25 OTT 2001

Usa: Intervento di Bill Clinton al Congresso Nazionale della Pubblicità

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Registrazione di "Usa: Intervento di Bill Clinton al Congresso Nazionale della Pubblicità", registrato giovedì 25 ottobre 2001 alle 00:00.

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  • L'intervento di Bill Clinton

    <strong>Attualità internazionale, economia, Medio Oriente, ma anche i personali progetti di un ex inquilino della Casa Bianca, nel discorso di 1 ora e 08, tenuto da Bill Clinton nell'auditorium di Confindustria</strong><p>Roma, 26 ottobre 2001 - Bill Clinton é uno degli ospiti di rilievo che intervengono al II Congresso Nazionale della Pubblicità dal titolo "Io parlo, tu ascolti. Tu parli, io ascolto" che si tiene in questi giorni presso auditorium della Confindustria. L'incontro era in programma da un anno. Allora nessuno avrebbe potuto immaginare quali sarebbero stati i temi trattati oggi dall'ex presidente americano.<p> <strong>La new war antiterrorismo</strong><p>«Se non reagiremo i terroristi ci trasformeranno in loro complici. E questo non lo permetteremo». Un lunghissimo applauso della platea che affolla l'auditorium della Confindustria accoglie le parole di Bill Clinton. L'ex presidente Usa ha parlato per quaranta minuti della situazione mondiale dopo l'11 settembre. <p>Da Clinton, soprattutto, un invito alla fermezza. «Non vi posso assicurare che negli Stati Uniti non si saranno più attacchi terroristici, ma con assoluta certezza vi dico che loro non prevarranno se noi non cederemo. Se noi li colpiremo certamente ci saranno rappresaglie. Ma se non lo faremo continueranno a colpire comunque». L'ex presidente sottolinea di parlare da «privato cittadino» e di «sostenere il presidente Bush ed il suo addetto alla sicurezza nazionale». <p>«Sono veramente grato al governo ed al popolo italiano»<p>Clinton esprime la sua «gratitudine» al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed al popolo italiano per il supporto dato agli Stati Uniti. In questo senso <em>Stars & Stripes</em> é benvenuta. «Sono veramente grato al governo ed al popolo italiano per tante cose, dalla base di Aviano, senza la quale non ci sarebbe stata una vittoria nei Balcani, al supporto dato per i musulmani in Bosnia ed in Kosovo». L'evento del 10 novembre, sottolinea l'ex presidente, «sarà seguito da milioni di italo-americani», grati perché «la loro madre patria é stata loro accanto in un momento in cui erano vulnerabili, ma determinati a vincere».<p>Allo stesso modo Clinton ringrazia Valter Veltroni «per la sua presenza, le sue osservazioni e l'amicizia dimostrata» nei suoi confronti e verso gli abitanti di New York. In particolare i ringraziamenti sono rivolti all'offerta fatta dal primo cittadino di Roma in proposito dei giochi olimpici. «Qualcosa che il mio paese e New York non dimenticheranno».<p><strong>La ripresa dell'economia americana nel medio termine</strong><p>Rispondendo alle domande del direttore di Panorama Carlo Rossella, Clinton si dichiara certo della «ripresa dell'economia americana nel medio termine» ed esorta gli operatori della pubblicità a dare il loro contributo favorendo il «recupero del livello di fiducia» perso dopo la tragedia dell'11settembre.<p>Medio Oriente: «E' più realistico tornare al Rapporto Mitchell<p>Al momento le posizioni di israeliani e palestinesi sono «troppo distanti per arrivare ad un accordo di pace globale»: è più realistico «tornare al rapporto della Commissione Mitchell, guardare agli accordi di Wild River Plantation e trovare un processo ad interim per rilanciare i negoziati». <p>Bill Clinton auspica che il suo consiglio «venga ascoltato» in questo momento di stallo nelle trattative (forse il più difficile che sta vivendo il Medio Oriente dopo Camp David) e di violenze sul terreno. Sull'accordo di Camp David, Clinton afferma: «Pensavo che fosse un ottimo accordo, pensavo che gli israeliani stessero offrendo ai palestinesi un accordo molto buono, molto più avanzato di quello che avrebbero potuto avere nel'93. Penso che ci fossero problemi di fiducia e di tempi e penso anche che come strategia negoziale i palestinesi non raggiungano mai un accordo se non all'ultimo minuto. E, come ho detto una volta al presidente Arafat, questa vostra strategia non funziona sempre: ad esempio, che cosa farete se vi si rompe l'orologio? Penso che sia successo questo, anche se vorrei avere un modo più carino di dirlo».<p>La lezione da trarre é che «non si può congelare un processo di pace». «O si deve andare avanti in una direzione o inevitabilmente si scivola all'indietro nella direzione opposta». <p>
    0:00 Durata: 41 min 8 sec
  • L'intervista di Carlo Rossella

    0:41 Durata: 26 min 41 sec