21 GEN 2002

Cnel: Valorizzazione del sistema Italia nel processo di integrazione Ue (II parte)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 50 min

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Roma, 21 gennaio 2002 - Seconda parte del convegno che si è svolto oggi al Cnel.

Di scena, questo pomeriggio, Gianfranco Fini ed Antonio Marzano.

«Oggi - ha affermato il vicepremier - la dimensione dell'economia ci chiama all'integrazione e l'interesse nazionale lo tuteliamo se non agiamo in una logica statuale».

Prova ne sia quanto richiesto dal ministro delle Attività Produttive.Armonizzare le differenzeNon c'è alcuna contraddizione tra la difesa dell'interesse nazionale e l'integrazione europea.

Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, è intervenuto questo pomeriggio alla quarta
sessione di confronto tra amministrazioni, autonomie territoriali e parti sociali sul programma di lavoro della Commissione Europea per il 2002 e sulle priorità del semestre di Presidenza spagnola dell'Unione, dal titolo «La valorizzazione del sistema-Italia nel processo di integrazione europea».«Gli italiani - ha detto Fini - sono stati europeisti per entusiasmo, solo una quota lo è stata per scelta.

E ciò perché, a differenza che in altri Paesi al pari di noi progenitori dell'Unione, come la Francia, fino ad ora non c'è mai stato, purtroppo, un dibattito su cosa significasse l'Europa e l'integrazione europea.

Nel momento in cui l'Europa è uscita dall'indefinitezza ed è arrivato l'euro, e cominciato il dibattito.

E ciò è un bene sapendo che l'Europa è un'enorme opportunità per il sistema Italia».«Oggi, infatti, la dimensione dell'economia ci chiama all'integrazione - ha spiegato ancora il vicepremier - e l'interesse nazionale lo tuteliamo se non agiamo in una logica statuale».

Per Fini, quindi, «il concetto di fondo, da destra, è che non è vero che l'interesse nazionale va contro l'integrazione europea».

E la stessa identità europea «non può essere costruita sopprimendo le identità nazionali, bensì armonizzando le differenze, che sono il sale dell'Europa».

Un mercato unico europeo dell'energiaCostruire un mercato unico europeo dell'energia.

Questa la richiesta del ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, in pieno accordo con quanto affermato stamani dal presidente dell'Autorità per l'Energia e il Gas, Pippo Ranci.

«Lì - ha detto Marzano - potrebbero affluire le offerte di energia, anche da parte degli altri Paesi, e potrebbe confluire, dall'altra parte, la domanda delle imprese.

Per far questo, però, è necessario che l'offerta di energia avvenga in condizioni simili in tutti i vari Paesi».

La speranza del ministro è che nel semestre della presidenza di turno spagnola della Ue si arrivi ad una direttiva.

Quanto all'ipotesi avanzata prima, da presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, e poi, ribadita dal Commissario Europeo Mario Monti, di ricorrere all'uso dell'articolo 86 del Trattato europeo per 'obbligare' i membri Ue a tenere fede all'impegno preso a Lisbona di liberalizzare il mercato dell'energia elettrica, Marzano ha dichiarato: «Vedremo gradualmente di arrivarci senza provocare fratture».

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riduci

  • Introduzione di Pietro Larizza

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