12 NOV 2001

Ds: Presentazione del libro «Il secolo dei comunismi» (con Enrico Morando)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 29 min
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Un aereo precipita sul Queens, cosicché Fassino e Berlinguer disertano l'incontro, che, a partire dalla presentazione del volume "Il secolo dei comunismi", diventa un'intervista al leader dell'area Liberal Enrico MorandoRoma, 12 novembre 2001 - Enrico Deaglio deve intervistare Piero Fassino, Giovanni Berlinguer ed Enrico Morando, in occasione della presentazione del volume "Il secolo dei comunismi".

Il caso vuole però che tre ore prima del previsto incontro, precipiti un aereo a New York.

Fassino e Berlinguer, preoccupati - spiega Deaglio - per la notizia e per il risalto che avrebbe avuto il
fatto sui giornali del giorno dopo verosimilmente oscurando l'incontro di oggi, danno forfait.

Per questo, l'intervista di oggi è dedicata tutta al leader dell'area Liberal dei Ds, il senatore Enrico Morando.La confusione in cui si trova la sinistra in questo momento è ben rappresentata dalle immagini viste nel corso delle manifestazioni del 10 novembre, quando Cesare Salvi sfilava insieme ai no global Casarini e Agnoletto che invitavano i soldati a disertare, mentre i leader dell'Ulivo, Fassino e Rutelli, a Taranto, li salutavano.

Del resto, notizia di queste ultime ore è che Giovanna Melandri, lo stesso Salvi e Fabio Mussi, ritengono «giusto» invitare al prossimo congresso dei Ds, che si terrà da venerdì a Pesaro, Vittorio Agnoletto e Luca Casarini.

Contro questa deriva dei Ds, si schiera Enrico Morando.

«Giusto» invitare a Pesaro gli esponenti del Social Forum? «Io penso proprio di no» - dichiara il senatore Ds.

«Noi dobbiamo avere un confronto da posizioni autonome con il movimento 'New-global' e anche con il 'No-global'.

Si tratta di due movimenti molto diversi anche se in qualche caso convergenti».

«Una discussione con questo movimento - sostiene Morando - non può significare il riconoscimento ad Agnoletto e Casarini di rappresentare una forza così articolata».Passando al tema del libro, che Morando, seppure in treno e in aereo, assicura di aver letto, bisogna dire che è stato scritto da un pool di storici, per lo più francesi, che vi ci sono cimentati ritenendo i 10 anni passati dalla caduta del Muro di Berlino un tempo sufficiente per tentare l'impresa.

Il comunismo declinato al plurale, nel tentativo di analizzare il massimo fenomeno del Novecento, secondo una prospettiva che non sia più influenzata dai conflitti ideologici è l'ambizioso obiettivo del "Secolo dei Comunismi".

Marx non è Lenin, Lenin non è Stalin.

Il comunismo cinese non è quello di Tito, né quello dell'Urss.

Il partito comunista che ha conquistato il potere a Cuba è diverso dal partito comunista rumeno.

I partiti comunisti nelle democrazie occidentali all'interno stesso delle rispettive nazioni hanno avuto ruoli diversi, si pensi alla Spagna e all'Italia confrontate con l'Inghilterra.

Sono solo alcuni degli esempi analizzati nel libro a dimostrazione della tesi dell'approccio plurale al comunismo, confortato dal tentativo di oggettività scientifica e e dall'uso di metodi vari, storico, sociologico, antropologico, politologico.

Ma un elemento comune a tutti i comunismi può essere rintracciato, sostengono gli autori del libro, nel movimento comunista internazionale, che rappresenta una delle maggiori esperienze storiche del XX secolo.

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