05 NOV 2001

Laos: L'Europarlamento affronta la questione dei diritti umani

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Grazie all'azione nonviolenta dei radicali, la Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo esaminerà oggi la questione del rispetto dei diritti dell'uomo in Laos.

I cinque militanti del Prt, arrestati lo scorso 26 ottobre, sono detenuti da dieci giorni in isolamento ed in violazione delle principali convenzioni internazionali.

Continua il satyagraha: quasi 200 cittadini in sciopero della fame5 novembre 2001 - L'articolo 1 dell'accordo di cooperazione tra Ue e Laos impone il "rispetto dei principi democratici e dei fondamentali diritti umani".

Eppure da dieci giorni, quattro cittadini
dell'Unione Europea - Olivier Dupuis, Silvja Manzi, Massimo Lensi, Bruno Mellano - ed un cittadino russo - Nicolai Khramov - sono detenuti in severissime condizioni per aver distribuito volantini ed esposto uno striscione in memoria di cinque giovani laotiani, da due anni svaniti nel nulla.

Elmar Brok, Presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, la scorsa settimana ha scritto all'Alto Rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza dell'Ue, Xavier Solana, al Presidente del Consiglio dell'Unione Europea, Louis Michel, al Presidente della Commisione Europea, Romano Prodi, ed al Commissario agli Affari Esteri Chris Patten, per sottoporre alla loro attenzione la situazione del loro collega, Olivier Dupuis, europarlamentare belga eletto in Italia nella Lista Bonino, e degli altri quattro militanti del partito radicale.

La questione è il primo punto all'ordine del giorno della riunione della Commissione Esteri di questo pomeriggio.

Brok ha formalmente richiesto di essere informato sui passi concreti che la Commissione Europea ed il Consiglio dell'Ue stanno compiendo per risolvere questa grave situazione.Violata la Convenzione di Vienna e l'accordo di Cooperazione tra Ue e Laos I cinque membri del Partito Radicale Transnazionale sono stati arrestati in seguito alla manifestazione tenuta il 26 ottobre scorso in occasione del secondo anniversario del "Movimento del 26 ottobre", un'altra manifestazione pacifica per la giustizia ed il rispetto dei diritti umani.

Al momento, gli organizzatori di quell'evento - Thongpaseuth Keuakoun, Bouavanh Chanmanivong, Khamphouvieng Sisa-At, Seng-Aloun Phengphanh e Keochay - sono in stato di arresto, senza aver mai avuto la possibilità di incontrare le loro famiglie o di vedere rappresentanti i propri diritti in un processo.

Dal 26 ottobre di due anni fa di loro non si è saputo più nulla.Anche Olivier Dupuis e i suoi quattro compagni hanno subito analogo trattamento.

In palese violazione della Convenzione di Vienna, per esempio, è stato consentita una sola visita da parte dei rappresentanti delle rispettive ambasciate.

Di fronte a questa chiara ed ennesima violazione dei diritti umani, l'Ue non può tacere.L'Unione Europea ed il Laos sono infatti legati da un accordo di Cooperazione, sulla base del quale il paese asiatico ha ricevuto, anche recentemente, un grosso ammontare di aiuti in denaro.

L'accordo è basato sul "rispetto dei principi democratici e dei fondamentali diritti umani" (art.1): principi violati in maniera lampante in questa occasione.

Brok ritiene che a questo punto l'Ue debba usare tutti i mezzi a sua disposizione per obbligare le autorità locali a permettere alle sue rappresentanze di incontrare immediatamente i detenuti e verificare le loro condizioni.

In secondo luogo, secondo il parlamentare europeo, è necessario assicurarsi che il processo ai cinque radicali, accusati di aver "disturbato la stabilità politica" del Laos, si svolga nel rispetto dei principi democratici, dello Stato di Diritto e della trasparenza, a cominciare dalla possibilità di difendersi con un avvocato.In terzo luogo, secondo Brok, è probabile che il rispetto internazionale dell'immunità dei membri del parlamento europeo non consenta né l'imprigionamento né il processo.

Vientiane: i prossimi passiSecondo quanto affermato dall'europarlamentare della Lista Bonino, Marco Cappato, a questo punto ci si attende un pronunciamento della Commissione che potrebbe aprire il varco per un dibattito alla sessione plenaria del Pe prevista a Strasburgo per metà novembre.

La giornata di oggi prevede inoltre a Vientiane la richiesta di costituzione dei difensori.

Il deputato europeo ed avvocato François Zimeray quest'oggi è a Bangkok dove prenderà contatti con un avvocato laotiano e con il radicale Martin Schultes.

Domani mattina Zimeary si recherà a Vientiane ed incontrerà l'ambasciatore italiano in Thailandia Starace Janfolla che per il momento si è trasferito in Laos.Duecento cittadini in sciopero della fameA causa di questa situazione, 177 persone sono impegnate in uno sciopero della fame.

Il satyagraha non ha solo l’obiettivo di chiedere la pura e semplice "liberazione" di Bruno Mellano, Massimo Lensi, Nikolaj Khramov, Olivier Dupuis e Silvja Manzi, ma anche un regolare processo che contribuisca ad affermare libertà, diritto e democrazia nel Laos, e a far finalmente conoscere la sorte di Thongpaseuth Keuakoun, Seng-Aloun Phengphanh, Khamphouvieng Sisa-At, Bouavanh Chanmanivong e Keochay, i cinque studenti democratici scomparsi da oltre due anni.Con una mozione approvata ieri dal Comitato Nazionale i radicali chiedono, inoltre, che l’Unione Europea, l’ONU, i governi occidentali pongano all’ordine del giorno l’immediata messa in discussione e, qualora la situazione resti immutata, la denuncia di ogni forma di sostegno nei confronti di quel paese, al fine di affermare il rispetto dei più elementari diritti civili e politici.

Per questo, Radicali Italiani impegna i suoi rappresentanti nelle istituzioni ad agire da subito perché la clausola del ristabilimento dei procedimenti democratici sia affiancata a quella del rispetto dei diritti umani nei rapporti di cooperazione economica e finanziaria con i paesi extraeuropei.

Negli ultimi quindici anni, il Laos ha ricevuto dall’Europa 126 milioni di euro, cui si aggiungeranno presto i 15 milioni di dollari assicurati dall’Agenzia antidroga dell’ONU diretta da Pino Arlacchi."E' ormai chiaro - si legge nella mozione - che quei denari sono serviti a consolidare una dittatura e a indebolire ogni speranza di libertà, ad opprimere meglio e con più efficacia -con efficacia comunista- i diritti di milioni di persone, come del resto accade per il miliardo e mezzo di donne e di uomini che in Cina, a Cuba, in Corea del Nord e altrove, sono costretti (tanto dalla ferocia dei loro regimi quanto dalle inerzie e dalle complicità occidentali) a un destino di illibertà, di oppressione, di violenza, di morte".

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