22 NOV 2001

Rur-Censis: Presentazione VI Rapporto su «Le città digitali»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 36 min

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RUR-CENSIS e Formez presentano la consueta indagine sui servizi online della pubblica Amministrazione locale.

Dati tutto sommato positivi, - osserva il ministro Stanca - anche se le potenzialità esistenti non vengono sfruttate.

«E' come avere una Ferrari e andare a 20 km all'ora...»Roma, 22 novembre 2001 - Il 2001 ha segnato un punto di svolta nel processo di sviluppo delle esperienze di rete delle amministrazioni pubbliche e dell'e-government in Italia.

Dopo anni di crescita spontanea, il sistema delle relazioni su base digitale tra cittadini e pubblica amministrazione nelle sue diverse
articolazioni territoriali è entrato in una fase di vera e propria regolamentazione istituzionale diffusa.

Il VI Rapporto su «Le città digitali in Italia», l'indagine compiuta da RUR-CENSIS e Formez sui servizi online della pubblica Amministrazione locale e presentato oggi a Roma, prende atto di questa situazione.

Il governo centrale e gli enti territoriali sono ormai impegnati a programmare ed attuare le nuove dinamiche messe in moto dalle innovazioni nella pubblica amministrazione introdotte dalle nuove tecnologie.I risultati del RapportoI dati a prima vista sembrano confortanti.

Aumenta la diffusione della rete, che ha portato nel 2001 almeno il 25% della popolazione adulta italiana sul web.

Emerge una nuova attenzione verso lo sviluppo della pubblica amministrazione on-line da parte del governo centrale, manifestata con le nuove norme per introdurre la firma digitale e la carta di identità elettronica e, successivamente, con il piano per l'e-government del giugno 2000 presentato dal governo nell'ambito del «Piano d'Azione per l'Italia nella Società dell'Informazione» e destinato a definire indirizzi e regole per il governo della società dell'informazione nel settore pubblico in Italia.

Si afferma uno specifico interesse delle amministrazioni comunali e dei governi locali nei confronti delle reti infrastrutturali di telecomunicazione e dei contenuti e servizi on line da essi veicolate, destinati a divenire vere e proprie nuove utilities con un peso sempre più rilevante nelle economie locali gestite dalle municipalità.E' anche vero, però, come sottolinea il segretario generale della Rur Giuseppe Roma, che si ripropone il «digital divide».

Mentre nei primi anni di diffusione della telematica locale le iniziative erano quantitativamente comparabili tra Nord e Sud, nel 2001 le nuove tecnologie ripropongono un ritardo del Mezzogiorno.

Al Sud solo il 40% dei comuni minori dispone di un sito Internet istituzionale con contenuti, contro l'82% dei comuni del Centro, il 71% dei comuni del Nord-Est e il 52,7% di comuni del Nord-Ovest.

Nel 2001, soprattutto, si registra una «sostanziale battuta d'arresto della dinamica di crescita dei nuovi servizi on line» che ha portato quasi tutte le principali amministrazioni locali italiane a disporre oggi di un proprio sito Internet funzionante e strutturato.

L'indagine, indirizzata su un campione di comuni con più di 5.000 abitanti, fa emergere come il 62,9% dei comuni minori esaminati disponga di un dominio registrato contro il 46,3% dello scorso anno.

Ma solo il 56,5% dei comuni minori ha realizzato un sito con contenuti fruibili dall'utenza.

E, ancora, solo il 28% dei comuni esaminati ha aggiornato i contenuti del proprio sito nell'ultimo mese.Una fotografia complessa, come testimoniano le parole del Ministro dell'Innovazione Tecnologica Lucio Stanca.

«I dati disponibili sono comunque positivi.

Anche se le potenzialità esistenti non vengono sfruttate: è come avere una Ferrari e andare a 20 km all'ora...».

Il piano per l'e-governmentNel corso della suo intervento, il ministro delinea le linee principali del progetto messo a punto dal dicastero per l'informatizzazione di regioni, province e comuni che sarà presentato oggi ai rappresentanti delle autonomie locali nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni.

Finanziamenti elargiti agli enti locali «non a pioggia o sulla base di un sistema spartitorio ma con un meccanismo di co-finanziamento a progetti il cui primo parametro valutato sarà quello della cooperazione orizzontale».

Stanca si sofferma proprio sul parametro della «cooperazione orizzontale» tra soggetti: «due o più regioni, magari del Nord e del Sud, che si presentino insieme per offrire un servizio ai cittadini» in sostanza accederanno per prime al finanziamento pubblico rispetto ad un singolo ente.

Soprattutto, l'innovazione non deve rimanere nel back-office.

I siti pubblici, in pratica, si limitano ancora a offrire informazioni al pubblico, il ministro insiste sulla necessità che la tecnologia riesca a modificare il servizio al cittadino.

Per il ministro infatti è giunto il momento di «forzare il cambiamento» dato che, afferma ironizzando sul proprio nome («ma voi non lo fate...»), il processo di innovazione tecnologica «è entrato in una fase di stanca e la spinta propulsiva si è esaurita».

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  • Carlo Flamment, presidente Formez

    <strong>Indice degli interventi</strong>
    0:00 Durata: 9 min 35 sec
  • <strong>Dall'archivio</strong><br>La presentazione del V Rapporto (11 dicembre 2001)<br>
    0:00 Durata: 1 ora 48 min
  • Giuseppe Roma, direttore generale Rur

    0:09 Durata: 40 min 15 sec
  • Giuseppe De Rita, segretario generale Censis

    0:49 Durata: 22 min 54 sec
  • Carlo Flamment, modera

    1:12 Durata: 1 min 6 sec
  • Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione Tecnologica

    1:13 Durata: 28 min 44 sec
  • Mariella Gramaglia, assessore Comune di Roma

    1:42 Durata: 5 min 26 sec