13 NOV 2001

Speciale Wto: Della Vedova, Una sconfitta per l'Ue

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 19 min

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India, Brasile e Cina saranno i players del round negoziale che con molta probabilità comincerà da domani.

Bene anche gli Usa la cui impostazione prevale nel tessile.

Male l'Europa, vittima di un'«agenda troppo larga» e di una formazione allo stesso tempo «fragile» e «barocca»13 novembre 2001 - Con ogni probabilità si concludono oggi i lavori del Wto, tra le cause non ultima la pressione svolta dall'emirato del Qatar per una chiusura prima del Ramadan.

La trattativa ha trovato una prima bozza definitiva su cui si sta discutendo.

Un testo «con poche parentesi quadre» - spiegano
Benedetto della Vedova e Renato Brunetta, rappresentanti parlamentari dell'Ue a Doha.

Un documento, tra l'altro, che se dovesse rimanere così com'è si presenterebbe piuttosto equilibrato anche se di valore «non altissimo».

I punti più importanti riguardano l'accesso ai mercati dove sono affermate le cose più nette.

La bozza, soprattutto, pone al centro delle negoziazioni agricoltura e tessile, le due questioni più scottanti.

Va comunque sottolineato che questo è soltanto il testo-base che consente l'avvio di un nuovo round di negoziati.

La fine delle negoziazioni - stavolta ha un termine breve - è fissata per il 1° gennaio 2005.

L'Europa ne esce con le ossa rottePer quanto concerne i due settori-chiave, tessile ed agricoltura, va registrata il successo dell'impostazione Usa ed una significativa sconfitta dell'Europa.

Sull'agricoltura, per esempio, dove ci sono ancora alcuni passaggi da chiarire, si parla della diminuzione dei sussidi all'export, punto che sta particolarmente a cuore all'Ue.

La discussione è tra l'eliminazione e l'azzeramento progressivo.

L'Europa ne esce con le ossa rotte anche perchè il documento in questione lascia assolutamente fuori quelle aggiunte che l'Ue voleva.

Incalzato dai giornalisti, Pascal Lamy si è richiamato al mandato ricevuto dal Consiglio, «un mandato troppo ampio» - osserva della Vedova - già oggetto di critiche dalla seppure esile rappresentanza radicale al Pe.

«Se tutto andrà come spiegato da Benedetto della Vedova - conferma l'economista di Forza Italia Renato Brunetta - ad uscire vincitori da questa negoziazione saranno i Paesi in via di sviluppo.

Ne esce con le ossa rotte l'Ue e ben gli sta, è frutto della sua fragilità».

L'Europa non può continuare a presentarsi a questi vertici in maniera tanto «barocca», con le rappresentanze dei suoi quindici paesi e con rappresentanze dell'Unione.

Soprattutto - rileva l'europarlamentare - quando si va ad un negoziato con un'agenda troppo larga e senza priorità, succede che si fallisca.

Bene gli Usa, l'India, la Cina e il BrasileEscono bene da Doha, gli Usa che hanno tenuto bene le loro posizioni contro il protezionismo in agricoltura dell'Ue, ed i paesi «a decollo intermedio»: India, Brasile e Cina.

Questi ultimi paesi saranno i players del round negoziale che comincerà da domani.

Sul tessile, in particolare, caposaldo Usa, prevale la ferma posizione americana, anche se il testo contiene alcuni combinati disposti che porterebbero ad un'apertura nei mercati del tessile, con riferimento alle misure protezionistiche.

Mentre per quanto concerne i trips sui farmaci, il testo concordato non ha parentesi quadre.

Si tratta di un accordo molto importante, anche perchè - spiega Brunetta - «ci si è spinti molto più in là di quanto sembrasse ieri».

Il testo darebbe ampi margini ai paesi in caso di crisi per derogare alla legislazione internazionale sulla tutela dei brevetti nei farmaci.

Si fa cenno all'aids ma anche ad altre epidemie, tra cui, per esempio, il carbonchio.

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  • La corrispondenza di Benedetto della Vedova

    <strong>Da Doha, Qatar</strong>
    0:00 Durata: 13 min 56 sec
  • Intervista a Renato Brunetta

    0:13 Durata: 5 min 4 sec