Palermo, 5 maggio 2001, h.
11.15 - Dopo la sentenza della II sezione della Corte d'Appello di Palermo che ha assolto l'ex dirigente del Sisde dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Bruno Contrada e il suo difensore, il senatore della Lista Pannella, Pietro Milio hanno indetto una conferenza stampa per commentare la sentenza."Non esiste alcuna azione di rivalsa nei confronti dei giudici perché mi sembra che la legge sulla responsabilità civile dei magistrati non abbia trovato ancora il suo sbocco nell'ordinamento giuridico italiano".
Questa la prima valutazione di Contrada … rispondendo ai giornalisti, ma poi aggiunto: "Io credo che non sia questo il punto, poichè la mia è una vicenda istituzionale e non di normale amministrazione della giustizia".
A tal proposito l'alto funzionario dei servizi ha ricordato una propria convinzione: "Quello che ho sempre pensato sin dall'inizio è che comunque si fosse conclusa questa vicenda" sarebbe stata necessaria una indagine, "non vorrei dire una commissione d'inchiesta", per accertare come un alto funzionario dello Stato avesse potuto compiere indisturbato azioni criminali e mafiose.
Contrada ha però una ulteriore richiesta di giustizia: "Coloro che hanno testimoniato contro di me dovrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per falsa testimonianza".Alla domanda sullesistenza di un'eventuale regia occulta, Contrada ha così risposto: "Quando parlo di complotto, parlo di complotto in senso stretto, cioè di persone che si riuniscono e che organizzano un'azione nei confronti di un'altra persona per raggiungere altri fini.
Il fatto che mi sia stato attribuito un reato commesso da altri, non è un semplice errore giudiziario perché c'è stata tutta una preparazione che è andata avanti dal '92, ovvero dall'anno delle stragi".
Alla domanda specifica su chi fosse il regista occulto, su chi si fosse maggiormente avvantaggiato dal suo arresto, Bruno Contrada ha ha parlato di "branchi iene, sciacalli e stormi di avvoltoi e di corvi che si sono avventati sul mio corpo, e anche qualche formica rossa.
chi ha seguito il processo li ha visti" e ha aggiunto che "vi sono delle opere che vengono fatte a più mani".
Ai giornalisti che insistevano per chiedere un giudizio su Gianni De Gennaro, attuale capo della polizia e ai vertici della Dia al momento dell'arresto, Contrada ha così risposto: "Fino a che sarà capo della Polizia lo rispetterò, perchè sono un uomo di stato.
Quando non lo sarà più, ne discuteremo".Nella sua ricostruzione Contrada ha rievocato la propria attività del periodo '91-'92 ricordando come egli stesse organizzando la "conversione parziale" del Sisde "dalla funzione originaria e primaria di antiterrorismo politico" alla "funzione di antieversione criminale" e che questa sua azione "chiaramente contrastava" tutti quegli organismi che lo Stata stava istituendo con lo stesso obiettivo, che "erano lanciati tutti sullo stesso osso".
Contrada ha quindi fatto una ulteriore rivelazione, proprio nei giorni precedenti al suo arresto nel dicembre del 1992, fu smantellatio il proprio gruppo operativo che era sulle tracce del latitante Provenzano: "Eravamo arrivati ad un buon punto, avevamo localizzato dove abitava la sua famiglia", ma pochi giorni prima del proprio arresto - ha ricordato - "su input di qualcuno" il gruppo operativo fu smantellato: "Non dico che l'avremmo sicuramente arrestato - ha concluso sul punto - ma potevamo anche farcela".
11.15 - Dopo la sentenza della II sezione della Corte d'Appello di Palermo che ha assolto l'ex dirigente del Sisde dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Bruno Contrada e il suo difensore, il senatore della Lista Pannella, Pietro Milio hanno indetto una conferenza stampa per commentare la sentenza."Non esiste alcuna azione di rivalsa nei confronti dei giudici perché mi sembra che la legge sulla responsabilità civile dei magistrati non abbia trovato ancora il suo sbocco nell'ordinamento giuridico italiano".
Questa la prima valutazione di Contrada … rispondendo ai giornalisti, ma poi aggiunto: "Io credo che non sia questo il punto, poichè la mia è una vicenda istituzionale e non di normale amministrazione della giustizia".
A tal proposito l'alto funzionario dei servizi ha ricordato una propria convinzione: "Quello che ho sempre pensato sin dall'inizio è che comunque si fosse conclusa questa vicenda" sarebbe stata necessaria una indagine, "non vorrei dire una commissione d'inchiesta", per accertare come un alto funzionario dello Stato avesse potuto compiere indisturbato azioni criminali e mafiose.
Contrada ha però una ulteriore richiesta di giustizia: "Coloro che hanno testimoniato contro di me dovrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per falsa testimonianza".Alla domanda sullesistenza di un'eventuale regia occulta, Contrada ha così risposto: "Quando parlo di complotto, parlo di complotto in senso stretto, cioè di persone che si riuniscono e che organizzano un'azione nei confronti di un'altra persona per raggiungere altri fini.
Il fatto che mi sia stato attribuito un reato commesso da altri, non è un semplice errore giudiziario perché c'è stata tutta una preparazione che è andata avanti dal '92, ovvero dall'anno delle stragi".
Alla domanda specifica su chi fosse il regista occulto, su chi si fosse maggiormente avvantaggiato dal suo arresto, Bruno Contrada ha ha parlato di "branchi iene, sciacalli e stormi di avvoltoi e di corvi che si sono avventati sul mio corpo, e anche qualche formica rossa.
chi ha seguito il processo li ha visti" e ha aggiunto che "vi sono delle opere che vengono fatte a più mani".
Ai giornalisti che insistevano per chiedere un giudizio su Gianni De Gennaro, attuale capo della polizia e ai vertici della Dia al momento dell'arresto, Contrada ha così risposto: "Fino a che sarà capo della Polizia lo rispetterò, perchè sono un uomo di stato.
Quando non lo sarà più, ne discuteremo".Nella sua ricostruzione Contrada ha rievocato la propria attività del periodo '91-'92 ricordando come egli stesse organizzando la "conversione parziale" del Sisde "dalla funzione originaria e primaria di antiterrorismo politico" alla "funzione di antieversione criminale" e che questa sua azione "chiaramente contrastava" tutti quegli organismi che lo Stata stava istituendo con lo stesso obiettivo, che "erano lanciati tutti sullo stesso osso".
Contrada ha quindi fatto una ulteriore rivelazione, proprio nei giorni precedenti al suo arresto nel dicembre del 1992, fu smantellatio il proprio gruppo operativo che era sulle tracce del latitante Provenzano: "Eravamo arrivati ad un buon punto, avevamo localizzato dove abitava la sua famiglia", ma pochi giorni prima del proprio arresto - ha ricordato - "su input di qualcuno" il gruppo operativo fu smantellato: "Non dico che l'avremmo sicuramente arrestato - ha concluso sul punto - ma potevamo anche farcela".
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