13 LUG 2002

Seminario di Camaldoli: Conferenza stampa di Giuliano Amato ed Attilio Nicora

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 38 min 22 sec

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L'ex premier perplesso sulla politica di Cofferati e sull'eccessivo nominalismo del Pse, non lesina critiche agli artefici dell'ultimo maxifinanziamento dei partiti.

«Queste corse - rileva - sarebbe meglio si facessero sul lungo rettilineo»Camaldoli, 13 luglio 2002 - «Ogni tanto gli appassionati di ciclismo, quelli che stanno al traguardo, non hanno la più pallida idea che il gruppo sta arrivando.

Poi, dall'ultima curva, li si vede sbucare improvvisamente e tagliano il traguardo».

I ciclisti in volata, in questo caso, sono i deputati che giovedì scorso hanno concluso l'intesa bipartisan
che ha aumentato del 250% il finanziamento pubblico ai partiti.

A definirli così, il vicepresidente della Convenzione europea, Giuliano Amato, in una conferenza stampa a margine della sua prima partecipazione al tradizionale seminario del Regno.

«Ecco - nota l'ex premier - la vicenda del finanziamento pubblico dei partiti si è svolta così.

Ma queste corse sarebbe meglio si facessero sul lungo rettilineo».Perplessità sulla strada scelta dalla CgilAccanto ad Amato, c'è monsignor Attilio Nicora, vice Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea.

Il tema del seminario, quest'anno dedicato al ruolo del cristianesimo e della democrazia nel futuro dell'Europa, offre il fianco a numerose domande sull'attenzione da parte della Convenzione europea ai valori cristiani.

Amato, tuttavia, incalzato dai giornalisti, non si sottrae alle questioni di politica interna.

E, tra gli applausi provenienti dal convento aretino all'indirizzo di Sergio Cofferati, esprime una voce critica.La strada che ha scelto la Cgil «è la migliore per convincere la maggioranza della gente, o serve per dare a una minoranza l'orgoglio di affermare i suoi principi?» - si chiede l'ex presidente del consiglio.Certo dietro i problemi posti dalla Cgil - aggiunge - c'è «una grande questione» che è quella della scelta tra «modello sociale europeo e dumping sociale».

Ciononostante restano non poche perplessità sul percorso che imboccherebbe il centrosinistra seguendo il segretario della Cgil.

Amato ribadisce la distinzione tra il ruolo della politica ed il ruolo del sindacato, sottolineando che recentemente questa distinzione «non è stata sempre chiara».Il Pse troppo «nominalista»Qualche riflessione critica, da parte del vicepresidente della convenzione, anche sul Pse: si apre facilmente ai partiti che si autodefiniscono socialisti - osserva Amato -, ma ha più difficoltà a farlo verso quelle forze che, pur non portando lo stesso nome, «condividono la sostanza dei principi del riformismo».«Questo nominalismo però - chiarisce - va superato.

Se la famiglia socialista vuole diventare la famiglia del riformismo del XX secolo, che dovrebbe essere non solo la sua radice ma anche la sua vocazione utile e possibile, farà bene a guardare alla sostanza e non al 'nomem'».

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