27 GIU 2001

Assemblea degli Amministratori delle Camere di Commercio (con Castelli, Alemanno e Marzano)

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Roma, 27 giugno 2001, h10.05 - Durante l'Assemblea degli Amministratori delle Camere di Commercio, sono intervenuti ad illustrare le politiche di governo previste per i prossimi anni i ministri Giovanni Alemanno, Roberto Castelli e Antonio Marzano.

Il ministro di Grazia e Giustizia ha focalizzato il suo intervento sulla necessità di ridurre i tempi del processo civile ricorrendo sempre più massicciamente all'arbitrato camerale.

Castelli, partendo dalla constatazione che "gli italiani sono un popolo più litigioso di altri e quindi ci sono più cause civili che in altri Paesi", ha analizzato
due possibili soluzioni, un aumento dell'organico, "strada che si sta già percorrendo ma che non può essere seguita in modo ulteriore" e un sempre maggiore ricorso all'arbitrato, "che non sarà risolutivo ma consentirà di fare un passo avanti".

"La prima riforma che faremo - ha concluso Roberto Castelli - è quella del processo civile e sicuramente le camere di commercio svolgeranno il ruolo che meritano all'interno di questa riforma" Giovanni Alemanno ha sostenuto che "l'agricoltura è oggi chiamata ad un grande processo di transizione, dall'agricoltura assistita ad un'agricoltura pienamente competitiva, e abbiamo tutte le risorse di fondo per raggiungere questo obiettivo.

Dobbiamo lavorare sul riconoscimento della qualità del prodotto" affiancata ad una politica di distribuzione e di difesa anche a livello comunitario del prodotto tipico.

Anche "sulla dimensione comunitaria - ha affermato il ministro per le politiche agricole - superando ben noti complessi di inferiorità che sono stati maturati da parte dei nostri funzionari si possono fare moltissime cose per fare in modo che anche la revisione della Pac permetta di dare alla nostra agricoltura la parte che merita".

"Abbiamo trovato un ministero con le ali spezzate, con le deleghe in piena discussione - ha dichiarato Alemanno.

Sarà quindi importante andare a ridefinire questo ministero soprattutto comprendendo che oggi il ciclo economico, l'economia globale, apre nuovi spazi al settore dell'agricoltura e dell'agro-alimentare, del made in Italy", in particolare attuando politiche per il riconoscimento della qualità del prodotto.

"Siamo convinti - ha concluso il ministro per le Politiche agricole - che il futuro dei vari ministeri che compongono il governo Berlusconi sia un futuro di dialogo, di grande capacità di accogliere le sollecitazioni che vengono dalla società civile e dalla società civile organizzata.

Questo dialogo vede nel sistema camerale un punto forte.

Può essere un governo di cambiamento, di riforme largamente attese da tutto il sistema economico e dal sistema delle imprese".

Il ministro per le Attività Produttive Antonio Marzano ha parlato di "circolo vizioso" dell'economia italiana "che è dietro l'angolo ma non è ancora in atto e che noi vogliamo spezzare e trasformare se possibile in un circolo virtuoso" .

Marzano ha infatti spiegato che la "complessa situazione dei conti pubblici "ci costringe a rinviare di qualche giorno la presentazione del Dpef: la congiuntura negativa potrebbe riflettersi a sua volta sui conti pubblici in modo negativo L'esigenza di rispettare i parametri del patto di stabilità potrebbero spingere a prendere dei provvedimenti che a loro volta potrebbero peggiorare la congiuntura e il peggioramento della congiuntura potrebbe ulteriormente riflettersi sulla finanza pubblica".

Le soluzioni proposte riflettono il programma elettorale della CdL per quanto riguarda gli interventi di natura macroeconomica quali "detassare gli investimenti (la nuova Tremonti che avrà una estensione maggiore rispetto alla precedente e un'attenzione verso le imprese di piccola dimensione), incentivazioni per l'emersione del sommerso, il contratto di lavoro europeo, importante programma di infrastrutturazione del Paese".

"Poi - ha proseguito Antonio Marzano - ci sono gli interventi sui mercati specifici" e in particolare, "il problema estremamente complicato dell'energia, il secondo è quello della dimensione delle imprese, se è piccola è ottimale ma evitiamo che sia tale non perché vi sia una scelta ottimizzante ma per vincoli disincentivanti.

Vogliamo andare con molta decisione sul problema della ricerca".

"La nostra - ha spiegato il ministro per le Attività Produttive - è una politica economica per le imprese convinti come siamo che i problemi dell'economia e anche quello delle famiglie passa anche per le imprese".

Le soluzioni, secondo Marzano, sono quelle di creare "i presupposti per cui se una pmi vuole crescere lo possa fare, con la libera dimensione, l'energia, la flessibilità del mercato del lavoro, la formazione di cui le imprese devono essere protagoniste, adeguare il diritto societario alle piccole imprese, faremo una politica di delegificazione, entro il 31 dicembre di quest'anno aboliremo 500 leggi".

"La riduzione della pressione fiscale - ha concluso il ministro - può essere più efficace degli incentivi".

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riduci

  • Carlo Sangalli, presidente Unioncamere, legge il messaggio del Presidente della Repubblica

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  • Roberto Castelli, ministro della Giustizia

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  • Carlo Sangalli

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  • Giovanni Alemanno, ministro per le Politiche Agricole

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  • Carlo Sangalli, presiede

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  • Antonio Marzano, ministro per le Attività Produttive

    <em>Conclusioni</em>
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