07 APR 2002

Aspen European Dialogue: Undicesima edizione della conferenza internazionale (II giornata)

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Venezia, 7 aprile 2002 - Parte da Madrid la ricerca di una linea comune internazionale ritenuta ormai indispensabile per riportare la pace in Medio Oriente.

Mercoledì prossimo 10 aprile, nella capitale spagnola, si terrà un vero e proprio vertice sulla crisi israelo-palestinese presieduto dal premier José Maria Aznar al quale parteciperanno il segretario di Stato Usa Colin Powell, il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov e l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana.La conferma del vertice di Madrid, più
volte auspicato nei giorni scorsi anche dal presidente della Commissione Ue Romano Prodi, è giunta in occasione della partecipazione del ministro degli Esteri spagnolo Josep Piqué alla seconda e ultima giornata della conferenza organizzata alla Fondazione Cini di Venezia dall'Aspen Insitute e dedicata al ruolo dell'Ue sullo scenario internazionale e, in particolare, di fronte alla crisi mediorientale.Il vertice di Madrid«Attribuisco al vertice di Madrid un'importanza enorme», ha sottolineato Piqué ribadendo la necessità di trovare una soluzione politica al conflitto e il 'no' dell'Europa a uno sbocco solamente militare della crisi.

Per il responsabile della diplomazia spagnola, infatti, è vero che «non ci può essere una soluzione al conflitto mediorientale senza il coinvolgimento diretto degli Usa», ma è anche vero che molto difficilmente si potrà arrivare a una soluzione «con la sola mediazione statunitense».Europa più credibile di Usa per i palestinesi«Una posizione comune - ha aggiunto - è una condizione necessaria, anche se forse non sufficiente» per riprendere la strada della pace.

Piqué ha poi spiegato che «occorre essere realisti».

«Oggi è chiaro che chi ha veramente influenza su Israele sono gli Stati Uniti.

Ma il grado di credibilità dell'Europa nei confronti dei palestinesi è superiore a quello di Washington e senza l'appoggio dell'Ue anche le proposte avanzate dal mediatore americano Anthony Zinni rischiano di non avere grande credibilità agli occhi dei palestinesi».L'obiettivo prioritario su cui si devono concentrare gli sforzi internazionali è quello di arrivare a un 'cessate il fuoco', allo stop definitivo delle azioni terroristiche e al ritiro dei militari israeliani (a questo proposito Piqué ha detto di aver apprezzato il richiamo rivolto a Israele dal presidente Usa George Bush).Successivamente l'azione internazionale dovrà svilupparsi attraverso il dispiegamento di una forza internazionale di interposizione che garantisca la sicurezza dei due popoli.

I palestinesi devono aver diritto a un loro Stato indipendente nei Territori occupati (Cisgiordania e Gaza).

E Israele deve poter vivere avendo garantita la sicurezza interna.Un riequilibro del peso di Ue e Usa nella regioneA quel punto, l'Ue sarà chiamata un svolgere un ruolo «molto importante» per assicurare un futuro di prosperità alla regione e questo potrebbe consentire, secondo Piqué, anche un riequilibro del peso di Ue e Usa nella regione.Ma se la situazione sul terreno resterà caratterizzata dagli attacchi terroristici e dalla presenza militare israeliana nei Territori, il ministro spagnolo non ha escluso la possibilità che l'Ue torni a discutere di sanzioni nei confronti di Israele, ma anche dei palestinesi.I lavori della seconda giornataL'incontro dell'Istituto Aspen a Venezia è stato anche l'occasione per fare una valutazione dello stato della politica estera comune dell'Ue.

Un processo avviato, ha rilevato Piqué, che però richiederà ancora diversi anni prima di essere completato, come del resto già successo per la nascita della moneta unica.

«Non si può dimenticare che l'Ue raccoglie paesi che per secoli hanno guerreggiato tra di loro: l'importante - ha concluso il ministro spagnolo - è riuscire a esprimere una linea comune compatibile con quelle che ancora per qualche anno continueranno a essere seguite a livello nazionale».

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