09 FEB 2002

Cgil: Replica conclusiva di Sergio Cofferati al XIV Congresso

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 11 ore 7 min

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Cofferati insiste con lo sciopero generale, ma non strappa con Cisl e UilRimini, 9 febbraio 2002 - Linea dura ed intransigente nei confronti del Governo sulle questioni concernenti l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e la riforma previdenziale, ma senza giungere ad uno strappo con Cisl e Uil sulla questione dello sciopero generale, che però non può essere in alcun modo preventivamente "inibita".

Questa la sostanza del messaggio inviato da Sergio Cofferati dal palco del Palacongressi in sede di replica conclusiva del dibattito congressuale.Ribadite le critiche a Governo e
ConfindustriaIl segretario della Cgil, nel corso del lungo intervento non ha mollato di un millimetro dalle convinzioni espresse in sede di relazione introduttiva (vai al servizio) a partire dalle critiche al collateralismo di Confindustria rispetto al Governo, ma anche nei confronti dello stesso Governo di centrodestra, di una politica che mescola "neocapitalismo imitativo e filantropia", "liberismo senza bussola" e "populismo demagogico".Niente strappo sullo sciopero generale Il punto più atteso della replica di Cofferati, era sicuramente quello concernente la reazione al diniego all'ipotesi di sciopero generale, giunto da Pezzotta ed Angeletti dallo stesso palco del Palacongressi nella mattinata di giovedi.

(Vai al servizio)Cofferati non ha annunciato lo strappo proclamando lo sciopero generale unilateralmente, ma al contrario ha richiamato al valore dell'unità sindacale che va ricercata con "rispetto reciproco".Le domande a Cisl e UilSulla questione dello sciopero generale, il segretario della Cgil ha affermato di essere preoccupato dal fatto che "nella discussione lo strumento abbia cancellato gli obiettivi".

In tal senso ha annunciato di voler chiedere immediatamente una riunione a Pezzotta ed Angeletti nella quale chiedere se le ragioni della comune mobilitazione esistano ancora.

"Vorrei che a questa domanda - ha affermato - venga data una risposta precisa.

Siete d'accordo con la modifica della riforma previdenziale e con lo stralcio dell'articolo 18? Se non siete più d'accordo ditelo, noi non abbiamo cambiato idea" ha detto Cofferati."Se non avete cambiato idea - ha proseguito - fateci pacire come raggiungere gli obiettivi, come si ferma questa deriva.

Si risponda con ipotesi alternative".Per la Cgil la strategia è quella di "estendere il consenso con l'iniziativa politica e fissare un programma di lotta in cui debba essere cmpreso anche lo sciopero generale" ha ricordato Cofferati.Sciopero generale è lotta sindacale, non politicaNon è mancata una replica anche a quanti accusano la Cgil di voler usare impropriamente lo strumento dello sciopero per ribaltare i governi e fare lotta politica.

Sul punto il leader della Cgil ha espressamente richiamato il precedente del 1994, allorquando sulla richiesta di stralcio della riforma delle pensioni dalla finanziaria i sindacati portarono milioni di persone in piazza.

In quella occasione - ha ricordato Cofferati - il nostro obiettivo fu perseguito, ma furono "Bossi e Maroni a far cadere il governo".Dunque, "la Cgil fa il sindacato" e lo fa "con tutti gli srtrumenti a disposizione", incluso lo sciopero generale che uno strumento di mobilitazione che unifica.

"Per quale ragione questa opzione deve essere inbita?" si è chiesto Cofferati, aggiungendo: "Noi non lo comprendiamo".Scontro frontale col GovernoIn realtà, buona parte dell'intervento di Cofferati può essere considerata come una risposta lunga ed articolata che il leader Cgil ha dedicato ai partner confederali, anzitutto ricordando che il sindacato deve confrontarsi con un governo che ha "buttato la concertazione nel cestino", che "considera inesistente la tua proposta quando non la condivide", che manca di rispetto nei confronti dell'interlocutore sindacale e che ha scelto strategicamente di isolare la Cgil, ed il cui tentativi di dividere il sindacato sono da considerarsi "atti volgari consumati contro Cisl e Uil".Soprattutto, però, per Cofferati il sindacato è chiamato ad uno scontro frontale con il Governo perchè si tratta del confronto tra due modelli inconciliabili: "Per imporre le nostre scelte - ha scandito il segretario - abbiamo bisogno di battere le loro"."E' l'insieme delle deleghe quello che preoccupa" - ha sottolineato il leader sindacale, rilevando come le proposte del governo mirino a costituire dei "diritti a geometria variabile, a cerchi concentrici".Nessun negoziato sui licenziamenti Dunque, nessuna mediazione è possibile sulle questioni dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, rispetto al quale la Cgil è indisponibile a qualsiasi altra ipotesi che non sia lo stralcio del provvedimento, poichè "sui diritti fondamentali non si media: o sono riconosciuti o non esistono".Analogamente, quanto al referendum proposto da Angeletti nel caso il Governo risucisse ad approvare il provvedimento , Cofferati ha replicato semplicemente che esso non si può fare "su diritti che sono indisponibili".Se quindi l'unità sindacale è un valore da perseguire perchè "si è oggettivamente più forti", Cofferati ha chiarito che la Cgil non accetta "l'ibernazione delle proprie esigenze".

Nessun negoziato è possibile sulla questione della disciplina sanzionatoria dei licenziamenti senza giusta causa, "un fondamento della digità della persona".Contro il terrorsimo, scongiurare le guerreLa prima parte del suo intervento, Cofferati l'aveva dedicata a riflessioni sullo scenario internazionale, dal "brutto risveglio" dell'11 settembre, alla critica del sindacato alla reazione della comunità internazionale che ha scelto di rispondere con una guerra tradizionale."Combattere il terrorismo, scongiurare le guerre", questa la posizione del sindacato, che deve sempre più rivolgere l'attenzione alla necessità di nuove regole democratiche per gli organismi sovranazionali, dall'Onu, al Wto, al Fondo Monetario Internazionale.

In questo, la Cgil deve essere pienamente impegnata nella battglia per la globalizzazione dei diritti.Altra fronte di lotta per il sindacato è quello Europeo, con l'appuntamento rappresentato dal dibattito in vista dalla riforma istituzionale dell'Unione Europea.

Cofferati aveva richiamato infatti i lavori dalla Convenzione, dai quali deve uscire "una costituzione europea con diritti incorporati, un modello sociale che prenda spunto dal libro bianco di Jacques Delor.

"L'unico libro bianco che io riconosca" aveva detto Cofferati, mentre quello redatto da Maroni, è stato più volte citato dal segretario Cgil come il "libro limaccioso".

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