07 NOV 2004

Conversazione settimanale con Marco Pannella

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 31 min
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Roma, 7 novembre 2004Consueta conversazione settimanale con Marco Pannella.

In studio: Massimo Bordin.

Registrazione di "Conversazione settimanale con Marco Pannella", registrato domenica 7 novembre 2004 alle 00:00.

L'evento è stato organizzato da Area radicale.

La registrazione ha una durata di 1 ora e 31 minuti.
  • Il nuovo trip di Marco Pannella

    La preoccupazione dei compagni per il nuovo <em>trip</em> di Marco Pannella, un trip allo stesso tempo antico per chi ha la religione della libertà come elemento essenziale storicamente da almeno un paio di secoli per garantire la crescita della libertà religiosa e della religiosità. La storia europea, l'Europa delle riforme e della Riforma e non della Controriforma. E, per converso, l'Italia che, come diceva Benedetto Croce, è l'unico paese dove la Riforma non c'è stata e le controriforme ci sono continuamente. Il trip di Giuliano Ferrara e il trip, freddo e lucido, di Rocco Buttiglione. L'Italia come paese che rischia di non avere ri-conoscenza della religione. Il riferimento a Gabriel Marcel, all'esistenzialismo cristiano, e allo <em>Scisma sommerso</em> di Pietro Prini. La riforma, intesa come rivoluzione liberale, nell'ambito della religione della libertà. L'appuntamento di lunedì sera per il dibattito-spettacolo con Giuliano Ferrara. Radio Radicale che è stata radio comunista, radio fascista, radio clericale e non è stata mai radio credenti cattolici. Il ritrovamento di libri in deperimento a causa della funzione storica, controriformista e revanchista, in atto nel nostro paese. La riforma elettorale di Giovanni Paolo II, per cui, in luogo della maggioranza qualificata, basterà la maggioranza assoluta del conclave per l'elezione del prossimo papa. Lo studio sul numero degli ecclesiastici presenti ogni giorno nelle televisioni pubbliche, un numero superiore a quello dei membri del Governo e del Parlamento che vengono invitati. L'incontro con il pubblico di Buttiglione e Ferrara a Milano. Le dichiarazioni di Buttiglione sulle cose che deve combattere: lussuria, usura, potere. L'immoralità dilagante: da venti anni le affermazioni che appartengono all'una o all'altra tradizione del potere che dovrebbe essere spirituale vengono rovesciate dall'Italia nella coscienza dei fedeli - evento massiccio e inaudito in qualsiasi stato contemporaneo - senza dibattito, facendo del Papa un monologante. Radio Radicale in questo senso dovrà quanto prima dare la parola a coloro che soffrono per l'uso mondano, per la scelta dello Stato italiano nel suo complesso di impedire l'esercizio della libertà religiosa, facendosi trombetta di una posizione che porterà ad esiti disastrosi. La politica ultramondana, ultramateriale, politica ai danni delle altre religioni. La risposta di Pannella ai Panebianco e ai Battista che sostengono si sia scatenata una volontà antireligiosa, anticristiana, anticattolica. L'impudicizia di Giuliano Ferrara che li evoca come anticlericali e blasfemi, a partire da una grande menzogna quale è il caso Buttiglione. <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 22 min 28 sec
  • La necessità di conoscere la struttura della Chiesa

    La riforma elettorale del Conclave e l'interesse di Pannella per i potenziali candidati al Sacro Soglio e le loro linee politiche. La necessità di conoscere la struttura monarchica e carismatica di questo enorme potere mondano, usuraio e lussurioso, che produce in quantità industriale proprio quello che Ferrara e Buttiglione intendono denunciare. Alcuni libri che sono usciti negli ultimi due o tre anni - dice Pannella - sono miniere preziose ed angoscianti. La storia del padre gesuita, zio di Olivier Dupuis, che nel 1997 è docente alla Gregoriana di storia interreligiosa, e due anni dopo, avendo pubblicato un libro, è espulso dall'insegnamento. La necessità di cifrare il potere finanziario ed economico della Chiesa. Il dibattito su questi temi interno alla Chiesa e interno a tutte le religioni che hanno strutture mondane. L'impossibilità per questo papa gravemente ammalato di governare la Chiesa. Le cinquecentosedici decapitazioni (con l'ascia e poi con la ghigliottina) del boia pontificio Gianbattista Bugatti, conosciuto come Mastro Titta. La Breccia di Porta Pia, non così lontana negli anni. Il continuo riferimento di Giuliano Ferrara al «rogo», nel senso di uomo politico bruciato, non più spendibile, fatto fuori. La <em>Società dei liberi</em> di Ferrara. Il desiderio - dello stesso Ferrara - di essere il consigliere del Principe. La speranza riposta talvolta persino in Mosca e Pechino. La speranza riposta Oltretevere. Il nuovo «fascio» che Ferrara ambisce a guidare (casualità: anche il movimento di Ferrara è nato a Milano).
    0:22 Durata: 12 min 41 sec
  • La voce di ragionevolezza di Sandro Bondi

