09 GEN 2005

Conversazione settimanale con Marco Pannella

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 46 min
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Roma, 9 gennaio 2005Consueta intervista della domenica sera con Marco Pannella, a cura di Massimo Bordin.

Registrazione di "Conversazione settimanale con Marco Pannella", registrato domenica 9 gennaio 2005 alle 00:00.

L'evento è stato organizzato da Area radicale.

La registrazione ha una durata di 1 ora e 46 minuti.
  • La premessa e la proposta di Marco Pannella

    <em>La premessa</em>: il compiersi (dalle elezioni del 2000 fino al domani già annunciato) di una operazione di negazione della legalità e la costruzione di un'alternativa criminale del potere di fatto che, anche secondo il diritto internazionale, domina legittimamente l'Italia. La legiferazione giurisprudenziale in Italia, il delinquere in fase di processo elettorale come di fatto pre-prescritto nel nostro Paese, da cui l'appello ai procuratori generali della Corte di Cassazione e delle Corti di appello a non ignorare più, come è stato fatto in questi trenta anni, quella parte importantissima dei nostri codici che ha individuato i reati politici, i reati istituzionali (che invece la nostra magistratura, specialmente quella di sinistra, ha cominciato ad ignorare e, anzi, ad avallare). La documentazione che i radicali invieranno a tutti i procuratori generali e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione e che manderanno anche al consiglio d'Europa e all'Osce. A corredo della <em>premessa</em>, Pannella fa l'esempio del finanziamento pubblico dei partiti: i radicali hanno lottato per anni, hanno organizzato e vinto referendum quasi plebiscitari contro questa involuzione dello Stato, eccetera, ma oggi lo Stato è questo e non si può continuare a dire <em>sono contro il finanziamento pubblico, non lo accetto</em>. Allo stesso modo non si può continuare a dire <em>la legalità, la Costituzione scritta, il Parlamento...</em> quando <em>solo se fai parte</em>, provvisoriamente, in una determinata congiuntura, <em>ma fai parte</em> dell'una o dell'altra delle due articolazioni dello schieramento partitocratico puoi sperare di potere assicurare alle istituzioni l'apporto impareggiabile dei radicali. Uno stato di necessità, dice Bordin. <em>La proposta</em>: il tentativo di accordo con uno dei poli per ottenere qualcosa attraverso l'assemblee parlamentari legislative o attraverso l'esecutivo, qualcosa di più di quanto ottenuto finora attraverso la lotta noviolenta e il referendum. <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 16 min 51 sec
  • Una svolta storica?

    Il rapporto tra i radicali e le istituzioni, un tema antico. E tuttavia, secondo Bordin, le regionali del '95 e l'uscita di Marco Taradash, rappresentano il primo vero momento di divisione tra i radicali che ha per tema l'entrata o meno in uno dei due poli. Quella di Pannella, dunque, è una svolta storica? Un atto dettato dallo stato di necessità? O una resa? No, dice Pannella, è la conferma di quanto da tempo andiamo dicendo. Noi vogliamo compiere tutto il possibile per realizzare segmenti di intesa e di accordo con il Governo, con la maggioranza, sottolineando che dall'interno di quest'area, per il momento meno burocratizzata e meno militarizzata, vengono ancora degli echi importanti di quello che nel 1994, nelle intenzioni di Berlusconi, era un'alternativa liberale e laica, ancorata al rispetto del principio di legalità e della legalità fondata sulla conoscenza e sul rispetto della legge. Il vero problema - continua Pannella - è quanto quello che io ho proposto non potrebbe essermi attribuito come furbizia, come un intento dilatorio. C'è una variazione nello schema che Pannella ripropone da venti anni, che distingue tra radicali nonviolenti e radicali democratici. Nel suo secondo intervento al Comitato nazionale di Radicali Italiani, che si è concluso oggi all'Ergife, Pannella ha parlato di radicali nonviolenti e radicali (non) democratici, sottolineando di volere essere sempre coerente con la determinazione che è un vero radicale chiunque compia l'atto del tesseramento, cioé del contributo di una cifra minima ma costante per l'anno per il quale ci si iscrive ad un soggetto radicale.
    0:16 Durata: 6 min 4 sec
  • La proposta non è uno strumento di campagna elettorale

