09 OTT 2002

Pensioni: Duisenberg, «Riforma fondamentale». Ma Tremonti prende tempo

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Per il governatore della Bce la soluzione del problema delle pensioni è il «principale fondamento» del Patto di stabilità.

Ma per Tremonti non è il momento delle correzioniRoma, 9 ottobre 2002 - Nel corso dell'audizione alla Commissione economico-monetaria del Parlamento europeo che si è svolta ieri a Bruxelles, il governatore della Bce, Wim Duisenberg, risponde ad una domanda formulata da Benedetto Della Vedova.

L'europarlamentare radicale, autore dell'appello al governo italiano sulla riforma previdenziale, sottoscritto da numerosi ed autorevoli economisti, chiede a Duisenberg come
colloca tra le varie riforme strutturali che ha richiamato durante l'audizione, la riforma in questione.

«Il governatore della Bce - racconta lo stesso Della Vedova - ha ribadito dal suo punto di vista la necessità di arrivare a riforme strutturali, in particolare quelle che devono affrontare l'invecchiamento della popolazione: la questione previdenziale ma anche la questione sanitaria.

Ed ha collegato in maniera inequivocabile, in particolar modo per l'Italia ma non solo, il Patto di Stabilità con la riforma previdenziale».

Alla luce di queste affermazioni, il presidente di Radicali Italiani aggiunge: «E' nelle cose che se fra un anno o fra due anni ci si renderà conto di non essere in grado di rispettare le correzioni strutturali dello 0,5% all'anno sul Pil, sarà evidente a tutti che l'elemento della spesa pubblica sul quale è possibile e opportuno intervenire sia quello della spesa per le pensioni.

A maggior ragione se il governo vuole proseguire, come ha ribadito sul fronte delle entrate con una riduzione delle imposte».Per Tremonti non è il momento delle correzioniIl governo, tuttavia, continua negare un intervento sul fronte previdenziale.

Oggi, il ministro dell'Economia e Finanze, Giulio Tremonti, nel corso di un'audizione nelle commissioni congiunte di Camera e Senato, ha ribadito che è priva di fondamento l'opinione che a fronte di un ciclo che rallenta bisogna fare manovre correttive.

«Anzi - ha affermato Tremonti - l'Europa, di fronte ad un ciclo negativo, invita gli stati non a fare, bensì a non fare le correzioni».

D'altra parte il ministro ha confermato la stima di una crescita del pil del 2,3% per il 2003 e un deficit dell'1,5%.

Il rapporto indebitamento-pil per il 2003 a 1,5% - ha sottolineato - «è accettato dall'Ue».L'apprezzamento dell'Eurogruppo In effetti, la Finanziaria per l'anno prossimo, che prevede un deficit del 2,1% nel 2002 e dell'1,5% nel 2003, ha conquistato i ministri dell'Eurogruppo.

«Sono dati che rappresentano un chiaro miglioramento del deficit strutturale sebbene la legge di bilancio includa alcune misure una tantum» - si legge nel testo approvato due notti fa a Lussemburgo.

Una tantum che comunque, come ha dichiarato ieri Solbes, «saranno segnalate ma accettate nel calcolo dei deficit strutturali».

Tremonti, nel corso dell'audizione, ha inoltre confermato che il governo, non intende derogare dal Patto di stabilità.

«Metteremo il massimo impegno nel realizzarlo in base al documento sottoscritto ieri» - ha affermato il ministro.

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