04 MAG 2002

Avvenire: «L'informazione tra stampa e televisione: competizione o sinergia?» (con Baldassarre e Confalonieri)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 22 min

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Milano, 4 maggio 2002 - «Avvenire» cambia immagine.

Il restyling del quotidiano cattolico, diretto da Dino Boffo, è stato presentato oggi al Palazzo dell'Informazione di Milano insieme con un'indagine Abacus sul tema: «L'informazione tra stampa e televisione: competizione o sinergia?».

Tra i partecipanti all'incontro, Fedele Confalonieri ed Antonio Baldassarre, i quali hanno confermato che i rapporti tra Rai e Mediaset saranno «quelli di normale concorrenza».IL RAPPORTO RAI-MEDIASET.

Prima di tutto «concorrenti».

«Determinati» e all'occasione anche «agguerriti».

Ma sempre
«leali».

Antonio Baldassarre e Fedele Confalonieri preferiscono la «competizione» nel rispetto delle «regole» e dei rispettivi ruoli.

«Per noi - ha detto il presidente della Rai - Mediaset è e sarà sempre un concorrente.

Anche se dobbiamo tenere presente la nostra vocazione di servizio pubblico».

Questo, secondo Baldassarre, non deve essere un problema.

«Chi pensa che si debba fare audience solo con le banalità fa un grave errore.

Se questo fosse vero il servizio pubblico non avrebbe ragione d'essere.

Fare cose di alto livello non vuole dire fare cose noiose.

In modo semplice e attraente si possono dare tutti i messaggi anche quelli ad alto valore culturale».IL CASO 'SANTORO'.

Divergenze di opinione, invece, sulla professionalità di alcuni noti giornalisti Rai.

Per il presidente di Mediaset si tratta di ottimi professionisti.

Non importa come la pensano, ma - ha dichiarato il presidente di Mediset conversando con i giornalisti - in tv «chi ha pubblico, chi è professionista, continua a lavorare senza problemi.

Piaccia o non piaccia anche ieri sera Santoro ha fatto il 16% di share.

E Biagi, a 82 anni e con 4 by-pass va ancora in America e in Cina per svolgere la sua professione».

A Santoro, Baldassarre ha chiesto invece «un maggior rispetto dell'imparzialità, rispetto cui spesso viene meno».

Una richiesta che il presidente della Rai ha rivolto «a chiunque altro non rispetti il principio dell'imparzialità».

«Se ci fosse anche Giuliano Ferrara - ha aggiunto - questo invito sarebbe rivolto anche a lui, ma tuttavia non sta alla Rai...».

Secondo Baldassarre sul fronte televisivo in generale ed in quello della tv di Stato in particolare «ci sono diversi giornalisti che interpretano il loro ruolo in un modo che non è appropriato ad uno Stato democratico».«Stato democratico che invece - ha rilevato il presidente emerito della Consulta - ha bisogno di una opinione pubblica che sia correttamente e imparzialmente informata.

Elemento questo fondamentale per la democrazia».

Tornando a Santoro, Baldassare ha ricordato l'incontro avuto giorni fa con l'ex ambasciatore Usa in Italia al quale ha chiesto se in America, un conduttore così avrebbe trovato spazio.

«L'ambasciatore mi ha confessato che nessuna televisione glielo avrebbe concesso perché è un problema di democrazia».IL NUOVO «AVVENIRE».

Presentata dal direttore Dino Boffo la nuova veste di «Avvenire».

Il giornale completamente rinnovato nella veste editoriale, con nuova foliazione, grafica e contenuti sarà martedì in edicola.

«L'obiettivo - ha spiegato Dino Boffo - è di allargare la fascia di lettori con un occhio di riguardo per i giovani, ma riuscendo a mantenere attaccati al nuovo prodotto i lettori più affezionati di Avvenire».

Al ripensamento del quotidiano, che come ha ricordato lo stesso direttore, troppo spesso viene definito «il quotidiano dei vescovi» dimenticando l'indipendenza editoriale della redazione, si associa una campagna pubblicitaria televisiva e a mezzo stampa ideata dall'agenzia Armando Testa.

Lo slogan è «Peccato non leggerlo» e cerca di sfatare il luogo comune che associa all'informazione di area religiosa l'idea di un pubblico esclusivamente conservatore.

