Giustizia minorile: Manifestazione dell'Associazione radicale «Enzo Tortora» a Milano (con Lucio Berté)

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<strong>La condizione dei genitori di fronte ai poteri del Tribunale dei minori e degli assistenti sociali è all'origine della manifestazione dell'Associazione radicale «Enzo Tortora» che si è svolta oggi davanti a Palazzo Marino. </strong><p>Milano, 3 marzo 2003 - Il 26 giugno 2002 il consigliere regionale Lucio Berté si lega al polso una catena. Il militante radicale intende ricordare così due casi emblematici di <em>ingiustizia minorile</em>: quello di Kevin, bambino salvadoregno sottratto completamente alla madre da ormai quattro anni, e quello del peruviano Giosué, affidato ad una famiglia diversa dalla sua, con la possibilità per la madre di vederlo il sabato. <p>La catena, che Berté allungherà di un metro al giorno, servirà per rendere visibile lo scorrere del tempo per questi bambini a cui è stata tolta la famiglia senza che nemmeno ne capiscano il motivo. Le due chiavi del lucchetto che la chiude vengono consegnate al presidente del Tribunale dei minorenni, la dottoressa Livia Pomodoro ed al sindaco di Milano Gabriele Albertini, le due autorità competenti a risolvere casi come quelli di Kevin e Giosué. <p>Oggi, a distanza di più di otto mesi da quel giorno, avverrà la posa dei 253 metri di catena, e di altri 1115 metri di nastro. «Sono infatti - spiega Berté - 1368 i giorni passati dal primo decreto che ha allontanato Kevin dalla sua mamma, Reina. Un decreto che è arrivato senza che lei sapesse che si stava indagando su di lei, senza che avesse mai avuto un precedente provvedimento restrittivo. Alla fine di questi 1368 giorni finalmente Reina potrà essere ascoltata». <p>Per le alternative in vista di una riforma del sistema, Berté ricorda infine che il Consiglio comunale è in possesso di <strong>una mozione</strong> consegnata dai Radicali già nella scorsa consiliatura.