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Roma, 16 aprile 2003 - Una mozione presentata da alcuni deputati della Cdl.
Una maratona oratoria organizzata dal quotidiano «L'Opinione» di Arturo Diaconale (il 6 maggio davanti a Montecitorio).
Dopo le condanne da parte del regime di Fidel Castro di 78 intellettuali che avevano aderito al «Progetto Varela» per la democrazia e l'esecuzione capitale di tre giovani che hanno tentato di fuggire dall'isola dirottando un traghetto, si moltiplicano le iniziative.
«Chiediamo al governo un riesame completo di tutta la politica commerciale verso Cuba» - ha spiegato stamani Gustavo Selva, … presidente della commissione Esteri della Camera, in una conferenza stampa.
Presente anche Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia: «Cuba - ha affermato - è un caso emblematico dello strabismo della cultura italiana.
Le atrocità del regime di Castro non fanno notizia, anzi vengono tollerate, quasi comprese».
Il segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone, ha auspicato una «campagna contro il regime castrista con le bombe dell'informazione, quelle che i dittatori temono di più».
Una maratona oratoria organizzata dal quotidiano «L'Opinione» di Arturo Diaconale (il 6 maggio davanti a Montecitorio).
Dopo le condanne da parte del regime di Fidel Castro di 78 intellettuali che avevano aderito al «Progetto Varela» per la democrazia e l'esecuzione capitale di tre giovani che hanno tentato di fuggire dall'isola dirottando un traghetto, si moltiplicano le iniziative.
«Chiediamo al governo un riesame completo di tutta la politica commerciale verso Cuba» - ha spiegato stamani Gustavo Selva, … presidente della commissione Esteri della Camera, in una conferenza stampa.
Presente anche Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia: «Cuba - ha affermato - è un caso emblematico dello strabismo della cultura italiana.
Le atrocità del regime di Castro non fanno notizia, anzi vengono tollerate, quasi comprese».
Il segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone, ha auspicato una «campagna contro il regime castrista con le bombe dell'informazione, quelle che i dittatori temono di più».
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