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Alla guerra e alla non-politica di Berlusconi, Scalfaro «non ci sta» e ringrazia i girotondini.
Ma attenzione: «Il collante dell'Ulivo non può essere solo l'indignazione»Orvieto, 13 settembre 2002 - «Anzitutto alla guerra "no".
Poi discutiamo.
Siamo un popolo che gronda sangue da ogni parte».
Secondo Oscar Luigi Scalfaro, «quando si è di fronte a richieste che non sono discutibili», come la scelta di intervenire o meno in Iraq, «se si incomincia a dire "discutiamo" si è già persa la battaglia».
Per l'ex presidente della Repubblica, «un discorso costituzionale può essere solo "sì o … no"».
Mentre la nostra costituzione non conosce «la guerra preventiva».«Io non ci sto!» A proposito, il senatore a vita, cita un esempio strettamente personale: l'accusa fattagli mentre era Capo dello Stato di essere stato il destinatario ogni mese di 100 milioni dal Sisde all'epoca in cui ricopriva la carica di ministro dell'Interno.
«Quando io fui richiesto ad un certo punto di taluni passi io dissi: "Anzitutto io rispondo no!"».
Com'è noto, la dichiarazione di Scalfaro fu fatta nel messaggio televisivo di fine anno a reti unificate.
Per quell'intervento, considerato da Marco Pannella "uno straripamento di poteri, un appello populista al popolo contro le regole e le istituzioni", i radicali chiesero l'impeachment.
«Non ho dubbio che non mi sarà perdonato mai» - dice oggi Scalfaro.
«Ma se avessi detto "poi vedremo" sarei rimasto con il piede nella tagliola che mi avrebbe risucchiato tutto».
«Il voto non è un detersivo»L'ex presidente ha parole dure per la maggioranza e per il premier.
«Il voto non è detersivo per le questioni non lecite dei singoli.
La maggioranza ha il diritto di governare ma non ha il diritto della prepotenza».
Il dissenso dell'ex esponente Dc rispetto alla politica condotta dal Governo è totale.
Spiega Scalfaro: «Politica è tutto ciò che interessa la comunità.
Se io politico riesco a far approvare una cosa che è di danno alla comunità ma è politica, ho fatto un passo negativo, colpevole, banditesco, ma politico.
Ma se io mi servo della comunità per ciò che interessa il mio gruppo, il mio settore, i miei affari, i miei processi, ho fatto ciò che è il no della politica».
Della maggioranza l'ex capo dello Stato non fa salvi nemmeno i centristi.
«Non capisco come partendo dai valori cristiani si possa andare sotto la protezione di chi da quando è entrato in politica non ha presentato un valore sostanziale».Attenzione al «qualunquismo» L'ex presidente ringrazia dunque i "girotondini": «Essendo entrato nel 57° anno di vita politica, se non avessi la faccia purtroppo ad essi conosciuta, di fronte a quelli che fanno i girotondi, andrei personalmente a dirgli: "Vi ringrazio, vi ringrazio, vi ringrazio"».
«La democrazia, - aggiunge Scalfaro - per chi preferisce dormire sui propri interessi, è scomoda.
La forza della democrazia è in proporzione di quanti cittadini si interessano della medesima.
Se se ne interessano pochi, è debole.
Se se ne interessano tanti, è forte».
Per Scalfaro, c'è tuttavia un pericolo nei girotondi.
«La tentazione naturale di chi dà questa adesione - osserva - è a un certo momento il qualunquismo.
Non possiamo permetterci il lusso che ognuno si senta gallo nel pollaio.
Per essere uniti bisogna ingoiare qualche rospo.
Allora molti massaggi, molte deglutizioni.
Ma stare uniti conta più di tutto».
Il messaggio è rivolto ai dirigenti dell'Ulivo - «è impensabile che il collante sia l'indignazione», sottolinea l'ex presidente - ma anche a Moretti.
«Mi pare che quel degno regista abbia detto: noi non vogliamo né sostituire i politici né occupare il loro spazio, ma aiutare le loro battaglie.
Ma c'è un certo equivoco in chi fa una sfogata su chi governa oggi e poi ne fa uno peggio su chi governava ieri.
costui è nella categoria degli irresponsabili.