    La fuga di molti da Forza Italia. La volontà di Silvio Berlusconi di inserire i segretari di partito nel governo. E la novità, rispetto ai motivi della sua discesa in campo, di fare le riforme costituzionali. La voce di ragionevolezza di Sandro Bondi, quando critica il due volte massimo Massimo D'Alema e quando cerca di vivere in modo ragionevole il problema dell'ampliamento della laicità della Casa delle libertà, che è sinonimo di cristianesimo riformista.
    0:35 Durata: 1 min 58 sec
  • Le scuse attese da Ostellino e La Capria

    La mancata diretta di Radio Radicale del faccia a faccia tra Pannella e Ferrara. Gli argomenti che porterà Pannella. A partire dal caso Buttiglione. «Tutta la stampa italiana - la televisioni non ne parliamo - ma per esempio Ostellino e La Capria, sono accorsi a dire <em>difendiamo Buttiglione</em>. Bene, a questo punto mi attendo le scuse e un giudizio». Pannella si domanda come, dopo cinquanta anni di Partito radicale, Ostellino e La Capria siano stati così pronti ad accogliere la notizia che i radicali hanno compiuto un atto di intolleranza religiosa, proprio loro. Il caso Buttiglione, infatti, secondo Pannella è una menzogna. In realtà la vicenda del voto è andata diversamente da come è stata raccontata. A questo proposito: «Conoscete qualcuno nel mondo contemporaneo che ha rinunciato ad un caffé, come dissi io a Malagodi, sentendogli ripete Voltaire? Non conosco nella politica italiana un politico o un partito che ha rinunciato ad un caffé a favore dei diritti dell'avversario». Il rischio corso dai radicali per consentire a un cittadino di nome Vaccarella di diventare giudice costituzionale.
    0:37 Durata: 6 min 9 sec
  • Lo stato vergognoso della giustizia italiana

    La struttura gerarchico-piramidale dei cattolici, l'assenza di una struttura gerarchico-piramidale nell'Islam. Il riferimento a Benedetto Croce secondo il quale <em>non possiamo non dirci cristiani</em>. Il rapporto tra laicità e religione, per alcuni uno scontro di civiltà non tra due religioni ma tra due modi di vedere questo rapporto. Il riferimento a Daniele Capezzone, secondo il quale Giuliano Ferrara sembrerebbe contrapporre una jihad cristiano-occidentale alla jihad islamica. Il passato: le leggi terroristiche di Francesco Cossiga, sottoposte a referendum dai radicali, e la mancata opposizione di Ferrara. Il presente: la giustizia attuale e l'incapacità per il Presidente della Repubblica, presidente del Csm, di rendersi conto di quello che accade, ovvero la distruzione di cinquanta anni di civiltà giuridica (gli assasini di centinaia di persone che diventano <em>funzionari dello Stato</em>, Adriano Sofri in galera). Per quanto lo riguarda personalmente Pannella dichiara che se il Presidente della Repubblica intendesse graziarlo, consentendogli di partecipare alle elezioni regionali, rimanderebbe indietro la grazia, perché la situazione in cui si trova la giustizia italiana è una vergogna. Basti pensare che oggi, quando sono passati trentuno anni, si concede la medaglia d'oro alla vedova Calabresi. La verticalizzazione del problema della grazia a Sofri da parte dei radicali e le dichiarazioni di Mieli, che ha dichiarato di avere sbagliato a fare fiducia a Pannella. Il rapporto con Ferrara. Il ringraziamento al <em>Foglio</em> e alla sua redazione che ha dedicato due giorni di lavoro all'iniziativa sul potere di grazia. «Le ragioni di un'amicizia e di un amore sono da salvarsi».
    0:43 Durata: 10 min 38 sec
  • Il dibattito in Francia contro l'ingresso della Turchia

