20 DIC 2001

Antonio Russo: Novità sulla morte dell'inviato di Radio Radicale

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Roma, 20 dicembre 2001 - In una conversazione radiofonica tra Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale, e Marino Busdachin, membro della direzione politica straordinaria del Partito Radicale Transnazionale, vengono forniti nuovi elementi circa la morte di Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, il cui corpo è stato ritrovato in Georgia il 16 ottobre 2000.Massimo Bordin introduce il tema: "Oggi siamo in grado di darvi nuovi elementi su Antonio Russo che sono da approfondire, ma sicuramnente non vanno nel senso opposto dell'analisi politica che, fin da subito, Marco Pannella ed i radicali avevano tracciato come ipotesi più verosimile sulla mano, ma anche sulla mente, dell'omicidio di Antonio russo".Le indagine sull'omicidio vengono condotte parallelamente su due fronti: da parte della magistrtura georgiana, il Paese in cui il delitto è stato compiuto; e dalla procura di Roma, competente per territorio nella giurisdizione italiana, nel momento in cui un cittadino italiano venga ucciso all'estero.Ed il termine "uccisione"- prosegue il direttore di Radio Radicale - ha crisma legale: l'autopsia condotta in Georgia ha confermato la tesi dell'omicidio, ergo secondo la magistratura georgiana Antonio Russo è stato ucciso.Bordin precisa che Marino Busdachin, insieme a Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale Transnazionale, ha avuto l'incarico di curare la vicenda di Antonio Russo, per via della sua esperienza e conoscenza della regione dove si sono svolti i tragici eventi.Il contesto storicoBusdachin prende la parola e traccia un excursus storico sul Caucaso per inquadrare meglio la questione.

Si concentra in particolare sul rapporto tra Georgia e Russia: "La Russia - afferma il dirigente radicale - fin dal '91 ha attuato una politica destabilizzante nei confronti della Georgia"; tracce di ciò si ritrovano nella rivolta scoppiata all'inizio degli anni '90 in Abkhazia, repubblica secessionista a maggioranza islamica; inoltre, nell'intervento di miliziani collegati ai russi, nel 1992-93, nell'ambito del conflitto abkhaz-georgiano.La politica russa è proseguita così fino ai nostri giorni, ed intanto, ancora oggi, rimangono in funzione sul territorio della Georgia basi russe nei punti chiave del Paese, cioè ai confini con la Turchia, dell'Armenia, dell'Abkhazia e della Federazione russa stessa, nonstante le richieste che dal 1991 il governo georgiano presenta per lo smantellamento di tali basi.

Dunque, come afferma Busdachin, "il contesto in cui tutto ciò che riguarda Antonio Russo si è svolto è un contesto da guerra fredda".I fatti nuoviEsaurita la partentesi storica, Bordin indirizza la conversazione verso il punto più importante ed attuale: "Ci sono dei fatti nuovi i quali emergono da fonti georgiane che speriamo possano poi travasarsi nelle indagini che la procura di Roma sta effettuando tramite il pubblico ministero Bonfanti".

Così, il direttore di Radio Radicale ed il dirigente radicale passano in rassegna tre questioni importanti da analizzare.Una strana vicendala prima riguarda la strana vicenda di un olandese, Renzo Van, che è stato ospite a casa di Antonio Russo, in Georgia, per lungo periodo.

Essi erano legati da un progetto per la realizzazione di un film su 4 giornalisti freee lance nella Georgia e nel Caucaso.Dopo l'omicidio dell'inviato di Radio Radicale, le autorità georgiane avevano promesso di interrogare l'olandese, le cui tracce sembrano portare a Mosca, "ma - come afferma Busdachin - sappiamo per certo che ciò non è avvenuto.Inoltre, la magistratura italiana, che considera essenziale interrogare Renzo Van, ha effettuata una richiesta di rogatoria presso le autorità in Olanda, ma gli olandesi non hanno nemmeno risposto, malgrado la richiesta sua stata reiterata, perchè essa è considerata dal governo olandese una questione di imbarazzo".

L'interpretazione del dirigente radicale è che tale Renzo potrebbe essere una persona che collabora con i servizi di intelligence russa, ovvero l'FSB, erede del Kgb.Le ultime ore di RussoLa seconda questione rilevante riguarda le ultime ore di Antonio Russo, prima di essere ucciso.

