04 LUG 2001

Pensioni: Paci parla di miglioramenti nel rapporto Inps e Maroni rassicura sui tagli

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Roma, 4 luglio 2001 h12.45 - Miglioramenti rispetto sia alle previsioni, sia al bilancio del 1999: questi i dati forniti dal presidente dell'Inps, Massino Paci nella conferenza stampa di illustrazione del Rapporto dell'ente previdenziale per gli anni 1999 - 2001.

Alla conferenza stampa ha preso parte anche il Ministro del Lavoro, Roberto Maroni, la cui presenza ha sollecitato l'attenzione su alcuni argomenti al centro della discussione politica.

Anzitutto la questione della riforma delle pensioni, rispetto alla quale il ministro ha fatto professione di cautela ("prima dei conti vengono le
persone"), quindi la proposta di Bossi sul contratto a tempo determinato per i lavori extracomunitari, rispetto alla quale Maroni ha sottolineato la necessità di riformare la legge Turco-Napolitano poichè non riesce a soddisfare le richieste delle aziende del Nord.

Infine il Ministro è stato chiamato in causa anche sulla spaccatura dell'unità sindacale nel comparto dei metalmeccanici, rispetto alla quale Maroni ha rivendicato la doverosa neutralità del governo.

I miglioramentiL'avanzo patrimoniale netto all'inizio del 2000 si è consolidato in 23.500 mld, per la prima volta dopo molti anni il conto economico d'esercizio si chiude con un avanzo di 152 mld, migliorando di 1.314 miliardi sul '99 che aveva chiuso a meno 1.162 mld".

Questi i dati positivi evidenziati da Paci, che ha individuato in due fattori il  miglioramento dei conti Inps: da un lato le azioni di lotta al lavoro nero, e dall'altro un aumento delle entrate contributive che segnano una crescita pari al 3.8%, dovuta all'aumento degli occupati.

Il presidente dell'Inps ha quindi sottolineato che la "spesa previdenziale in senso stretto sostenuta nel 2000 è cresciuta solo del 2.8%", rispetto al Pil è pari al 9.74%, quindi "il peso sul Pil delle pensioni strettamente previdenziali dell'Inps è praticamente costante da 10 anni".Le trasformazioniEntrando nel dettaglio Paci ha rilevato che all'interno della spesa pensionistica totale "l'area finanziata non già dai contributi, ma dalla fiscalità generale è assai elevata, raggiunge l'importo di 75 mila mld l'anno su 242 mila di costo delle pensioni totali erogate dall'Inps pari al 31% della spesa pensionistica totale".Il presidente dell'Inps ha previsto "uno scenario in cui da un lato si espandono le prestazioni sociali a finanziamento di origine fiscale e dall'altro persiste un contenimento dello spazio occupato oggi dai regimi pensionistici obbligatori a finanziamento contributivo, sia che questo avvenga a seguito della crescita delle forme di lavoro atipico o intermittente, sia che questo avvenga tramite una riduzione dei contributi pagati oggi dal lavoro dipendente".Anche per quanto riguarda le entrate Paci rileva "importanti processi di mutamento" a partire dall'unificazione delle basi imponibili fiscale e previdenziale, così come la riscossione tramite concessionarie che ha spostato su terzi alcuni dei compiti prima svolti dall'Inps nella sua qualità di ente impositore.

"Questi mutamenti - ha rlevato Paci - devono essere posti come un'opportunità per noi e si apre lo spazio per un'azione di consulenza e monitoraggio dell'Inps verso le aziende", che diventano "clienti contribuenti".L' operazione di cessione e cartolarizzazione dei crediti contributivi tra le tante novità - a giudizio di Paci - "è stata forse la più importante" dal momento che "ha portato nelle casse dell'Inps 8 mila mld nel '99 per le sue dimensioni ha costituito il primo esempio di cartolarizzazione della PA in Europa".Pensioni: prima dei conti vengono le personeIl ministro del Lavoro Roberto Maroni ha anzitutto messo in rilievo l'esistenza di "un processo a ridefinizione delle regole così ampia e così profonda che costringerà il Governo e il sistema previdenziale a ripensare i propri compiti e le proprie funzioni".