«Il nuovo Avvenire (molte foto, molto colore nella prima pagina del numero zero) vuol contribuire alla crescita della libertà», ha detto Boffo.

La libertà di stampa, secondo il direttore del giornale, va perseguita soprattutto con la «cura della propria professionalità».

L'obiettivo è superare la barriera delle 100.000 copie.

I criteri ispiratori del progetto editoriale sono soprattutto la maggior accessibilità alle notizie e un approccio diretto ai fatti, una maggior chiarezza sui temi.

La nuova formula punta ad ampliare l'informazione e insieme a ordinare meglio gli spazi delle opinioni.

Il quotidiano si arricchisce di nuovi temi, dal turismo al tempo libero, dalle tradizioni locali al costume, dal consumo intelligente alle imprese della microeconomia.

Verrà inoltre dato più spazio ai temi della scienza, alle nuove tecnologie e alla medicina.L'INDAGINE ABACUS.

Più che all'insegna della sinergia, il rapporto tra l'informazione televisiva e quella della stampa quotidiana è improntato alla competizione.

E' quanto emerge dalla ricerca promossa da Avvenire e condotta da Tnt Abacus su un campione di 750 lettori maggiorenni di quotidiani.

Il fatto che esista soprattutto una competizione tra i due media è emerso in particolare dall'analisi delle aspettative del pubblico e dei bisogni soddisfatti dai due tipi di mezzi di comunicazione.

Tra quotidiani e la televisione esistono infatti molti punti in comune.

Nel dettaglio, sorprende che i giudizi dei lettori non confermino una prevalenza dei quotidiani cartacei sull'informazione televisiva, o viceversa, sia per quel che riguarda la sfera della completezza ed autorevolezza, che per quella della «tempestività dell'informazione».

Il pubblico risulta infatti complessivamente soddisfatto per quel che riguarda la completezza ed autorevolezza, allo stesso livello sia per la Tv che per la stampa.

E giudica entrambi i mezzi con minor soddisfazione per quel che riguarda l'obiettività e l'affidabilità.

Quanto poi ai tempi, ovvio punto di forza del mezzo televisivo, anche nel caso dei quotidiani la tempestività dell'informazione viene considerata ampiamente soddisfacente.

Di contro, si trova una vicinanza di giudizio sul piccolo schermo e la stampa anche nella percezione della capacità di approfondire le notizie.

Secondo i lettori, comunque, una differenza c'è.

Ed è offerta dalla possibilità data solo dalla stampa di selezionare le notizie, di scegliere che cosa leggere e che cosa non leggere.

Una differenza che esalta soprattutto l'importanza dell'aspetto grafico e dell'impaginazione dell'informazione nei quotidiani.In secondo luogo la stampa, secondo il pubblico, è in grado di fornire una miglior copertura delle aree tematiche, e particolarmente in alcune aree di nicchia: la cultura e l'economia, ma soprattutto l'informazione locale.

Secondo l'indagine quando il lettore apre un quotidiano, infatti, nel 23% dei casi la prima notizia che legge è di cronaca locale.

Seguono la cronaca nazionale (21%), la politica (21%), mentre sono ampiamente distanziati temi quali la politica internazionale (7%), il sociale (4%), lo sport (3%), la cultura e l'economia (entrambi al 2%).

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  • Alessandro Zanconi, giornalista «Avvenire»

    «Concorrenti». Fedele Confalonieri <br>ed Antonio Baldassarre<p><strong>Audiovideo della presentazione</strong><p><strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 54 sec
  • Ferdinando Pagnoncelli, amministratore delegato Abacus

    <em>Presentazione della ricerca Abacus</em>
    0:00 Durata: 7 min 47 sec
  • Fedele Confalonieri, presidente Mediaset

    <em>Dibattito</em>
    0:08 Durata: 6 min 41 sec
  • Gaspare Barbiellini Amidei, giornalista e scrittore

    0:15 Durata: 10 min 55 sec
  • Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale

    0:26 Durata: 23 min 36 sec
  • Dino Boffo, direttore di «Avvenire» e Sat2000

    <em>Presentazione della nuova veste del quotidiano «Avvenire»</em>
    0:49 Durata: 18 min 52 sec
  • Marco Testa, amministratore delegato «Armando Testa»

    1:08 Durata: 9 min 17 sec
  • Domande del pubblico

    1:18 Durata: 4 min 23 sec