    L'inquietudine di Enrico Rufi. Le ostilità che non vengono solo da destra. Pannella dichiara di non essersi mai fatto illusioni sulla confluenza tra giacobinismo e nazionalismo francese. Il riferimento a De Gaulle che ad un certo punto stabilì che l'Europa si potesse unificare dalla Manica agli Urali, con l'evocazione delle cosiddette <em>radici</em>. I radicali, al contrario, hanno sempre detto che l'Europa è quella dei trattati. Dopo quaranta anni, all'evocazione che proprio un movimento federalista dei tempi di Spinelli (ma non troppo in sintonia con Spinelli) sollevi questi problemi, Pannella, citando il Togliatti di un incontro di cinquanta anni fa, dice che è <em>un peccato veniale e non mortale</em>. Resta il fatto che Pannella non comprende questo snaturamento degli stessi federalisti. De Gaulle è più estraneo alla storia degli Stati uniti d'Europa e della speranza dell'Europa di quanto non lo sia Atataturk con i suoi generali. Atataturk si inserisce nella società turca per imporre la scelta dei valori democratici laici europei. Quando, tempo dopo, c'è il problema vitale della Guerra fredda troviamo la Turchia subito nella Nato. La scelta della Turchia islamica di entrare nella Nato è stato un elemento strategicamente impareggiabile nel confronto tra i due blocchi. L'idea, secondo alcuni, che se l'Europa si allarga si adultera. Osserva Pannella: «Come se la Francia di oggi e la Germania di oggi fossero le stesse che costituivano con l'Italia e il Benelux l'elemento federalista, l'elemento cristiano e laico della tradizione europea come espressione dell'Europa della libertà e della democrazia contro un'Europa che tra fascismo, nazismo e blocco sovietico rappresentava l'Antieuropa!». Tanto più si amplia l'Europa, tanto più si approfondisce la possibilità di unità politica. Infatti oggi coloro che sono più federalisti sono i dieci nuovi entrati. Pannella si dice favorevole ad un solo referendum, con il popolo europeo che si pronuncia («il popolo europeo fino a questo momento si è manifestato una sola volta: nella Shoah»). In questo senso Pannella non delegherebbe nulla alle burocrazie nazionali che temono l'Europa. Il popolo convocato nel collegio elettorale nazionale inevitabilmente finirà per seguire le vicende nazionali e non quelle dell'Europa. Tanto è vero che mai nelle elezioni europee lo scontro è stato puro, sui temi europei. L'antinazionalismo oggi è urgente. L'esempio della indipendente Cuba che se compresa negli Stati uniti d'America del Nord e del Centro vivrebbe in democrazia (in fondo metà dei cubani sono dall'altra parte). Ciò vale anche per il Medio Oriente. Non a caso gli israeliani, e non la sua classe dirigente, vogliono entrare in Europa. La necessità per il Partito Radicale di vivere avendo la proposta di governo della realtà attuale, che è fatta appunto dei temi che Pannella sta evocando e che devono essere antinazionali (anti Stato nazionale e sovranità nazionale). A parte il discorso del «liberalissimo Martino» del 4 novembre a Trieste, e magari gli appelli del Presidente della Repubblica, l'euroscetticismo si afferma a destra a sinistra e al centro.
    0:53 Durata: 12 min 47 sec
  • Le condizioni poste alla Turchia e l'unità cossighiana in Italia

    Il riferimento di Massimo Bordin al neocon Kagan secondo il quale, tra le organizzazioni interstatali, l'Europa è l'unica composta da paesi tutti democratici. Un fatto temporaneo, secondo Pannella. Dieci anni fa, osserva infatti Pannella, l'Europa geografica non era composta soltanto da paesi democratici. Ancora sulla Turchia: la diminuzione progressiva dei poteri reali dei militari turchi. Erdogan, dice Pannella, può fare e fa l'europeista a rischi alti e grossi perché c'è questa eredità di Ataturk (oltre quella dei genocidi non riconosciuti). Oggi nelle carceri turche un libro come quello sul 41 bis di Sergio D'Elia e di Maurizio Turco, se riferito alla realtà carceraria turca, sarebbe un elemento per porre condizioni sull'entrata nell'Unione Europea. Invece in Italia c'è l'unità nazionale cossighiana, sulla nostra giustizia sono tutti d'accordo. Le alleanze di carriera dei magistrati, negoziatori e complici degli assassini che diventano funzionari dello Stato e delle sue leggi (pagati e protetti). Conclude Pannella: «L'ignoranza non era ammessa nemmeno per gli analfabeti, ammettiamola pure per il Presidente della Repubblica».
    1:06 Durata: 5 min 13 sec
  • L'imprudenza di Rocco Buttiglione

