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Il rapporto con i movimenti, gli attacchi di Repubblica, la trojka di Berlusconi, in una lunga intervista al segretario DsRoma, 12 settembre 2002 - La lunga intervista di Massimo Giannini a Piero Fassino, è innanzitutto l'occasione per il segretario dei Ds di chiarire alcune questioni in sospeso con il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.
Fassino accusa Repubblica di operare nei suoi confronti «una campagna di delegittimazione basata su categorie morali».
Una campagna operata soprattutto sul terreno del rapporto tra partiti e movimenti.
«Non ci sto alla lettura che lì c'è la vitalità e … i partiti sono l'ostacolo alla ripresa» - dichiara il leader della Quercia, ricordando tra l'altro di aver creduto in Moretti ben prima delle dichiarazioni del sindaco di Roma Valter Veltroni.
Dunque, Fassino sarà in Piazza del Popolo domani.
«Sicuro di chi sono» - puntualizza al giornalista.
«Non ho bisogno di essere legittimato da Flores, io sono legittimato da un partito con 700 mila iscritti, che ha preso più di sette milioni di voti e da un congresso dove mi hanno votato 150 mila persone».
Il segretario dei Ds, naturalmente, ne ha anche per il governo, di cui critica l'assenza di strategie in politica estera come in economia.
Berlusconi - spiega Fassino - «gioca la politica estera in termini puramente propagandistici».Il segretario dei Ds si chiede in particolare come farà il premier, conservando anche la carica di ministro degli esteri ad interim, a partecipare alla trojka dell'Unione Europea a partire dal 1° gennaio.
Sul fronte economico Fassino riconosce le difficoltà oggettive: il rallentamento dell'economia, ed annuncia che i Ds stanno preparando le proprie controproposte che saranno rese note «a partire dal 19 settembre».
Il leader della Quercia parla anche dello scenario internazionale e spiega le ragioni della contrarietà del suo partito all'intervento in Iraq.
«La maggior parte dei paesi che erano d'accordo contro l'Afghanistan oggi sono contrari» - osserva Fassino.
Inoltre, - aggiunge - «se è vero che il terrorismo agisce con strumenti non convenzionali, trovo poco utile agire con strumenti convenzionali bombardamenti».
Infine, il segretario Ds considera rischioso l'attacco per gli effetti che potrebbe generare in Medio Oriente.
«Si può determinare - rileva - un'estensione di conflitto ingovernabile».
Fassino accusa Repubblica di operare nei suoi confronti «una campagna di delegittimazione basata su categorie morali».
Una campagna operata soprattutto sul terreno del rapporto tra partiti e movimenti.
«Non ci sto alla lettura che lì c'è la vitalità e … i partiti sono l'ostacolo alla ripresa» - dichiara il leader della Quercia, ricordando tra l'altro di aver creduto in Moretti ben prima delle dichiarazioni del sindaco di Roma Valter Veltroni.
Dunque, Fassino sarà in Piazza del Popolo domani.
«Sicuro di chi sono» - puntualizza al giornalista.
«Non ho bisogno di essere legittimato da Flores, io sono legittimato da un partito con 700 mila iscritti, che ha preso più di sette milioni di voti e da un congresso dove mi hanno votato 150 mila persone».
Il segretario dei Ds, naturalmente, ne ha anche per il governo, di cui critica l'assenza di strategie in politica estera come in economia.
Berlusconi - spiega Fassino - «gioca la politica estera in termini puramente propagandistici».Il segretario dei Ds si chiede in particolare come farà il premier, conservando anche la carica di ministro degli esteri ad interim, a partecipare alla trojka dell'Unione Europea a partire dal 1° gennaio.
Sul fronte economico Fassino riconosce le difficoltà oggettive: il rallentamento dell'economia, ed annuncia che i Ds stanno preparando le proprie controproposte che saranno rese note «a partire dal 19 settembre».
Il leader della Quercia parla anche dello scenario internazionale e spiega le ragioni della contrarietà del suo partito all'intervento in Iraq.
«La maggior parte dei paesi che erano d'accordo contro l'Afghanistan oggi sono contrari» - osserva Fassino.
Inoltre, - aggiunge - «se è vero che il terrorismo agisce con strumenti non convenzionali, trovo poco utile agire con strumenti convenzionali bombardamenti».
Infine, il segretario Ds considera rischioso l'attacco per gli effetti che potrebbe generare in Medio Oriente.
«Si può determinare - rileva - un'estensione di conflitto ingovernabile».
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