13 LUG 2001

Verso il congresso DS: Assemblea Socialismo 2000, Si profila l'accordo tra Salvi, Folena e la sinistra-Ds

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Roma, 13 luglio 2001 h16.00 - In vista del congresso dei Ds, sembra sempre più profilarsi un'alleanza tra la componente di sinistra della quercia, gli ex-veltroniani (alla ricerca di un nuovo nome dopo il disimpegno del sindaco di Roma) e la componente di Salvi, riunitasi oggi nell'Assemblea nazionale di «Socialismo 2000» che ha visto la esplicita adesione di Pietro Folena e Gloria Buffo ai contenuti della relazione dell'ex ministro del Lavoro.Infatti, Folena e Buffo si sono dichiarati d'accordo con la richiesta di Cesare Salvi che la prossima assise Ds debba essere caratterizzata da un confronto prima sui contenuti e poi sulle candidature, e critiche più o meno velate sono state avanzate alla candidatura di Piero Fassino.

Accordo sostanziale anche sull'ipotesi di un Ulivo unito, che veda nella Margherita un soggetto forte con cui si potrà attuare "senza diarchie" la ricostruzione del centrosinistra.

Salvi, prima i contenuti, poi i candidatiCesare Salvi ha ribadito la richiesta di "un congresso vero" che non sarebbe tale se vi fosse un "unanimismo di facciata, se rispecchiasse vecchie logiche di aggregazione, se le aggregazioni non si fondassero su contenuti ma su persone".

"Un congresso vero per noi - ha sottolineato - vuol dire prima i contenuti, poi le alleanze e poi il gruppo dirigente".

Seppure il dibattito sia già avviato, "è possibile dalle cose che sono state dette, cominciare a misurare convergenze e divergenze".

L'ex ministro del Lavoro ha evidenziato che le elezioni del 13 maggio sono state una dura sconfitta, subita "dopo 10 anni di transizione in cui il partito era riuscito ad acquisire livelli di consenso rilevanti".

Ora, invece, al Governo "c'è una destra con una maggioranza stabile in Parlamento che rischia di costruire consenso intorno ad una ricetta pericolosa la cui modernità non va sottovalutata".

In tale contesto i Ds e la sinistra si trova ad un bivio.

"C'è la possibilità - ha spiegato Salvi - che in uno scontro poco chiaro prosegua un processo di avvitamento e quindi di disinteresse dei cittadini per la politica oppure quella di riuscire a fare del nostro congresso un'occasione aperta e in questo senso unitaria, solidale".

"Forse è troppo tardi - ha concluso - ma se tutti si impegnassero a dire che nessuno presenti i candidati, in modo che un confronto possa avvenire sui contenuti e non sulle persone, forse sarebbe un vantaggio" ma in ogni caso sarà fare una riflessione "sul passato per riproporre la questione del socialismo europeo non solo come slogan"Anche Folena stigmatizza Fassino"Sono d'accordo sulla necessità di ascoltare il partito e su questo ho visto elementi di novità nell'ultima Direzione ma per alcuni questa è una campagna di ascolto prima di decidere, per qualcun altro è il modo di presentare la proprio candidatura, insomma si dice una cosa e se ne fa un'altra".

Così Piero Folena ha commentato la relazione introduttiva aggiungendo che il senso dell'intervista rilasciata a la Repubblica "non era un invito a Fassino a ritirare la candidatura, ma a considerare il 10 settembre una data consigliabile per rimettere al centro del dibattito politico i contenuti".Per quanto l'assemblea della Margherita Fassino ha affermato che la costituzione del soggetto unico "risolve" gli eventuali dubbi "sulla posizione rispetto alla prospettiva politica di un partito unico dell'Ulivo", che da anni "aveva bisogno di organizzare una forza capace di attrarre e competere nell'area centrale"La sinistra non vuole FassinoGloria Buffo ha rilanciato l'attacco alla "continuità" della piattaforma di Fassino che "porterebbe ad una nuova sconfitta" e ha aggiunto che "la svolta deve essere netta".

"Noi - ha sostenuto Gloria Buffo - abbiamo una proposta seria.

Se sarà possibile staremo insieme, altrimenti andremo avanti".

Ai dalemiani ha risposto: "Chi dice che stiamo personalizzando lo scontro non fa altro che personalizzare.

Volevano eleggere un segretario in un mese senza discutere e ci hanno detto di no ad una riforma dello statuto che consentisse di discutere le mozioni senza le candidature.

A Torino ci accusavano di fare solo rappresentanza, ora che chiediamo di confrontarci con altri ci accusano di fare il correntone".

"La verità - ha concluso Buffo - è che la possibilità della fine del grande centro di tradizione comunista e di aprire una dialettica interna come nei grandi partiti europei terrorizza questi compagni".

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