19 MAR 2002

Globalizzazione: Lezione di Henry Kissinger a Roma

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 11 min

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Dopo l'11 settembre.

Kissinger spiega agli europei che il mondo è cambiato, che cos'è l'Asse del Male e che l’Irak di Saddam non si piega con le chiacchiere Roma, 19 marzo 2002 - Kissinger segretario di Stato americano dal 1973 al 1977, all’inizio della sua lezione, precisa di non rappresentare l’amministrazione americana: "Io mi trovo d’accordo con loro, ma la politica ufficiale degli Stati Uniti viene pronunciata dai suoi legittimi rappresentanti".

Omaggio all’Italia Prima di andare al cuore della relazione, l’ex 56° Segretario di Stato americano, rende un omaggio all’Italia,
alla realtà italiana di oggi: "Quel che è stato realizzato dal punto di vista materiale e politico rappresenta un grande tributo alla tenacia ed all’impegno del popolo italiano e della leadership dell’Italia, la quale agli occhi degli americani può sembrare molto mutevole per l’avvicendarsi dei vari leader, ma in realtà è una leadership che ha dimostrato grande continuità".

Globalizzazione Il tema della lezione di Kissinger è la globalizzazione; egli analizza e spiega l’attuale "struttura del sistema internazionale, la natura della politica estera americana ed i problemi sorti come risultato degli obiettivi raggiunti sin qui".

"Gli Stati Uniti - afferma il premio Nobel per la Pace nel 1973 - hanno avuto momenti di grande superiorità materiale, ma si sono concentrati sulla costruzione di un sistema internazionale che doveva essere basato sul principio dell’uguaglianza di tutti gli Stati ed il principio della consultazione".

"Al contrario dell’Europa - prosegue Kissinger - gli USA si trovano tra due oceani, ovvero non confinano con vicini potenti"; dunque gli Usa sono "l’unico Paese nel mondo che crede di poter condurre la politica estera esclusivamente in base alle proprie decisioni".

Usa: missionari ed isolazionisti Viaggiando negli Usa – aggiunge l’ex segretario di Stato - mi sono accorto che esiste un atteggiamento ambivalente nella storia americana: missionario ed isolazionista".

Entrambe le tendenze sono esistite fianco a fianco negli Usa per molto tempo, e questa nazione, quasi all’improvviso, si è trovata a svolgere un ruolo di leadership a livello internazionale.

L’iperpotenza É di moda oggi riferirsi agli Usa come iperpotenza.

Secondo Kissinger, "É vero che oggi gli Stati uniti sono più potenti di qualsiasi altra nazione, è vero che nessuna altra nazione può competere militarmente con Usa, ma checché ne dicano gli intellettuali, la maggior parte degli americani non è particolarmente lieta di questo e non pensa che ciò ci dia il diritto di imporre le nostre preferenze al resto del mondo".

11 settembre 2001 In questo contesto va considerato l’impatto dei fatti dell’11 settembre negli Usa: "nessuno ha mai pensato che gli Stati Uniti potessero essere direttamente attaccati, ed ancor meno dall’Islam".

La differenza tra l’attuale crisi e la guerra fredda è questa: durante la guerra fredda esisteva un nemico e quindi si poteva calcolare quel che il nemico avrebbe fatto e lo stesso valeva per il nemico; "ma nel caso odierno l’obiettivo del nemico era solo infliggere sofferenza , produrre caos.

Al nemico – continua Kissinger - non interessa rimanere ucciso".

"Questo è il problema di una sfida che non ha precedenti nell’esperienza americana ed europea, quindi la reazione americana consiste nel tentativo di superare questo pericolo, non solo come problema pratico".

Quel che si cerca di fare è sradicare questo male.

Si è cercato in una prima fase di togliere l’acqua ai terroristi, ovvero il sostegno che essi godono da parte di alcuni paesi.

"Da notare – aggiunge Kissinger - che in questa fase abbiamo goduto di un grande sostegno in Europa, ed abbiamo apprezzato enormemente il contributo dell’Italia.

Asse del male La domanda ora è come facciamo a sostenere questo sforzo? Cosa si fa con quei paesi che stanno mettendo a punto armi di distruzione di massa, biologiche e chimiche?" e qui Kissinger cita l’Asse del male, in particolare l’Iraq.

"Per quanto riguarda l’Irak, coloro che respingono l’opzione militare devono presentare dei concetti concreti, delle alternative possibili; non possono essere solo strumenti diplomatici devono essere abbastanza concrete da poter risolvere la questione".

Rapporto tra Europa ed Usa Infine, l’ex segretario di Stato affronta la questione del Rapporto tra Europa ed Usa: tale rapporto dovrebbe essere rivisto, perché la guerra fredda è finita e l’attuale classe dirigente dei due continenti non è più quella che ha fatto la guerra insieme.

"Non si tratta – afferma Kissinger – solo di una ridefinizione dei rapporti militari, ma anche politici".

Questo però non vuol dire contrapposizione, precisa Kissinger, il quale conclude dichiarando che "Al momento la vera questione tra America ed Europa è riuscire a distinguere i piccoli problemi dai grandi e riuscire a ridurre i grandi in piccoli".

Solo così potrà continuare la collaborazione, proficua per entrambi.

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  • Marcello Pera, presidente del Senato della Repubblica, introduce

    <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 5 min 40 sec
  • Realtà Italia e Usa oggi

    <strong>Lezione di Henry Kissinger</strong>
    0:05 Durata: 11 min 20 sec
  • Atteggiamento ambivalente Usa: missionario ed isolazionista

    0:17 Durata: 7 min 32 sec
  • Asse del male e armi distruzione massa

    0:24 Durata: 11 min 33 sec
  • Rapporto Europa Stati Uniti

    0:36 Durata: 11 min 40 sec
  • Domanda sen. Lamberto Dini e risposta Kissinger sul MO

    0:47 Durata: 11 min 59 sec
  • Domande dal pubblico e conclusioni

    0:59 Durata: 11 min 23 sec