20 GEN 2002

Anm: «Quale futuro per la giustizia Civile?» (II giornata)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 47 min

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«Migliorare la giustizia, non riformarla».

L'intervento di Giovanni Verde chiude il laboratorio aperto dall'Anm sul futuro del processo civileRoma, 20 gennaio 2002 - Si conclude con l'intervento di Giovanni Verde il seminario sulla giustizia civile dedicato dall'Anm a Claudio Velardi.

Danno forfait, invece, lo stesso presidente Giuseppe Gennaro, ed il Ministro della Giustizia Roberto Castelli.

La presenza del vicepresidente del Csm - come egli stesso sottolinea - è in gran parte dovuta al ricordo che il professore napoletano conserva del magistrato scomparso, che solo l'ha portato a superare
«la stanchezza ed un certo senso di sfiducia» che lo accompagnano in questi ultimi giorni.

Occorrono miglioramenti, non riformeE in effetti, qui all'Hotel Midas, il vicepresidente dell'organo di autogoverno della Magistratura, mette da parte per un giorno le polemiche che lo investono in virtù della sua carica, per tornare a parlare di quello che è da sempre l'oggetto dei suoi studi, interrotti a malincuore negli ultimi tre anni.

In due giorni si è parlato in gran parte di riforme.

Secondo Verde, invece, per il processo civile «tanto è già stato fatto»; dunque: bisognerebbe parlare di «miglioramenti», piuttosto che di «riforme».

«Si parla continuamente di riforme, ma mi chiedo se sia il caso di trasformare i luoghi della giustizia in laboratori.

Per esempio in campo civile alcuni risultati siamo riusciti ad ottenerli, e sono stati abbassati in modo significativo gli arretrati.

Ritengo, quindi, che si debba migliorare, non riformare.

Anche perché in questo momento una ulteriore riforma della procedura civile sarebbe quantomeno impropria».La Legge Pinto? Rischia di essere un boomerang A dieci anni fa, del resto, risale l'ultima riforma.

Molte le norme che il vicepresidente dichiara di non aver mai guardato con simpatia.

La Legge Pinto, tanto per cominciare, «un boomerang» che rischia di riproporre in forma più grave i problemi che doveva risolvere, portando i cittadini italiani a chiedere 'il risarcimento del danno da ritardo nel risarcimento del danno'.I magistrati si rimbocchino le maniche Molti anche i risultati.

Da 4 milioni e mezzo di arretrati, ad esempio, si è passati a 4 milioni.

Per Verde occorre insomma rimboccarsi le maniche.

Se, infatti, tutti i giudici si occupassero da oggi solo di sentenze occorrerebbero 7-8 anni per smaltire i fascicoli accumulati.

Il richiamo è rivolto soprattutto ai giudici.

«La funzione del magistrato - sostiene il vicepresidente del Csm - è la più alta di tutte».

Dunque, non si comprende la «disaffezione» che alcuni mostrano per l'ordine cui appartengono, portando, ad esempio, il Csm a firmare ogni anno troppe autorizzazioni per l'insegnamento.

Naturalmente nel processo di miglioramento auspicato da Verde, un ruolo importante hanno anche gli avvocati.

In questo senso - spiega - dovrebbe essere orientata la «professionalità e la deontologia» forense.

Infine un richiamo allo stesso Csm, oggetto dell'invito ad evitare l'«eccesso di circolari» - «comprese quelle sulle tabelle» - che lo ha caratterizzato negli ultimi anni.

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