28 GEN 2002

Ds: Riunione della Direzione

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 7 ore 35 min
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La necessità di rifondare l'Ulivo, e soprattutto di allargarlo.

Questa la posizione espressa nel corso della riunione della Direzione Ds, durante la quale non sono mancate le polemiche interne.Roma, 28 gennaio 2002 – Un nuovo Ulivo, frutto di una “federazione” dove stare tutti “con assoluta pari dignità”.Questa è la formula che Piero Fassino lancia alla riunione della Direzione dei Democratici di Sinistra, per tentare di dare una soluzione alla crisi dell'Ulivo.I delegati della Quercia hanno delineato un percorso per la “rifondazione” della coalizione di centrosinistra che
proporranno mercoledì al coordinamento.

La questione fondamentale da stabilire in quella sede sarà la condotta da tenere nel corso dell’assemblea nazionale della coalizione dopo il congresso della Margherita di fine marzo e l’avvio della campagna per le amministrative, per definire “un programma, una struttura organizzativa e nuove regole” di convivenza.Un “ponte di comando ben simmetrico”Pier Luigi Bersani nella sua relazione introduttiva non discute direttamente della questione della leadership dell’Ulivo, ma parla della necessità di istituire “una cabina di regia che può essere rapidamente allestita” per avviare il nuovo corso della coalizione e per arrivare infine ad un “ponte di comando ben simmetrico”.I Ds pensano a un “rilancio e non ad un arretramento dell'Ulivo e della coalizione: con un suo allargamento verso altre forze d'opposizione come la Lista Di Pietro, con la conferma di una progressiva convergenza tra le forze della sinistra riformista e con un confronto con la sinistra antagonista di Rifondazione Comunista”.Secondo Bersani il centrosinistra deve “lavorare sulle contraddizioni” del centrodestra puntando “non ad una spallata ma ad un logoramento” sfruttando il “deficit di credibilità” che Berlusconi sta subendo.Una sinistra dentro l’UlivoAnche Piero Fassino si sofferma sul rapporto tra sinistra e Ulivo.

I Ds “non hanno alcuna idea di autosufficienza – afferma il segretario – e la sinistra va pensata dentro l'Ulivo”.

Questo obiettivo “non è in contrasto con l'obiettivo di riunire la sinistra riformista”.

Nello stesso tempo però “gli alleati non possono pensare che si può costruire in Italia un forte progetto alternativo prescindendo dalla sinistra”.Ora però, chiarisce Fassino, occorre “andare oltre” l'Ulivo fin qui è conosciuto, allargando le sue alleanze politiche ma anche sociali.

Il problema è “come espandere i confini dell'Ulivo” e non come spartirsi i voti esistenti.

Si tratta dunque di “aprire un confronto con l'Italia dei valori e con Rifondazione, pur non nascondendosi le differenze”.Alla linea espressa da Cesare Salvi e dal “correntone” Fassino muove numerose critiche.

In particolare “se si dice che la sinistra coltiva una sua autosufficienza”, bisogna anche “trarne le conseguenze: significa che o la sinistra è condannata ad essere minoranza per un lungo periodo o che, volendo essere autosufficiente, punta a rappresentare anche il centro”.

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