    <em>La proposta</em>, nel dettaglio, riguarda un percorso dalle Regionali alle Politiche. Per cominciare, nella congiuntura, Pannella chiede una modifica della legge elettorale che rafforzi la legalità. Intanto, sarebbe cosa opportuna che si stabilisse che, con qualsiasi legge e procedura, si raccolgono firme su liste di candidati con il timbro e la tutela del Tribunale. Sarebbe una cattiva partenza per gli altri fare diversamente. Bordin, a proposito di furbizie, spiega che qualcuno potrebbe pensare che Pannella finge di essere disponibile ad un accordo per potere raccogliere più facilmente le firme per la presentazione autonoma di una propria lista. Cosa analoga, obietta Pannella, fu detta quando i radicali trattarono per le regionali del 2000 con Berlusconi, Letta e Tremonti e furono d'attualità per mesi. Dopodiché, grazie anche a questa attualità, si creò, dinanzi alla malafede dell'interlocutore (perché l'accordo con la Lega era già fatto, ma doveva essere taciuto), l'effetto per il quale i radicali arrivarono a quarantott'ore dal voto con i sondaggi che li davano al 6-7%. E invece conquistarono il 2%. Infatti, secondo il dna del Partito Rai, in quarantott'ore tutta la realtà elettorale che era stata creata fu distrutta. La proposta non è dunque uno strumento di campagna elettorale. Pannella insiste nel dire che l'assenza dalle istituzioni può essere mortale per i soggetti politici radicali di oggi, ma sicuramente accelera una morte che è in corso, quella della legalità nel nostro paese. D'altra parte, dice Pannella, il vecchio riflesso <em>pcista</em> oggi domina sovrano il centrosinistra: dei radicali non si deve parlare. Detto questo, se venisse da quest'altro polo l'interesse di tentare l'intesa con i radicali, andremmo subito a vedere. Invece, negli ultimi anni, gli unici esponenti del centrosinistra a venire a Torre Argentina sono stati Emanuele Macaluso e Massimo D'Alema. Prima, l'ultimo incontro i radicali lo ebbero con Garavini e Cossutta (data incerta: nel 1989 secondo Bordin, nel 1991 secondo Pannella).
    0:22 Durata: 24 min 9 sec
  • L'errore di Romano Prodi

    A proposito del rapporto con il centrosinistra, dice Pannella, un certo tipo di rapporto con Prodi si è stabilito. Una volta Pannella mandò a Prodi un sms scherzoso («accadeva, ogni tanto»), dove diceva <em>premesso un tuo errore, del quale non ti parlerò adesso nemmeno sotto tortura...</em> e poi continuava. Prodi chiese di quale errore si trattasse, ma Pannella non cedette. Adesso Pannella potrebbe dirglielo, ma non si scambiano più sms, perché Prodi ha ritenuto sgarbato un evento, un fatto, una dichiarazione alla stampa. Ebbene, dice Pannella, l'errore è questo: non avere mai immaginato uno schieramento che comprende i radicali. Forse se lo avesse fatto oggi ci sarebbe più politica oggi nell'Ulivo.
    0:47 Durata: 2 min 21 sec
  • Chi decide? Chi tratta?

    Chi decide? Una cosa di questo genere non riguarda solo Radicali Italiani, ma tutto il mondo radicale. Per la decisione Pannella ha infatti evocato un'assemblea straordinaria dei soggetti radicali. Chi tratta? Il segretario, il tesoriere e la direzione di Radicali Italiani, senz'altro. Ma anche Emma Bonino, Pannella stesso. Potrebbero - dice Pannella - bastare due o tre ore ad un tavolo con Berlusconi o un suo equivalente, basta capire se c'è la volontà politica. Il precedente: l'incontro dei consiglieri regionali radicali piemontesi con il presidente Enzo Ghigo. La battuta odierna di Maurizio Gasparri sulla politica internazionale («Sia per quanto riguarda l'esportazione della democrazia e la lotta al terrorismo, sia per quanto riguarda gli aiuti umanitari»). D'altra parte, il Congresso della Luca Coscioni che si svolgerà il 21-22-23 gennaio, forse dopo la decisione della Corte Costituzionale sui referendum, dovrà affrontare anche questo snodo. Che relazione c'è tra i referendum e la scadenza elettorale? Non c'è contrasto? Oggi - dice Pannella - sono presenti gli stessi riflessi del 2000. Se volessero mantenere la data del 3-4 aprile per la presentazione delle liste, restano poche settimane per la raccolta delle firme. D'altra parte c'è la questione Celentano, <em>si prepara il Colosseo</em>, la questione della par condicio, della modifica della legge. Di fatto si tratta di avere una coalizione politica per una congiuntura storica: da oggi al 2006. Una congiuntura nella quale si coalizzano forze che hanno anche destinazioni diverse. Questa potrebbe essere una grande novità laica: ci si unisce a dei fini particolari e specifici di tre anni politici o di cinque, consentendo con questo di aumentare la forza di crescita delle proposte di riforma o di conservazione che possono contraddistinguere l'una o l'altra di queste forze. A proposito dell'informazione televisiva, osserva ancora Pannella, occorre che il mondo cattolico possa esprimersi nella sua complessità in quanto tale e non sia massacrata dal fatto che noi forniamo attraverso il nostro danaro, le tasse, un micidiale strumento di potere alla gerarchia ecclesiastica attuale. Questo riguarda la libertà religiosa. Oggi si insiste perché gli inviti televisivi vengano fatti direttamente alle gerarchie. D'altra parte, Pannella ricorda la presa di posizione del vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, monsignor Andrea Gemma, che ha criticato il governo per essersi costituito davanti alla Corte costituzionale contro i referendum sulla fecondazione assistita, e la straordinaria attenzione del <em>Corriere della Sera</em>, alle questioni religiose (un evento della comunità ebraica, la questione delle mutilazioni genitali femminili, il referendum sulla fecondazione assistita). Detto questo, va anche considerato il passaggio di Francesco Merlo e Filippo Ceccarelli a <em>Repubblica</em>, tanto che Panenlla si chiede se non stia per succedere qualcosa di storicamente importante nell'impero debenedettiano. L'attenzione del <em>Foglio</em> alla sua guerra culturale. La riscoperta di Don Franzoni da parte della <em>Stampa</em>. «Qualcosa - dice Pannella - sta accadendo». D'altra parte: la morte di padre Dupuis e il racconto della sua vita in una seconda Bruxelles, un secondo incontro dedicato a questi temi.
    0:49 Durata: 30 min 38 sec
  • L'atteggiamento dei media

