05 DIC 2001

Giustizia: Intervista a Carlo Taormina

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 27 min 20 sec

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Registrazione di "Giustizia: Intervista a Carlo Taormina", registrato mercoledì 5 dicembre 2001 alle 00:00.

Tra gli argomenti discussi: Giustizia.

La registrazione ha una durata di 27 minuti.
  • L'intervista a Carlo Taormina

    <em>L'intervista è realizzata da Alessio Falconio</em> <p><strong>La magistratura potrebbe mettere in crisi il Governo Berlusconi come nel '94. Ai microfoni di Radio Radicale Carlo Taormina spiega che stavolta le minacce giungono anche da «focolai» internazionali</strong><p>Roma, 5 dicembre 2001 - «Attraverso varie iniziative sparse per il paese c'era e c'è indubbiamente in corso un'altra ampia operazione giudiziaria che riguarda il governo Berlusconi». E' questa una delle principali ragioni alla base del «sacrificio» di Carlo Taormina. Ad affermarlo è lo stesso sottosegretario dimissionario, in un'intervista resa questo pomeriggio a Radio Radicale. <p>Il Governo Berlusconi messo in crisi come nel '94 dalla magistratura. Taormina aveva «netta» davanti a sé questa preoccupazione nel momento in cui agiva come ha agito. Le sue esternazioni - spiega all'indomani delle sue dimissioni - sono state compiute «nella piena consapevolezza» e sono state dettate dalla «netta preoccupazione per le sorti del problema giustizia in questo paese». «Secondo me attraverso varie iniziative sparse per il paese c'era e c'è indubbiamente in corso un'altra ampia operazione giudiziaria che riguarda il governo Berlusconi» - dichiara il sottosegretario. «Io non sono Francesco Cossiga. Però sono uno che vive dentro la realtà giudiziaria e quindi annusa e sa quello che accade».<p>Minacce che stavolta non arrivano solo da Milano, ma anche da «focolai» internazionali, come la Spagna.<p> Merita una riflessione adeguata - osserva Taormina -, «tutta questa problematica sul mandato d'arresto internazionale». «Fino a quando si discute di gravissimi reati, siamo d'accordo. Ma si era partiti dall'ipotesi per cui il mandato potesse essere emesso anche per reati punibili con un minimo di un anno di reclusione».<p>«Se creiamo una situazione di transnazionalità sotto questo profili, francamente è molto grave. Sotto la scusa del terrorismo internazionale c'è il rischio che si possa utilizzare questo tipo di preoccupazione per comprimere delle libertà che sono previste dalla Costituzione. Finché si tratta di andare in aeroporto e fare file un po' più lunghe lo capiamo tutti, ma quando si discute di licenze di uccidere conferite ai servizi segreti o di intercettazioni telefoniche che possono essere fatte al di fuori dei processi, il discorso è diverso». <p>
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