11 FEB 2002

Giustizia: Relazione annuale di bilancio della Corte Costituzionale

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 59 min 16 sec

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Da novembre 2000 la Corte Costituzionale è composta da soli 13 membri.

Ruperto: «Le camere facciano il loro dovere»Roma, 11 febbraio 2002 - Secondo l'articolo 135 della Carta Fondamentale la Corte Costituzionale è composta di 15 giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative.In realtà, attualmente, la Consulta è composta da soli 13 membri, poiché le camere non hanno ancora provveduto a nominare i sostituti di Cesare Mirabelli e Francesco Guizzi, i cui
mandati sono scaduti nel novembre del 2000.«Attendiamo che un altro organo costituzionale faccia il suo dovere» - aveva dichiarato il presidente della Corte Cesare Ruperto un anno fa.

La questione è stata posta nuovamente stamani in apertura della consueta relazione annuale.Si sta «andando - ha dichiarato Ruperto - ben al di là della violazione del principio di leale collaborazione, si sta ormai configurando come inadempimento di un preciso obbligo costituzionale, della cui gravità confido che le Camere vorranno, nell'interesse della collettività, utilmente rendersi consapevoli, provvedendo con sollecitudine a sanarlo».I radicali l'hanno denunciato centinaia di volteIl «sabotaggio che i presidenti delle Camere hanno compiuto rispetto all'atto dovuto del Parlamento per l'elezione del membro della Consulta» è stato segnalato centinaia di volte da Marco Pannella.

«Per sudditanza culturale e politica partitocratica - dichiarava una domenica sera di circa un anno fa il leader radicale - i presidenti di Camera e Senato aspettano che si mettano d'accordo il partito dei giudici, il partito dei PM, e Berlusconi, per dare il via libera all'elezione dei membri della Corte Costituzionale.

Ci troviamo quindi dinanzi ad una intolleranza rispetto allo stato di diritto e rispetto alla democrazia, che è clamorosa».Tredici membri, non tutti regolarmente elettiTredici membri, dunque, anziché quindici, e nemmeno tutti regolarmente eletti, se si tiene conto che l'avvocato Fernanda Contri il 4 novembre 1996, nel momento in cui il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le conferiva la nomina, non possedeva il necessario requisito dei venti anni di esercizio della professione.

La sua situazione è stata sanata soltanto con la legge n.

n°27 del 1997, che ha abolito retroattivamennte la distinzione tra procuratore legale ed avvocato.

D'altra parte, la questione che affligge la Corte, oltre che assurda, si fa ogni giorno più grave.

Senza il plenum non è possibile portare a termine il pacchetto di riforme regolamentari della sua organizzazione già predisposto da molto tempo, e non è possibile risolvere - «una buona volta» - il problema della dissenting opinion.L'attività svolta nel 2001Per quanto concerne l'attività che la Consulta è stata chiamata a svolgere nell'anno appena concluso, Ruperto ha sottolineato «il rilevante mutamento del quadro costituzionale» determinato dall'entrata in vigore della legge n.3 del 2001.

Nessun commento, invece, circa l'interpretazione data dai giudici di Milano della sentenza n.225 che ha risolto il conflitto - manifestatosi nel corso del processo Sme - tra l'interesse dell'Assemblea parlamentare allo svolgimento delle sue attività e l'interesse del Tribunale alla speditezza del procedimento giudiziario.

Ai giudici - ha spiegato il presidente - va riconosciuto il diritto-dovere di interpretare anche le sentenze della consulta.

Se la loro interpretazione poi è esatta, questo, non spetta dirlo alla Corte Costituzionale, ma è la cassazione che si deve pronunciare.«Non necessaria» una norma sul rientro dei SavoiaSignificativo, invece, il parere di Ruperto sulla norma costituzionale in corso di approvazione da parte delle Camere per modificare la XIII disposizione finale e transitoria della Carta.

«A mio giudizio, come a giudizio di tanti altri - ha dichiarato il presidente della Corte - non era necessario un intervento costituzionale perché la XIII disposizione, che sia transitoria o che sia finale, o l'uno e l'altro, dopo più di 50 anni aveva esaurito la sua funzione, in particolare a seguito dell'ingresso dell'Italia nei vari trattati (Maastricht, Amsterdam, etc.)».

Insomma, secondo Ruperto, a seguito della giurisdizionalizzazione piena dei diritti fondamentali i Savoia erano già i cittadini come tutti gli altri italiani.

«Se in Italia possono entrare cittadini di diversi altri paesi che fanno parte dell'Unione Europea, - ha concluso - non riesco a capire perché non possano farlo i Savoia».

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  • Preambolo: La mancata nomina di due giudici ed i problemi derivanti dalla riforma del titolo V della Costituzione

    <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 9 min 2 sec
  • L'attività compiuta nel 2001

    0:09 Durata: 13 min 58 sec
  • Alcuni orientamenti prevalsi

    0:23 Durata: 16 min 28 sec
  • Franco Siddi, presidente Fnsi

    <strong>La conferenza stampa</strong>
    0:39 Durata: 4 min 48 sec
  • Romano Bartoloni, presidente Cronisti Romani

    0:44 Durata: 5 min 14 sec
  • Cesare Ruperto, sulla libertà di stampa

    0:49 Durata: 1 min 10 sec
  • Pierluigi Franz, presidente Associazione Stampa Romana

    0:50 Durata: 2 min 54 sec
  • Dimitri Buffa, giornalista di Libero

    0:53 Durata: 1 min 44 sec
  • Annamaria Greco, giornalista de Il Giornale

    0:55 Durata: 1 min 25 sec
  • Gaetano Savatteri, giornalista Tg5

    <p><strong>Le interviste di Radio Radicale</strong><p><strong>Dall'archivio di Radioradicale.it</strong><p> 5 gennaio 2001: Cesare Ruperto eletto Presidente della Corte Costituzionale 23 gennaio 2001: Conversazione settimanale con Marco Pannella 23 febbraio 2001: Relazione annuale di bilancio della Corte Costituzionale 23 febbraio 2001: Caso Contri, La difficile 'difesa' del Presidente della Consulta
    0:56 Durata: 2 min 33 sec