07 GIU 1994

Conferenza stampa di Silvio Berlusconi e Marco Pannella

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 56 min 49 sec
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Palazzo Chigi, 7 giugno 1994.

Il gruppo di maggioranza che il 27-28 marzo ha vinto le elezioni non comprende soltanto Forza Italia, An e la Lega, ma anche l'Unione di centro, il Ccd ed i Riformatori.

Proprio per sottolineare che l'alleanza con questi ultimi è ancora salda, Silvio Berlusconi tiene una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

I Riformatori non sono presenti nella compagine di governo.

Con grande correttezza - osserva Berlusconi - hanno rifiutato la carica governativa offerta loro perché non precipua ai loro interessi.

All'incontro con la stampa partecipano Marco Pannella ed Emma
Bonino.

Il presidente del Consiglio riconosce ai radicali un «ruolo di frontiera aperta sulla sinistra».

L'«orizzonte strategico» - spiega - è quello di dare delle risposte alla «domanda di cambiamento» ed alla «domanda di governo» poste dal corpo elettorale.

Per realizzare questo obiettivo - aggiunge il presidente del Consiglio - occorre completare innanzitutto la riforma elettorale, votata da più dell'80% degli italiani ed attuata solo in parte: «Occorre, dunque, praticare una scelta chiara del sistema elettorale in senso uninominale maggioritario con l'eliminazione delle quote proporzionali».

Dismessa, dunque, la posizione sul doppio turno.

«Il turno unico - ammette Berlusconi - evita il frazionamento in tanti partiti e favorisce la logica della coalizione».

L'orizzonte strategico prevede inoltre il rafforzamento del potere dell'esecutivo con l'elezione diretta del capo dell'esecutivo ed il rafforzamento delle autonomie locali nella direzione del federalismo.

C'è poi - annuncia Berlusconi - tutta una serie di impegni più precisi sigillati in un contratto di maggioranza: la difesa dei diritti umani, l'istituzione di una corte penale internazionale, di una task force della vita contro il dolore in situazioni gravi come quella della Bosnia e del Ruanda, l'incontro con il Dalai Lama a Roma, l'informazione sui referendum della primavera scorsa, che - afferma il presidente del Consiglio - rappresentano «la forma più avanzata di democrazia».

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