Bordin le ricostruisce, sulla base delle informazioni disponibili: alle ore 16:00 del 14 ottobre 2000, Antonio torna nella casa presa in affitto a Tbilisi.

Alle ore 17.30 il giornalista radicale ha una conversazione telefonica con sua madre, che si trova in Italia.

Tra le 22:00 e le 23:00, amici georgiani telefonano ad Antonio.

Alle ore 23:00 questi telefona al sito internet di Radio Radicale a Roma e parla con il suo amico Antonio Borrelli.Il giorno dopo, domenica, alle ore 10:00, gli amici georgiani si recano a casa di Antonio, ma non trovano lui, bensì, come dice il direttore di Radio Radicale, uno "scenario inquietante": la porta aperta, la casa a soqquadro, spariti tutti gli appunti del giornalista, il suo cellulare, nonchè il suo computer portatile.

Le uniche cose che trovano sono il crocefisso d'oro che Antonio portava al collo, ma non la sua catena, la televisione ed il video registratore.

A questo punto, cominciano a pensare non si tratti di un furto ed avvertono l'ambasciata, la quale, la mattina dopo avverte Radio Radicale.

La notizia del ritrovamento del corpo di Antonio arriva a Roma, tra la tarda mattina ed il primo pomeriggio del lunedì successivo.Busdachin aggiunge alcuni elementi alla ricostruzione dei fatti: "La polizia georgiana ha sentito diversi testimoni ed una cosa è certa: Antonio è stato prelevato durante la notte dalla sua casa, forse alle cinque del mattino, e trasportato in un luogo non definito".

Va sottolineato - aggiunge Busdachin - che non c'è segno di effrazione sulla porta, l'operazione è stata condotta con una certa velocità, ma la casa è stata ripulita professionalmente, secondo quanto asserisce la polizia georgiana.Altri elementi - continua il dirigente radicale - stanno emergendo: sembrava che Antonio fosse rimasto a casa quella fatidica notte, ma David, un fotografo georgiano, asserisce di essersi visto con Antonio Russo la sera di sabato insieme ad altri amici in un luogo non precisato.

La deposizione di questo georgiano è considerata "non completa", dagli investigatori georgiani.

Inoltre, afferma Busdachin: "dall'analisi delle informazioni disponibili, viene fuori che Renzo e David si conoscevano sicuramente prima di conoscere Antonio".

La base russaSi passa a quello che Bordin definisce "il terzo elemento indiziario più rilevante".

Il corpo di Antonio viene ritrovato su una strada, lunga meno di 45 Km, che dalla capitale Tbilisi porta al confine con l'Armenia.

Il corpo del giornalista si trova sul ciglio della strada, a 25 Km da Tbilisi.

Su questa strada c'è una base russa, Vasiani: una parte di essa è stata dismessa, ma rimangono tra i 2000 e 5000 militari russi che controllano tale zona di territorio, a pochi km dal confine armeno.

Dunque, su questa strada si trovano, in successione provenendo da Tbilisi: un posto di controllo della polizia georgiana, poi, solo 800 metri dopo il posto di controllo, il luogo dove viene ritrovato il corpo di Antonio, infine la base russa."Ma allora - si chiede Busdachin - perchè andare a prelevare Antonio a casa e poi correre il rischio di passare attraverso il controllo della polizia, solo per mollare il suo corpo 800 metri dopo? Un tale rischio cozza con l'assoluta professionalità dimostrata nell'azione in casa di Antonio, dove non è stata rinvenuta nessuna traccia.La risposta sta forse qui: i mezzi russi non vengono fermati al posto di blocco venendo da Tbilisi, ovvero in entrata rispetto alla base, ma probabilmente solo in uscita dalla base"."Allora - afferma Bordin - è più di un sospetto, è un'ipotesi: Antonio viene prelevato da casa e portato alla base russa, e poi il suo corpo viene riportato nel posto più lontano dalla base russa, ma senza riattraversare il posto di blocco georgiano.

Questo, forse, è un indizio".

Il direttore di Radio Radicale conclude la conversazione radiofonica promettendo di tornare a breve sulla questione.

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