Agnoletto o a Casarini.

Qui tutto deve essere bipartisan, che poi vuol dire lottizzato.

Quando è lo scontro delle idee il sale della democrazia».La politica internazionale in Italia non porta un votoI radicali da questo punto di vista sono un vulcano di idee.

Idee spesso anacronistiche per quanto anticipano i tempi, finché qualcuno le fa proprie.

E' il caso del Tribunale Penale Internazionale per cui la leader radicale ha girato mezzo mondo, della manifestazione filoamericana contro chi qualche settimana fa bruciava le bandiere a stelle e strisce, che probabilmente sarà replicata con maggior successo il 10 novembre con la benedizione de Il Foglio («A Ferrara dico: "Benvenuto nel club!".

Ma temo che scada in caricatura» - dice Bonino).Le proposte radicali Questi, come Israele nell'Ue, la fine delle violenze in Cecenia, la situazione degli uiguri in Turkestan, la battaglia contro le mutilazioni genitali femminili, la situazione in Somalia, Somalia, nello Yemen e nelle Molucche, tuttavia, sono temi che rendono pochi voti.

«Quando abbiamo gli strumenti per farci sentire - spiega la leader radicale - tipo alle elezioni europee quando abbiamo cacciato 40 miliardi, i risultati si vedono.

Ma è anche vero che la politica internazionale nel nostro paese non porta un voto».Il nuovo allarme contro la 'santa alleanza antiterrorismo'Io l'avevo detto.

Vale, dunque, la pena di ascoltare l'ultimo allarme lanciato da Emma Bonino, che oggi ci raccomanda di stare attenti a quella «santa allenza» antiterrorismo, rappresentata bene da una foto in cui Jiang Zemin indossa l'abito tradizionale cinese di colore rosso ed è accompagnato da Putin e Bush vestiti con un abito identico e di colore azzurro.

«Una santa alleanza delle più ambigue - avverte l'ex commissario - che rischia di imbarcare senza discriminazione e discriminanti tutta una serie di alleati, tanto mai improbabili, che rischiano di sentirsi liberi di fare i conti con i propri oppositori opportunamente etichettati terroristi, veri o presunti».

Al suo posto serve invece un'«organizzione mondiale delle democrazie».

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  • «Nel 1997 il problema Afghanistan era sotto gli occhi di tutti»

    <br>Indice degli argomenti
    0:00 Durata: 9 min 34 sec
  • Links: <br> Presentazione del film «Viaggio a Kandahar» (8 ottobre 2001)<br> Bonino: liberare l’Afghanistan è dovere del mondo (di Francesco Paci, da La Stampa del 23 ottobre 2001)<br> Serve un'Organizzazione Mondiale delle Democrazie (20 ottobre 2001)<br>
    0:00 Durata: 40 min 34 sec
  • Una scena di Viaggio a Kandahar

    0:09 Durata: 2 min 25 sec
  • 8 marzo del 1998: «Un fiore per le donne di Kabul»

    0:11 Durata: 3 min 37 sec
  • Il premio Nobel a Kofi Annan

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  • La Commissione diritti umani dell'Onu

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  • L'irresponsabilità dell'Ue

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