    Ancora sulle obiezioni all'ingresso della Turchia nell'Ue. Il vantaggio, notato da alcuni, della comunità musulmana turca, persino di quella più integralista, ad entrare in Europa (se in Francia è vietato indossare il velo nelle scuole pubbliche, in Turchia è vietato anche indossare il velo per strada). La paura legittima, secondo Bordin, di qualsiasi olandese che denunci la violazione dei diritti della donna nei paesi arabi. I complimenti di Marco Pannella a Roberto Spagnoli per avere chiarito la questione della norma aberrante che secondo i giornali era stata approvata dal Parlamento turco. In realtà, come ha precisato Spagnoli, la norma è stata approvata soltanto in commissione. Per cui - osserva Pannella - va bene l'allarme, ma non è una cosa fatta. D'altra parte è ovvio che queste cose accadano in Turchia, se da noi la Lega fa approvare cose del genere dal Presidente del Consiglio. Bordin obietta che la Lega non ha mai ammazzato nessuno. «A me non risulta - replica Pannella - che in quanto Stato islamico lo Stato turco abbia ammazzato qualcuno, semmai ha ammazzato qualche islamico». A proposito di Rocco Buttiglione, che da impunito nella storia ha perso un po' di prudenza, Pannella nota che solo ieri parlando della sua amicizia con Testori ha affermato che perché l'omosessualità sia peccato è necessario che si traduca in fatti. Fino a ieri Buttiglione aveva detto che l'omosessualità è un peccato <em>tout court</em>, esprimendo un posizione propria che non corrisponde alla posizione della Chiesa, commettendo un falso. Per la Chiesa, afferma Pannella, l'omosessualità in quanto tale non è peccato e invece è peccato il sesso fuori dal matrimonio, omosessuale o eterosessuale che sia. Il caso Buttiglione d'altra parte non ha nulla a che fare con queste dichiarazioni. Al contrario ha molto a che fare con quello che sta accadendo all'Onu, con i diciannove paesi che portano avanti il loro progetto. Il valore proposto da Pannella a Barroso: quello dell'opportunità. Le affermazioni di Debenedetti in proposito (la designazione di Buttiglione per libertà e giustizia inopportuna come la designazione per il commercio internazionale di un noglobal, la designazione al tesoro di un cossuttiano, eccetera).
    1:11 Durata: 10 min 36 sec
  • L'accusa di giustizialismo fatta ai radicali

    Il dibattito di domani. Il sadomasochismo di Giuliano Ferrara e l'assenza del senso dei limiti. E, allo stesso tempo, la grande forma come retore di Giuliano Ferrara. Ferrara, <em>disperato e bravissimo</em>. La sua retorica e la sua sofistica: il trombone per sparare i sofismi. I messaggi stregoneschi che arrivano attraverso la voce del Papa. Il caso Catone. L'accusa di giustizialismo fatta ai radicali, «un ricatto» che Pannella rifiuta. Il professionismo della partitocrazia nelle affermazioni a <em>Repubblica</em> di Rocco Buttiglione, che si ritiene perseguitato dalla giustizia come Giulio Andreotti. Pannella spiega che i radicali sono stati un po' distrutti dalla sporcizia storica di Mani pulite, perché per quindici anni <em>le mani pulite</em> erano state fatte da loro. I radicali non hanno mai taciuto sulle malefatte dei politici, sono riusciti anche a fare cambiare la Costituzione (perché l'immunità non divenisse impunità). I radicali hanno fatto anche queste battaglie. (Tra parentesi: l'Associazione del detenuto ignoto, l'invito a tutti a sostenerla). Pannella rifiuta questo ricatto, non gli piace, e non gli piace anche quello che grazie a Travaglio e agli altri si sa della classe dirigente del centrodestra e quello che sempre grazie a Travaglio e agli altri non si sa della classe dirigente di centrosinistra. Anche il centrosinistra ha una cultura partitocratica che legalizza il crimine e dunque fa sparire il crimine. Da qui la richiesta a Barroso di approfondire il ruolo di Catone. Il riferimento alla vicenda di Bettino Craxi.
    1:22 Durata: 8 min 40 sec