04 LUG 2002

Radicali: Marco Pannella ospite di «Radio Anch'io»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 31 min
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Ha liberato i detenuti, a loro adesso chiede di aiutarlo a liberare tutti gli altri.

Marco Pannella, eccezionalmente ai microfoni Rai, spiega perché «vale la pena combattere solo per quello che non vale la pena per gli altri»Roma, 4 luglio 2002 - Nella lunga intervista nel corso della nota trasmissione radiofonica di Andrea Vianello, la voce di Marco Pannella dice molto sulle 80 ore di sciopero della sete che il leader radicale ha alle spalle.

Nonostante l'ultimo bollettino medico chieda l'immediato ricovero ospedaliero, la battaglia per la legalità prosegue.

Gian Antonio Stella, l'ha
definito: «L'uomo invisibile nel giorno dell'ipocrisia».

«Viva la Costituzione!» - ha gridato ieri Marco Pannella all'assemblea di Montecitorio, intenta ad ascoltare il discorso del premier dopo le dimissioni del Ministro degli Interni, proprio quel Claudio Scajola, principale artefice delle liste-civetta che hanno portato in Parlamento 13 deputati-fantasma.

Vale la pena solo quello che non vale la pena per gli altri«Smettila, non vale la pena», il monito, non privo di «un riflesso di imbarazzo», dei deputati incrociati ieri nei corridoi.

«Vale la pena solo quello che non vale la pena per gli altri», la risposta di Pannella.«In questo momento stiamo facendo una battaglia costituzionale ed istituzionale perché il Parlamento la smetta di subordinare ai propri tempi e mercati politici, le scadenze istituzionali».

Per i radicali, ciò che non è consentito a tutti i cittadini, meno che mai dovrebbe esser lecito per i loro rappresentanti.Il messaggio del leader radicale, dunque, è innanzitutto rivolto alle camere.

Ma non solo.

«Io - aggiunge Pannella - sono consapevole che fra qualche ora una pallottola mi raggiungerà, perché appunto termini questa strage di legalità che è divenuta propria della politica e del giornalismo italiano».Non basta fissare il dibattito per il 15 luglio«La Camera dei deputati è costituita in termini tecnici da 630 deputati.

Noi chiediamo - spiega il leader radicale - che non ci sia la finzione del Parlamento che vota continuamente in modo non utile, noi chiediamo che eleggano».Secondo Pannella, nei confronti di tutto questo il presidente della Repubblica è «attento e riflette».

Ma - il leader radicale cita l'ex presidente Cossiga - «il vero presidente della Repubblica è il segretario generale Gifuni».Tutti sanno che dico il veroPer quanto concerne invece il ministro dell'Interno, Pannella rammenta che «la responsabilità di Scajola è di non aver avuto subito il coraggio di dire che l'iniziativa di togliere la scorta a Biagi è stata del governo Amato e non del suo governo».Il leader radicale aggiunge: «Se una di quelle lettere Marco Biagi l'avesse mandata a me e a noi, credo che dopo venti giorni avrebbe avuto la scorta.

E tutti sanno che dico il vero».

E' andata diversamente.

Come accadde con Moro - e stavolta il link conduce direttamente al nuovo responsabile del Viminale, Giuseppe Pisanu, capo della segreteria politica Dc nel 1975 - le sue lettere sono state attribuite ad un uomo che «era uscito di testa».

Ma le responsabilità dell'illegalità che affligge l'Italia non vanno ricercate soltanto nel mondo politico.

«Questa mattina - chiarisce Pannella - parlo da RadioRai, ma in 80 giorni non ho potuto una sola volta, tranne che in 20 secondi e 40, dei telegiornali della Rai, dire una parola».

Pannella ne ha anche per Biagi e Santoro, che devono andar via «per gli stessi motivi per cui dei giornalisti fascisti ottimi, onesti, ma legati a quella cultura, quando l'Eiar è divenuta Rai, sono andati via».E Costanzo? Il leader radicale spiega che per convincere il direttore di Canale 5 ad ospitarlo ha dovuto «assicurargli che il presidente della Repubblica seguendo i suoi istinti di uomo buono, avrebbe telefonato alla sua trasmissione».

Liberati i detenuti, vanno liberati tutti gli altriPannella sottolinea questo anche perché l'ultima parola su quanto testimoniato dai Radicali spetta all'opinione pubblica.

Nel giorno in cui si apre il primo congresso di Radicali Italiani, il leader radicale afferma: «Se non volete costringermi ad essere eroe, cosa che aborro, dite 'siamo Radicali anche noi'».

«Radicali» proprio come le migliaia di detenuti italiani che «hanno dato corpo» alla lotta per la legalità.

Pannella si rivolge a loro in conclusione, chiedendo per questa sera alle 21, «la più sonora, allegra, piena di speranza, battitura alle loro sbarre».«Vogliamo in questo modo celebrare questa liberazione intanto dei detenuti, in attesa che quelli non detenuti possano fare altrettanto».

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