12 DIC 2001

Giustizia Ue: Anche la Gran Bretagna «fatica» ad adeguarsi

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 15 min 20 sec
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Raggiunto un compromesso con l'Italia sul mandato di cattura, l'Europa si prepara al Vertice di Laeken.

Restano alcuni nodi da sciogliere.

In Gran Bretagna, ad esempio, dove il pacchetto antiterrorismo è stato bocciato in Parlamento ben sette volte Roma, 12 dicembre 2001 - Il governo italiano ha infine detto sì al controverso mandato di cattura europeo.

Un sì condizionato, dato che prima di approvare la normativa europea sarà necessaria una riforma costituzionale.

In questi giorni si è accusato più volte l'esecutivo di «isolare» l'Italia nell'Ue, per difendere meri interessi personali del
premier, Silvio Berlusconi, il solo ad aver qualcosa da temere da una giustizia europea.

Stamani il quotidiano francese Le Monde coglie l'occasione per scrivere che Berlusconi «è un egoista che vuole gestire il suo paese come un'azienda e confonde l'Italia con i suoi propri interessi».

Fortemente critica anche gran parte della stampa italiana.

Il Corriere della Sera, ad esempio, descrive il comportamento della Maggioranza sostanzialmente come un «pasticcio».Pasticcio o no, il compromesso ottenuto dal governo di Centrodestra consente all'Italia un momento di riflessione prima di avallare norme che sono destinate ad innovare profondamente l'ordinamento giuridico interno.A dispetto della comune credenza di un'Italia isolata nell'Ue, una pausa potrebbe tornare utile anche agli altri paesi, in primis la Gran Bretagna.

L'esecutivo guidato da Tony Blair, pur essendo tra i principali sponsor del pacchetto antiterrorismo europeo, ha infatti subito il veto di una maggioranza trasversale che alla Camera dei Lord ha bocciato ben sette volte il provvedimento.Radio Radicale ne ha parlato con Torquille Erikson, giurista esperto di diritto comparato.I Lord si richiamano al garantismo italianoIntervistato da Lanfranco Palazzolo, l'autorevole giurista spiega che in queste ore si è creata nella Camera Alta del Parlamento inglese una maggioranza trasversale che vede impegnati i Lib dem, i conservatori e una piccola parte dei laburisti a bocciare il provvedimento.

Qui le difficoltà sono maggiori perché i laburisti hanno una maggioranza meno forte.

Infatti, l'esame di questa legge ha fatto registrare per ben 7 volte la sconfitta dell'esecutivo britannico.

Una vera e propria debacle che ha portato il ministro degli Interni David Blunkett a difendersi dalle pagine del quotidiano "The Times" dichiarando nel titolo di «non essere un prepotente, né un all'allarmista».

Perché questa autodifesa? Il provvedimento in questione prevede negli articoli 109 e 110 il recepimento interno di norme che europee che riguardano il terrorismo ed il crimine attraverso un semplice provvedimento del governo (una specie di decreto minoisteriale) e senza l'esame delle due assemblee.

Con questo escamotage si farebbe entrare nell'ordinamento inglese tutto il pacchetto legato al mandato di cattura europeo.

Un vero oltraggio al diritto britannico e all'Habeas corpus.

Per far quadrare il cerchio il governo inglese le ha tentate tutte, ma senza riuscirci.

Questi due articoli sono passati alla Camera dei comuni in soli 14 minuti, un tempo ridicolo per affrontare temi che metterebbero in discussioni le basi del diritto britannico.

La Camera dei Lord ha preso atto di questa situazione e ha dato battaglia al punto che Blair ha dovuto fare marcia indietro e ha proposto due emendamenti.

Uno di questi renderà impossibile recepire il mandato di cattura europeo con 32 reati.

Il campo dei reati da recepire è stato ristretto con questi emendamenti ai soli reati legati al terrorismo.

Quindi il Parlamento britannico ha sposato in pieno la posizione di Silvio Berlusconi.

Ma c'è di più.

Un visconte inglese si è alzato alla Camera dei Lord ed ha esclamato: «Mi duole dire che il popolo inglese deve rimettere la difesa delle nostre libertà al governo italiano».

E alla fine il ministro degli Interni Blunkett ha promesso solennemente che il Parlamento di Londra esaminerà il mandato di cattura europeo l'anno prossimo con una legge sull'estradizione.

Al vertice europeo di Laeken, il premier Blair sarà costretto a fare marcia indietro e a vincolare solo l'esecutivo e non il Parlamento.

Una bella grana per i partner europei.

Altro che Berlusconi!In collaborazione con Lanfranco Palazzolo.

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  • Intervista a Torquille Erikson, esperto di diritto comparato

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