28 MAG 2003

Reati ministeriali: Speciale. L'articolo 96 della Costituzione e la sua riforma

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L'articolo 96.

Il referendum del 1987.

L'abolizione della Commissione inquirenteL'articolo 96 - L'articolo 96 della Carta costituzionale stabilisce che «il Presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale».

Competente ad esaminare le questioni relative alla concessione della autorizzazione è la Giunta per le autorizzazioni a
procedere della Camera dei deputati se la richiesta riguarda ministri che siano anche deputati.

Se il ministro non è parlamentare o è senatore, la competenza spetta al Senato.

Sulle proposte della Giunta è poi chiamata a deliberare l'Assemblea.

La Commissione inquirente - L'articolo 96 è stato così sostituito dall'art.

1 della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n.

1.

La riforma ha posto fine alla giurisdizione della Corte costituzionale sui reati ministeriali ed ha soppresso la Commissione inquirente, competente a giudicare i reati commessi dai ministri.

A ciò è seguita la scomparsa dell’istituto della messa in stato di accusa di ministri ed ex ministri da parte del Parlamento con il conseguente affidamento del perseguimento dei reati ministeriali all’autorità giudiziaria ordinaria, sia pure con un apposito organo (Tribunale dei ministri) e attraverso una speciale procedura.Il referendum del 1987 - L'intervento legislativo del 1989 ha accolto l'esito del referendum promosso dai Radicali nel 1987.

L'8 e il 9 novembre 1987, in particolare, si è votato su cinque referendum: per la responsabilità civile dei giudici, per l'abolizione della Commissione inquirente, contro le centrali nucleari.

Di seguito i risultati: responsabilità civile dei giudici: "Sì", 80,2%; "No", 19,8%; Commissione inquirente: "Sì", 85%; "No", 15%; sul nucleare, localizzazioni centrali: "Sì", 80,6%; "No", 19,4%; sul nucleare, abolizione dei contributi agli enti locali: "Sì", 79,7%; "No", 20,3%; centrali all'estero: "Sì", 71,9%; "No", 28,1%.

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