22 APR 2002

Crs: «I custodi della Costituzione. Poteri e responsabilità nella crisi italiana» (I sessione)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 5 ore 10 min

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Chi sono attualmente i «custodi della Costituzione»? Se è indubbia l'esistenza di una «crisi italiana», palese nelle disfunzioni dei principali poteri dello Stato, meno chiare sono le responsabilità e le strade per risolverlaRoma, 22 aprile 2002 - Parlamento, Capo dello Stato e Corte costituzionale.

Parte da qui la ricerca dei «custodi della Costituzione», organi e correlati poteri ai quali è attribuita la funzione di garantire l'attuazione della Carta fondamentale.

L'incontro è promosso dal Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato.

Il titolo è significativo: «I
custodi della Costituzione.

Poteri e responsabilità nella crisi italiana».La funzione di controllo del Parlamento«Bisogna sviluppare in modo più serio e rigoroso la funzione di controllo del Parlamento».

Secondo il presidente dei deputati Ds Luciano Violante, il nodo fondamentale è lì, nella funzione di controllo, fondamentale prerogativa delle Camere, spesso svalutata.

Andrebbe invece «rinvigorita».

L'anomalia delle ultime commissioni d'inchiesta«Le commissioni - è l'esempio portato da Violante - potrebbero chiedere relazioni, note integrative al Governo su determinati atti».

Ultimamente, però - secondo Violante - proprio la funzione di controllo è oggetto di alcuni equivoci.

E' il caso delle commissioni parlamentari d'inchiesta, che dovrebbero nascere su iniziativa dell'opposizione per controllare l'attività svolta dal governo in alcuni episodi.

Il condizionale è d'obbligo perché commissioni come la Mitrokhin e Telekom Serbia, pur se proposte dalla Cdl nella scorsa legislatura, sono state costituite all'inizio di questa legislatura dalla maggioranza di governo.

Per Violante si tratta di un'evidente «anomalia».

Questi organi parlamentari vengono di fatto utilizzati come «strumento di criminalizzazione dell'opposizione».

Il superamento della distinzione Parlamento-GovernoAltra questione avanzata dal deputato Ds è «la tendenza al superamento della distinzione Parlamento-Governo».

Un episodio emblematico - osserva Violante - è l'orologio regalato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai parlamentari più assidui alla fine dell'anno scorso.

Il titolare di uno dei poteri dello Stato non dovrebbe ingerire nei comportamenti dei membri di un altro potere.

Il capogruppo Ds a questo proposito fa notare che se da un lato si ritiene indispensabile «la separazione delle carriere in magistratura», dall'altro si favorisce la «congiunzione dei poteri politici dello Stato».

Gli equivoci del maggioritarioEquivoci sul ruolo del Parlamento si manifestano anche nella spinosa questione dell'elezione dei giudici Corte Costituzionale.

«Noi siamo accusati dagli editorialisti più importanti - spiega Leopoldo Elia - di non aver capito il senso della democrazia maggioritaria».

Ma - come rileva Violante - è infondata l'idea diffusa nel centrodestra secondo la quale «col sistema maggioritario occorre scartare la possibilità di un dialogo tra opposizione e maggioranza per l'elezione di un giudice costituzionale».

Per il capogruppo Ds ben venga la «concertazione».

«Noi non contestiamo che chi vince le elezioni applichi il suo programma, - aggiunge il presidente emerito della Consulta - noi contestiamo l'abuso di potere, l'interpretazione abusiva che viene fatta di questi poteri della maggioranza».La blindatura degli «interna corporis»Altra questione che affligge il Parlamento - posta sia da Vittorio Angiolini che da Leopoldo Elia - è quello della «blindatura» degli interna corporis della camere.

L'assoluta potestà di autoregolamentazione delle assemblee è secondo costoro una delle fonti del vulnus - consistente nella mancanza del plenum - che da 11 mesi affligge la Camera dei deputati.La così detta «moral suasion» del Capo dello StatoNon poche anche le problematiche che investono il Capo dello Stato e le sue prerogative.

Le critiche in questo caso investono un altro istituto di origine anglosassone: il preteso potere di moral suasion.

Elia sottolinea come facilmente possa scontrarsi con il dettato costituzionale.

Se si pensa al provvedimento della Cdl sul conflitto d'interessi, - osserva l'esponente del Ppi - si può notare che la legislazione della Corte Costituzionale in tema di radiotelevisione è stata in gran parte ignorata, con buona pace dei «custodi della Costituzione».Dilaga la comunicazione extraparlamentare Ultima questione, quella della comunicazione.

Negli ultimi anni, è evidente il mancato uso da parte del presidente della Repubblica del «messaggio alle Camere» in favore di altri irrituali strumenti.

Ma la mancata o ritardata comunicazione al Parlamento è una costante anche per l'Esecutivo.

Dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti al Tg1 sull'extradeficit di 60.000 miliardi ereditato dal centrosinistra - racconta Violante - «presentai una risoluzione con cui s'impegnava il governo a riferire prima in parlamento».

«Fu approvato all'unanimità dalla camera», ma, dopo l'assassinio del professor Biagi, il Presidente del Consiglio tenne alle 16 una conferenza-stampa e solo alle 19 arrivò il Ministro dei Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi a Montecitorio.

Proposte di soluzioneLe possibili soluzioni agiscono su piani differenti.

Secondo Violante occorrerebbe «rivedere la materia delle fonti».

Questione posta anche da Massimo Luciani, che ne sottolinea l'estrema urgenza.

E' necessario inoltre un vero controllo sulla legislazione da parte del Parlamento.

E' necessario «rinvigorirlo» - dice Violante.

Ma occorrerebbe anche «rafforzare il federalismo superando l'attuale bicameralismo con una camera delle regioni».

E poi, come accade in altri paesi europei, ad esempio, sarebbe utile attribuire «ad una quota di parlamentari» il potere «di sollevare la questione di costituzionalità» dinanzi alla Consulta.

Violante ricorda che «una parte rilevante delle leggi che stiamo varando è incostituzionale».

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