    I telegiornali sono tornati a dare dei telegrammi sui radicali, ma senza approfondimento politico è difficile capire questa storia dei radicali che vogliono fare un accordo con l'una forza politica o con l'altra.
    1:20 Durata: 3 min 50 sec
  • La guerra all'alcol preannunciata da Sirchia

    L'istinto proibizionista e il pessimismo controriformista.
    1:23 Durata: 3 min 27 sec
  • Il talebanismo vaticano colpisce in primo luogo i credenti

    Le reazioni alla proposta di Marco Pannella. Il no netto dell'Udc. L'evoluzione dell'Udc con Marco Follini, impensabile sotto Pier Ferdinando Casini. Il talebanismo vaticano colpisce in primo luogo i credenti di religione cattolica. Pannella ipotizza un sondaggio tra i docenti della Gregoriana e scommette che costoro sarebbero per i radicali più che per Ratzinger e Pera. Altrettanto scommetterebbe su un sondaggio negli ordini religiosi femminili.
    1:27 Durata: 5 min 55 sec
  • La necessità di posti di responsabilità non di governo italiano

    La diversità di tono nel primo e nel secondo intervento di Pannella al Comitato nazionale, secondo Bordin: il primo energico, riallocativo del dibattito, il secondo con accenti quasi di resa. Il primo, spiega Pannella, era conseguente ai due comunicati che invitavano a partecipare al Comitato. Il secondo, dopo la notizia del colloquio dei radicali piemontesi con Enzo Ghigo, intendeva dire <em>stiamo attenti</em>. A questo proposito, Pannella cita la battaglia per la fame nel mondo ricordata ieri da Giulio Andreotti. La caduta di allora, in relazione all'obiettivo di un commissario straordinario che avrebbe dovuto essere Emma Bonino o Loris Fortuna, perché - dice Pannella - non difendemmo, non ponemmo proprio la nostra candidatura a gestire la nostra creatura. Adesso la questione è la stessa. Se ci vediamo in un fazzoletto di giorni, le decisioni devono essere brutalissimamente anche di posti di responsabilità assicurati. C'è la necessità che non siano di governo italiano, cosa che sarebbe insostenibile, ma che abbiano altri connotati. L'insistenza sulla posizione radicale nonviolenta. A proposito della reazione di Vannino Chiti: i riflessi <em>pcisti</em> di una classe di potere toscana identica a se stessa da decenni. L'intervento sul <em>Paese</em> del 22 marzo 1959, titolato «Un articolo del radicale Pannella: La sinistra democratica e il PCI», in cui Pannella pone due temi centrali: la necessità di un'alleanza di tutta la sinistra compreso il Pci, la proposta di candidatura al potere della sinistra attraverso una alternativa democratica di governo. L'articolo suscita un dibattito a sinistra, con interventi del socialdemocratico Saragat e del repubblicano Ugo La Malfa, che viene chiuso dalla replica a Pannella di Palmiro Togliatti. Il riferimento alla ricca comunità ebraica milanese, a Israele, ai turchi, al federalismo di Hamilton, all'esperienza democratico-liberale, a Giulio e Luigi Einaudi, a Ignazio Silone, al <em>latte</em>, insomma, con il quale Pannella è cresciuto.
    1:45 Durata: 7 min 58 sec
  • Il fumo fuori legge dopo la mezzanotte

    Pannella fuma illegalmente il toscano in studio dopo la mezzanotte. Il fumo in taxi. La sala fumatori di Fiumicino. L'iniziativa di Giordano Bruno Guerri alla Stazione Termini. La prima riunione del Comitato dei cinque garanti per la gestione dei fondi per le vittime del maremoto, del quale è membro Emma Bonino. La necessità dell'immagine di Emma Bonino in questa operazione. L'intervento prezioso di Marco Cappato, fatto tuttavia soltanto nell'ambito della dichiarazione di voto, in ritardo.
    1:53 Durata: 4 min 59 sec