La sua presenza, però, ha portato al centro dell'attenzione la questione della riforma pensionistica, rispetto alla quale Confindustria ha chiesto l'inserimento nel Dpef.Sul punto però Maroni è sembrato non concedere molto alle richieste degli industriali: "Il problema - ha affermato il ministro - è che nel sociale prima dei conti vengono le persone".

Dunque, "prima di decidere quanto lo Stato risparmia bisogna capire se lo Stato può risparmiare in questo settore".

Il ministro ha ammesso l'esistenza dell'urgenza di intervenire sui conti pubblici "ma l'obiettivo - ha asottolineato - non è tagliare i conti e fare una riforma vincolata alle previsioni di taglio della spesa.

Semmai è il contrario: prima discutiamo con le parti sociali, tenendo presente la necessità di tagliare i conti, ma anche che ci sono delle esigenze di carattere sociale che non possono essere compresse".Per quanto riguarda il Dpef, il ministro ha annunciato che le consultazioni prenderanno avvio già dalla prossima settimana Contratto di soggiorno per superare la Turco-Napolitano La presenza in conferenza stampa del ministro della Lega, ha indotto i giornalisti anche ad affrontare l'argomento immigrazione, al centro del dibattito politico dopo le recenti proposte di Bossi, di contratto a termine per gli extracomunitari con rimpatrio automatico in caso di mancato rinnovo.Roberto Maroni, sollecitato sull'argomento ha sottolineato la propria convinzione che "la gestione dei flussi migratori è regolata da norme e da consuetudini che devono essere modificati perché non danno risposte concrete agli immigrati, se è vero che non trovano sbocco nel mercato del lavoro", a fronte di una domanda inevasa da parte dell'industria del Nord.

E' dunque necessario, riformare la Turco-Napolitano "per aver la massima corrispondenza tra ingressi e occupati".

"Ho parlato di contratto di soggiorno - ha proseguito Maroni - invece che di permesso di soggiorno per spostare il problema dall'ordine pubblico ad un accordo tra la società e il cittadino extracomunitario che preveda da parte sua l'obbligo a rispettare le regole e l'impegno a lavorare e da parte della società l'obbligo della garanzia di standard minimi di assistenza, di previdenza, di livello di vita, e l'integrazione".

Metalmeccanici: governo estraneo al negoziatoRoberto Maroni ha anche risposto ai giornalisti sulla questione del contratto dei metalmeccanici dopo il raggiungimento di un accordo separato che ha visto la Fiom rifiutare la firma e proclamare lo sciopero.Dal punto di vista del metodo "il governo si è mantenuto estraneo al negoziato" ha sottolineato Maroni.

"L'intervento del governo - ha aggiunto - non ci deve proprio essere nel negoziato tra le parti sociali se non in casi assolutamente straordinari e non certo per garantire che l'accordo stesso venga sottoscritto da tutte le parti sociali" dal momento che "non può intervenire per bloccare un negoziato perché una delle parti sociali non lo sottoscrive".

Del resto, ha aggiunto Maroni, "la differenza tra le richieste di Federmeccanica e della piattaforma sindacale erano così vicine che non mi sembrava opportuno per il Governo intervenire"."L'autoesclusione della Cgil non porterà conseguenze giuridiche - ha concluso il ministro del Lavoro - e  l'accordo è pienamente valido.

Comporta però una riflessione dal punto di vista delle relazioni sindacali e industriali e ci potrà aiutare per rimeditare gli accordi e i protocolli che a partire dal Luglio '93 sono quasi sempre rimasti sulla carta, l'ultimo di questi è quello del Natale del '98".

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  • Massimo Paci, presidente Inps

    <strong>Indice</strong>
    0:00 Durata: 34 min 45 sec
  • Roberto Maroni, ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali

    0:34 Durata: 13 min 58 sec
  • Necessità della riforma del sistema pensionistico: "Nel sociale prima dei conti vengono le persone"

    <em>Conferenza stampa</em><br>Roberto Maroni risponde alle domande dei gionalisti<br>
    0:48 Durata: 4 min 37 sec
  • La diminuzione del peso dei contributi in busta paga

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  • Immigrazione: "La normativa attuale non soddisfa nessuno quindi va cambiata"

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  • Dpef: "Prima bisogna decidere se, come e quando fare la riforma delle pensioni e poi decidere quanto si potrà risparmiare, sarebbe eccessivo fare una riforma vincolata dal ministero del Tesoro

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