15 LUG 2002

Seggi Vacanti: La Camera decide e rientra nella legalità

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 1 min

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I seggi vacanti non saranno assegnati.

Ulivo e Udc votano la proposta Mancuso.

Sconfitte Casa delle Libertà e RifondazioneRoma, 15 luglio 2002 - Finisce, dunque, con un abbraccio in Transatlantico tra Marco Pannella e Filippo Mancuso, la vicenda dei deputati fantasma che per 14 mesi hanno afflitto la Camera dei Deputati.

Mancuso ha redatto e presentato l'ordine del giorno approvato questa sera dall'assemblea, che propone la non assegnazione dei seggi vacanti e che costituisce - come ha spiegato il presidente Casini - un «indirizzo vincolante» per la decisione della Giunta per le elezioni.

Pur
attendendo quest'ultimo atto, Marco Pannella si complimenta con l'ex deputato di Forza Italia.

«Io avevo detto che non potevate, come Camera arrivare a una soluzione corretta da tutti i punti di vista, ma che comunque dovevate prendere una decisione.

E ora l'avete presa».La rivincita di Filippo MancusoAl leader radicale non sfugge il fatto che sia stato proprio Filippo Mancuso a segnare «il felice di rientro nella legalità, a poche settimane dal giorno in cui sinistra e destra lo hanno giustiziato».Tra i 226 voti a favore con cui l'aula della Camera ha approvato l'odg Mancuso per la non assegnazione dei seggi fantasma di Montecitorio, oltre a quelli dell'Ulivo, ci sono stati anche quelli del gruppo dell'Udc, secondo quanto annunmciato nella dichiarazione di voto del capogruppo Volonté, ma anche 4 sì dai banchi di Forza Italia (Collavini, Gigli, Rivolta e Zama), oltre a quello di Bobo Craxi.

I 190 voti contrari sono venuti dalla Cdl e da Rifondazione comunista.

Otto sono stati gli astenti: Zacchera (An); Cossiga Giuseppe, Giudice, Milanese, Patria, Tarantino (FI); e Conti e Rotondi (Udc).Una vera e propria rivincita per Filippo Mancuso che solo pochi mesi fa, quando il Parlamento aveva risolto dopo una lunga battaglia di Marco Pannella un'altra questione fondamentale, quella del plenum della Corte Costituzionale, aveva dovuto rinunciare alla sua candidatura.LA CRONACA - «La situazione è assai delicata» - premette Pierferdinando Casini.

La situazione resterà tale almeno fino a sera, dato che, nonostante le raccomandazioni iniziali del presidente della Camera - «è necessario che nella seduta di oggi la Camera assuma, responsabilmente, una posizione definitiva» - dopo tre ore di dibattito sulla questione dei seggi vacanti che da 15 mesi affligge il Parlamento, occorrerà sospendere la seduta e, dopo un ulteriore pausa di riflessione, riconvocare la conferenza dei capigruppo.

Sul tavolo di Casini alle 18 ci sono infatti ben tre ordini del giorno.

Il primo, presentato alle 16 e 15, porta la firma dei deputati Violante, Castagnetti, Boato, Giordano, Rizzo, Intini, Ostillio e Finocchiaro, e chiede l'applicazione delle norme vigenti, a partire dall'art.11 del Dpr 5 gennaio 1994 n°14.

Sottolinea inoltre un deficit di garanzia nella Giunta per le elezioni e chiede, dunque, l'attuazione di una riforma costituzionale sul punto.

Il secondo ordine del giorno, presentato alle 16 e 45 dall'onorevole Filippo Mancuso, ritenendo che non sussistano le condizioni, chiede di non assegnare i seggi.

Il terzo, presentato dagli onorevoli Vito, La Russa e Rossi, alle 17 e 50, rinvia alla Giunta delle elezioni la decisione, sottolineando la necessità di rispettare in primo luogo la sovranità popolare.Malgrado i continui richiami del presidente della Giunta per le elezioni Antonello Soro e del presidente Casini, gli schieramenti restano dunque sulle posizioni originarie.

Alle 20 il presidente della Camera mette ai voti dell'assemblea gli ordini del giorno, quali indirizzi vincolanti per la Giunta.

Il primo ordine del giorno, votato per parti separate, è respinto.

Il secondo ordine del giorno, a sorpresa, viene invece approvato.

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