La vita politica, invece, è la somma dei peccati originali».
Ma attenzione: «Il collante dell'Ulivo non può essere solo l'indignazione»Orvieto, 13 settembre 2002 - «Anzitutto alla guerra "no".
Poi discutiamo.
Siamo un popolo che gronda sangue da ogni parte».
Secondo Oscar Luigi Scalfaro, «quando si è di fronte a richieste che non sono discutibili», come la scelta di intervenire o meno in Iraq, «se si incomincia a dire "discutiamo" si è già persa la battaglia».
Per l'ex presidente della Repubblica, «un discorso costituzionale può essere solo "sì o … no"».
Mentre la nostra costituzione non conosce «la guerra preventiva».«Io non ci sto!» A proposito, il senatore a vita, cita un esempio strettamente personale: l'accusa fattagli mentre era Capo dello Stato di essere stato il destinatario ogni mese di 100 milioni dal Sisde all'epoca in cui ricopriva la carica di ministro dell'Interno.
«Quando io fui richiesto ad un certo punto di taluni passi io dissi: "Anzitutto io rispondo no!"».
Com'è noto, la dichiarazione di Scalfaro fu fatta nel messaggio televisivo di fine anno a reti unificate.
Per quell'intervento, considerato da Marco Pannella "uno straripamento di poteri, un appello populista al popolo contro le regole e le istituzioni", i radicali chiesero l'impeachment.
«Non ho dubbio che non mi sarà perdonato mai» - dice oggi Scalfaro.
«Ma se avessi detto "poi vedremo" sarei rimasto con il piede nella tagliola che mi avrebbe risucchiato tutto».
«Il voto non è un detersivo»L'ex presidente ha parole dure per la maggioranza e per il premier.
«Il voto non è detersivo per le questioni non lecite dei singoli.
La maggioranza ha il diritto di governare ma non ha il diritto della prepotenza».
Il dissenso dell'ex esponente Dc rispetto alla politica condotta dal Governo è totale.
Spiega Scalfaro: «Politica è tutto ciò che interessa la comunità.
Se io politico riesco a far approvare una cosa che è di danno alla comunità ma è politica, ho fatto un passo negativo, colpevole, banditesco, ma politico.
Ma se io mi servo della comunità per ciò che interessa il mio gruppo, il mio settore, i miei affari, i miei processi, ho fatto ciò che è il no della politica».
Della maggioranza l'ex capo dello Stato non fa salvi nemmeno i centristi.
«Non capisco come partendo dai valori cristiani si possa andare sotto la protezione di chi da quando è entrato in politica non ha presentato un valore sostanziale».Attenzione al «qualunquismo» L'ex presidente ringrazia dunque i "girotondini": «Essendo entrato nel 57° anno di vita politica, se non avessi la faccia purtroppo ad essi conosciuta, di fronte a quelli che fanno i girotondi, andrei personalmente a dirgli: "Vi ringrazio, vi ringrazio, vi ringrazio"».
«La democrazia, - aggiunge Scalfaro - per chi preferisce dormire sui propri interessi, è scomoda.
La forza della democrazia è in proporzione di quanti cittadini si interessano della medesima.
Se se ne interessano pochi, è debole.
Se se ne interessano tanti, è forte».
Per Scalfaro, c'è tuttavia un pericolo nei girotondi.
«La tentazione naturale di chi dà questa adesione - osserva - è a un certo momento il qualunquismo.
Non possiamo permetterci il lusso che ognuno si senta gallo nel pollaio.
Per essere uniti bisogna ingoiare qualche rospo.
Allora molti massaggi, molte deglutizioni.
Ma stare uniti conta più di tutto».
Il messaggio è rivolto ai dirigenti dell'Ulivo - «è impensabile che il collante sia l'indignazione», sottolinea l'ex presidente - ma anche a Moretti.
«Mi pare che quel degno regista abbia detto: noi non vogliamo né sostituire i politici né occupare il loro spazio, ma aiutare le loro battaglie.
Ma c'è un certo equivoco in chi fa una sfogata su chi governa oggi e poi ne fa uno peggio su chi governava ieri.
costui è nella categoria degli irresponsabili.
La vita politica, invece, è la somma dei peccati originali».
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